SCALA, Giambattista.
– Nacque a Chiavari (Genova) il 20 agosto 1817 da Francesco e da Caterina Repetto, che ebbero altri tre figli: Giovanni, poi capitano marittimo, Giuseppe e Maria.
Già all’età di dodici anni si imbarcò sul bastimento del padre e a diciotto anni prestò, da volontario e per sostituire il fratello Giovanni rimasto l’unico sostegno della famiglia, il servizio militare in Marina. Successivamente si imbarcò come secondo di bordo nei bastimenti che compivano viaggi di lungo corso. Rientrato a Genova compì gli studi necessari per ottenere la patente di capitano marittimo per poi intraprendere alcuni viaggi in America.
Nel 1841 sposò Giulia Copello, la sedicenne figlia di Antonio, commerciante di Lavagna, e di Maddalena Monteverde.
Nel 1846 si recò due volte in Africa, senza però rimanere a lungo nei luoghi visitati, e in seguito due volte in Brasile. Da Bahia, dove si era fermato, ripartì nel novembre del 1851, con un brigantino sardo (Felicità), dopo avervi caricato tabacco, rum, una buona quantità di commestibili e diversi generi di manufatti, per raggiungere, il 14 febbraio, Lagos, allora il maggiore centro della Costa degli schiavi (da Capo Palma alle foci del Niger), riuscendo grazie alla sua intraprendenza, a poco più di un mese dal suo arrivo, a spedire a Londra il brigantino carico di olio di palma per ricevere in cambio commestibili, rum, tabacco e altro. Dopo avere avviato in un regime di monopolio una proficua attività di scambi commerciali durata molti anni in qualità di agente della Compagnia inglese dei Pacchetti affricani, nel 1855 rivolse la sua attenzione anche al territorio di Abeokuta, capitale del Regno di Orobù, posta a circa 140 miglia a nord di Lagos, dove creò altri due centri di deposito-merci, rispettivamente ad Abbemahia e ad Arrò, ed estese le sue iniziative fino ai confini del Dahomey, incrementando ulteriormente le esportazioni con notevoli quantità di sego vegetale.
Per le sue capacità e per le conoscenze acquisite in questa sua attività, venne nominato dal governo sardo «console di seconda categoria nella Baia di Benin in Guinea, con la residenza a Lagos» (r. d. 11 novembre 1855), giurisdizione estesa in seguito anche al Ghana (Costa d’Oro), dove Scala ritenne necessario istituire due sedi viceconsolari, ad Accra e a Elmina, affidate rispettivamente a Cesare Correna e a Carlo Bartels. In questa veste si fece latore di proposte per l’abolizione della tratta e fu artefice delle trattative in nome del governo britannico per la pacificazione delle popolazioni locali coinvolte in lotte connesse con le successioni al trono.
Dopo aver proposto al ministro degli Esteri Camillo Benso conte di Cavour l’esplorazione del fiume Bras fino alla confluenza con il Niger, lasciò Abeokuta il 4 giugno 1859 per imbarcarsi da Lagos, il 22 giugno, alla volta dell’Inghilterra sul vapore inglese Erminion, visitando tutta la costa occidentale fino a Benin e il Vecchio Calabar prima di lasciare quei territori, il 16 luglio, per motivi di salute e giungere a Londra il 10 agosto. In ottobre rientrò prima a Genova e poi a Lavagna, dove la moglie si era ritirata presso i genitori.
Ragguagliato Cavour e il suo successore al ministero degli Esteri, il generale Giuseppe Dabormida, sul periodo trascorso in Africa, Scala presentò al prefetto di Genova una bozza di statuto per una società di navigazione, approvata dalla Camera di commercio, che avrebbe dovuto attirare il commercio fra l’Italia e le coste della Guinea, indicando circa settanta articoli di merci italiane che avrebbero potuto essere scambiate con i prodotti di quei luoghi e così alimentare, a suo parere, un commercio annuo di circa sei milioni di lire. Dal momento che il governo respinse la sua richiesta di essere nominato console in qualche porto estero, incarico riservato solo agli uomini di carriera, tornò a dedicarsi ai propri affari commerciali fondando anche una società di costruzioni navali che in solo due anni fece costruire dodici navi. Il 19 marzo 1863 gli venne conferita dal re una medaglia d’argento «per le industrie civili introdotte in Guinea» (Brignardello, 1892, p. 64).
Fra il 1867 e il 1869 operò a Napoli al fine di costituire una società per l’impianto di un grande cantiere navale in grado di costruire bastimenti anche per l’estero, e fondò un’istituzione simile anche a Castellamare di Stabia. Sempre nell’ambito di questa attività, nel 1876, mentre stava seguendo nei cantieri di Sestri (Genova) la costruzione di una nave, fu colpito dalla recrudescenza delle febbri malariche che aveva contratto in Guinea e morì a Lavagna il 3 dicembre di quell’anno.
Di Scala sono edite le Memorie di Giambattista Scala, console di S.M. italiana in Lagos di Guinea, intorno ad un suo viaggio in Abbeockuta, città nell’interno dell’Africa, fatto nell’anno 1858, Sampierdarena 1862 (un’edizione inglese, a cura di R.S. Smith, è stata pubblicata a Oxford nel 2000; secondo una notizia fornita da G. Dainelli, Esploratori italiani in Africa, Torino 1960, pp. 323 s., di questo diario esiste una traduzione tedesca).
In queste Memorie, probabilmente non scritte da lui, oltre che ricordare le sue iniziative e la sua attività commerciale, dopo aver accennato a tutti i porti e fattorie che si trovavano sulla Costa degli Schiavi, Scala indica le province interne di cui quei porti rappresentavano gli sbocchi naturali e riporta precise note statistiche sui diversi generi di importazione ed esportazione con i relativi prezzi, precisando quali fossero gli articoli maggiormente richiesti su quella costa e quali, a sua volta, i prodotti preferiti dalle varie nazioni europee. Le indicazioni da lui fornite riguardano anche la precisa posizione dei porti della Guinea per tutto il tratto compreso tra capo Palma e il fiume Camerum, la loro distanza in miglia, nonché una grande quantità di osservazioni sulla posizione di scogli semiaffioranti, secche, rive sabbiose e sulla presenza e l’andamento di venti e correnti anche in rapporto alle varie stagioni.
L’utilità di questa descrizione indusse l’allora ministro della Marina, Efisio Cugia, dopo aver ripartito fra le biblioteche degli arsenali e delle Reali scuole di Marina le 150 copie del libro ricevute direttamente dall’autore, a ordinare che ne fosse fornito un numero adeguato agli stati maggiori delle navi destinate a navigare in quei mari o che dovessero approdare in qualche punto della costa di Guinea.
Ancora più interessanti dal punto di vista geografico si possono considerare i dati riguardanti la zona da lui esplorata sulla terraferma, in quanto la sua descrizione è la prima in ordine di tempo a essere stata tramandata.
Fonti e Bibl.: Chiavari (Bacezza), Santuario della Madonna dell’Olivo, Archivio della chiesa delle saline di Chiavaria, Atti di nascita, ad nomen; Archivio di Stato di Torino, Materie politiche relative all’estero, Consolati nazionali, Lagos; Sezione III, Camerale, Decreti personali, anni 1855-56, reg. 1; Guida delle Fonti per la storia dell’Africa a Sud del Sahara esistenti in Italia, a cura di C. Giglio - E. Lodolini, II, Zug 1974, pp. 113, 499 s.; Atti ufficiali delle Camere di commercio del Regno, 1869. Atti del Congresso delle Camere di commercio 1869, Genova 1870.
G. Branca, Storia dei viaggiatori italiani, Torino 1873, pp. 422-430; G.B. Brignardello, G. S., capitano marittimo, esploratore, ed introduttore d’industrie civili in Guinea, Firenze 1892 (con un ritratto di Giambattista Scala e con l’edizione di 16 documenti); C. Della Valle, Il capitano G. S. primo console d’Italia in Lagos, in Rivista delle colonie, XVI (1942), pp. 631-636; E. De Leone, Le prime ricerche di una colonia e la esplorazione geografica, politica ed economica, Roma 1955, pp. 19-27; S. Bono, G. S. primo console d’Italia a Lagos, in Italiani nel mondo, XXIX (1965), 10, pp. 19-21; R.S. Smith, G. S.: adventurer trader and first italian representative in Nigeria, in Journal of Historical Society of Nigeria, VII (1973), 1, pp. 67-76; F. Surdich, Un esploratore ligure del secolo XIX: G. S., in Rassegna storica della Liguria, II (1975), pp. 281-298; G. Iannettone, Presenze italiane lungo le vie dell’Oriente nei secoli XVIII e XIX nella documentazione diplomatico-consolare italiana, Napoli 1984, ad ind. (in partic. pp. 286-298); F. Surdich, Lettere al governo sardo del suo console a Lagos (1856-1857), in Bollettino storico-bibliografico subalpino, LXXXIV (1986), pp. 229-248; S. Morelli, G. S., console per se stesso. Il Regno di Sardegna e l’Africa occidentale nel periodo preunitario, in Africa, LVIII (2003), pp. 356-371.