MONTI, Giacomo
MONTI, Giacomo. – Nacque a Bologna il 24 luglio 1600 da Pietro e Maria Monti.
Dopo un primo matrimonio con Pantasilea Macci, morta nel 1630, il 3 marzo 1631 sposò Diamante di Tommaso Domenico Borgognoni. Da tali unioni ebbe diversi figli: Giovanna, Flaminia, Elisabetta Maria, Antonio Maria e Pier Maria. Iniziò l’attività tipografica molto probabilmente nel 1632, ereditando forse torchi e caratteri dalla stamperia degli Eredi di Giovanni Rossi. L’attività degli Eredi Rossi cessò infatti nel 1629, in seguito alla morte di Perseo di Giovanni Rossi, mentre le prime edizioni note di Monti datano al 1632. Comuni alle due imprese sono due marche tipografiche: l’allegoria di Felsina e Mercurio con il caduceo che poggia sul mondo. Nei primi anni la stamperia ebbe sede nei pressi della chiesa di S. Matteo delle Pescherie, dal 1638 si spostò in S. Mamolo, nel 1645 «sotto le Scuole», tra il palazzo dei Banchi, la basilica di S. Petronio e il portico del Pavaglione, dove aveva sede l’Università, e dal 1662 «sotto il voltone de’ Pollaroli» (l’odierna via Ugo Bassi).
Dal 1634 al 1642 Monti fu in società con l’editore Carlo Zenero. Nel gennaio 1660 cominciò a pubblicare la gazzetta Bologna, primo periodico cittadino, rilevando il tipografo Giambattista Ferroni. Verso il 1667 ebbe inizio una collaborazione professionale con l’editore e libraio Marino Silvani esclusivamente nel campo dell’editoria musicale. La prima evidenza della collaborazione si presenta con l’edizione delle Correnti e balletti a 5, op. 15 di Maurizio Cazzati, date alle stampe da Monti con indicazione «ristampate da Marino Silvani» e con dedica dello stesso Silvani. Quest’ultimo, che aveva la libreria sotto il portico dell’ospedale della Morte «all’insegna del Violino », pure attivo dal 1665 come editore autonomo, utilizzò diverse volte i torchi di Monti per la pubblicazione a proprie spese di antologie musicali da lui curate (Sacri concerti, 1668; Nuova raccolta di mottetti sacri, 1670; Canzonette per camera a voce sola, 1670; Scielta delle suonate a due violini con il basso continuo, 1680). L’accordo, rinsaldato dal matrimonio di Silvani con la figlia di Monti, Elisabetta Maria, prevedeva anche la vendita da parte di Silvani delle altre opere stampate dal socio. Dal 1670 le edizioni musicali presentarono una marca tipografica con un violino e il motto «UT RElevet MIserum FAtum SOLitosque LAbores», dal 1685 anche con l’indicazione «Si vendono da Marino Silvani all’insegna del violino» e spesso con dedica a firma dello stesso libraio.
Negli anni Quaranta e Cinquanta Monti si era saltuariamente cimentato nella stampa di edizioni a carattere musicale, intavolature per liuto e chitarra spagnola, con opere di Alessandro Piccinini, Francesco Corbetta e Giovanni Battista Granata, o di libretti per musica. Ma solo a partire dal 1665 con la pubblicazione dell’op. 1 di Agostino Filippucci (nella quale, come si evince dall’avvertimento del tipografo, vengono per la prima volta utilizzati i caratteri tipografici musicali), l’impegno nella editoria musicale, da sporadico qual era stato (tolta la produzione librettistica, abbastanza cospicua sin dall’inizio), si fece via via più intenso, sintomo del ruolo predominante cui Bologna pervenne in questo campo dell’editoria nell’ultimo trentennio del secolo. In ambito bolognese la tipografia Monti operò in questo settore di fatto in stato di monopolio. Dal 1666 per circa un ventennio la quasi totalità della produzione bolognese di musica vocale sacra, profana e strumentale fu prodotta sotto i sui torchi, con la sola eccezione delle musiche di Cazzati, che stampava in proprio. Un Indice dell’opere di musica sin hora stampate pubblicato tra il 1682 e il 1683 offre una panoramica degli autori pubblicati. Vi troviamo Pietro Degli Antoni, Giovanni Bassani, Giovanni Maria e Giovanni Bononcini, Maurizio Cazzati, Giovanni Paolo Colonna, Arcangelo Corelli, Carlo Donato Cossoni, Stefano Filippini, Giovanni Legrenzi, Giovanni Battista Mazzaferrata, Lorenzo Penna e Giovan Battista Vitali.
L’editoria musicale non esaurì tuttavia l’attività della tipografia, che presenta un quadro assai vario per generi e temi. Importante è la sezione di opere su Bologna. La vita religiosa della città è descritta nella Guida spirituale di Antonio Masini (1640); la letteratura agiografica è rappresentata in Bologna sacra di Valerio Zani (1680); notevole per la storia artistica è l’opera di Cesare Carlo Malvasia, Le pitture di Bologna (1686); sulla lingua va ricordato il Vocabolista bolognese di Ovidio Montalbani (1660); sulla storia della città vanno ricordati la Cronologia felsinea di Fedele Onofri (1638), il secondo volume della Historia di Bologna (1657) e la riedizione della Historia di vari successi d’Italia, e particolarmente della città di Bologna di Cherubino Ghirardacci (1669). Cospicuo il numero di opere storiche di argomento non bolognese: la Istoria di Pier Giovanni Capriata (1639), la Historia delle guerre di Ferdinando II e Ferdinando III imperatori di Galeazzo Gualdo Priorato (1641), i Campeggiamenti, overo istorie del Piemonte di Emanuele Tesauro (1643), Le rivolutioni di Catalogna di Luca Assarino (1645), il Ristretto dell’historia d’Ungheria (1686) e le Memorie historiche, e geografiche della Dalmazia (1687) del benedettino Casimir Freschot. Tra le opere di geografia e letteratura di viaggio sono il Viaggio di Spizberga o Gronlanda di Friedrich Martens (1680), la Descrizione della Luigiana del belga L. Louis Hennepin (1686) e i Viaggi di mons. Spon per la Dalmazia, Grecia, e Levante ancora di Freschot (1688). In campo letterario figurano alcuni esempi di romanzo secentesco, quali Il Cretideo di Giovanni Battista Manzini (1637), La Stratonica (1643) e Il Demetrio (1643) di Assarino e la novella Le instabilità dell’ingegno di Anton Giulio Brignole Sale (1635). Di un certo interesse anche le edizioni scientifiche. Tra le opere di argomento medico sono gli Opuscula anatomica di Marcello Malpighi (1680), la Pharmacopoea spagirica (1635) e i Libri duo de febribus (1643) del medico francese Pierre Potier, lungamente attivo a Bologna. In campo matematico il Trattato della ruota planetaria perpetua (1646), le Exercitationes geometricae sex (1647) di Bonaventura Cavalieri e le Novae quadraturae arithmeticae di Pietro Mengoli (1650). Tra gli studi di idraulica spiccano il Della misura delle acque correnti (1669) di Benedetto Castelli e la Raccolta di varie scritture, e notitie concernenti l’interesse della remotione del Reno dalle valli (1682), curata dallo stesso Monti con scritti tra gli altri di Giovan Domenico Cassini. Nutrito il numero di pubblicazioni d’astrologia, allora scienza al servizio della medicina e guida per l’agricoltura, in particolare molti dei tacuini annuali di Ovidio Montalbani. Da segnalare infine, a partire dagli anni Settanta, una notevole produzione di edizioni riguardanti l’attività giuridica bolognese, in particolare le decisioni del tribunale della Rota.
Monti morì a Bologna il 30 marzo 1687, lasciando l’attività nelle mani dei figli Antonio Maria e Pier Maria. Antonio Maria, nato a Bologna il 13 maggio 1645, convisse con il padre e sposò Lucrezia Grazioli, dalla quale ebbe due figlie. Pier Maria, nato a Bologna il 4 dicembre 1647, visse in via de’ Gombruti, nella parrocchia di S. Marino di Porta Nova, ed ebbe in moglie una Ottavia di cui non è noto il cognome.
I due fratelli erano già attivi da anni nella gestione della tipografia ed erano comparsi a vario titolo in diverse edizioni, come La pace convenuta fra le maggiori potenze dell’Europa ne’ trattati… (1679), curata da Antonio Maria, e il Senatusconsultum Bononiense redintegrans, et restituens, veluti iure postliminii ad primaeva nobilis Bononiensis civilitatis iure (1678), stampata a nome di Pier Maria, o altrimenti come dedicatori in altre edizioni. Dal 1687 la collaborazione è documentata da diversi atti notarili, nei quali i fratelli sono indicati come titolari della stamperia. La pubblicazione, sempre nel 1687, di un Decretum Sacrae Congregationis... ad Indicem librorum..., in cui la nota tipografica indica «Bononiae, typis fratrum de Montibus, impressorum S. Officii », certifica che la carica di stampatori del Sant’Uffizio, secondo alcuni biografi acquisita solo a partire dal 1710, fu in realtà concessa almeno da quella data. Fino al 1689 le edizioni continuarono a indicare il nome di Giacomo come stampatore. Solo alla morte di Antonio Maria, avvenuta a Bologna il 16 aprile 1689, l’originaria denominazione della tipografia fu soppressa.
La successione nella titolarità venne sancita già il 26 aprile 1689 con l’uscita della gazzetta Bologna, dove in qualità di tipografo comparve Pier Maria. L’attività della stamperia proseguì con sostanziale continuità. L’officina aveva ancora sede presso l’abitazione sotto la volta dei Pollaroli e continuò a pubblicare atti riguardanti il S. Uffizio e l’attività giuridica bolognese, con alcune riedizioni di opere già stampate, a esempio Le pitture di Bologna di Malvasia nel 1706, mentre il resto del catalogo appare più orientato verso l’edizione di operette religiose, spirituali e agiografiche meglio che storiche, letterarie o scientifiche. La produzione musicale proseguì fino al 1696 circa, non più predominante nel contesto bolognese, per essere poi assorbita da Silvani. La pubblicazione del periodico Bologna continuò fino al 16 dicembre 1708, per passare poi alla stamperia di Giovanni Antonio Sassi.
Alla morte di Pier Maria, avvenuta a Bologna il 29 dicembre 1709, la successione nella titolarità dell’impresa passò nelle mani di non meglio definiti «Eredi del Monti», che continuarono l’attività per qualche anno mantenendo la carica di stampatori del S. Uffizio.
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. arcivescovile, Cattedrale di S. Pietro, Registri di battesimo, 24 luglio 1600; 13 maggio 1645; 4 dicembre 1647; Stati delle anime, 1684-1688; Libri dei morti, 9 gennaio 1681; 30 marzo 1687; 16 aprile 1689; Parrocchia di S. Maria de’ Foscarari, Matrimoni, 13 aprile 1625; Parrocchia di S. Matteo delle Pescherie, Stati delle anime, 1623-47; Libri dei morti, 20 agosto 1630; Parrocchia di Michele Arcangelo, Matrimoni, 3 marzo 1631; Parrocchia di S. Fabiano e Sebastiano, Libri dei morti, 30 novembre 1701; Parrocchia di S. Marino di Porta Nova, Stati delle anime, 1700-08; Libri dei morti, 29 dicembre 1709; Arch. di Stato Bologna, Notarile, Carlo Antonio Mandini, 1660, f. 1, n. 32 (rogito 20 marzo 1660); Magnani Antonio Maria (17 maggio 1705), nel quale sono inseriti: Giovanni Nicolò Orta (rogito 26 settembre 1687), Lorenzo Costa (rogito 3 giugno 1693); Bologna, Bibl. comunale dell’Archiginnasio, Mss., B.1319: B. Monti, Notizie dei stampatori e librari per opera dei quali fu esercitata in Bologna la stampa, III, pp. 1673-1683; P.A. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1714, pp. 134, 275, 289, 338; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VI, Bologna 1786, p. 96; E. Orioli, Il primo periodico stampato a Bologna, in L’Archiginnasio, V (1910), pp. 137-145; F. Vatielli, Editori musicali dei secoli XVII e XVIII, in Arte e vita musicale a Bologna, studi e saggi, con illustrazioni ed esempi musicali, I, Bologna 1927, pp. 247-249; F. Fattorello, Le origini del giornalismo in Italia, Udine 1929, pp. 98 s.; A. Sorbelli, Storia della stampa in Bologna, Bologna 1929, p. 29; Id., Dalle stampe popolari del Croce alla tipografia di Dalla Volpe, in Tesori delle biblioteche d’ Italia, Emilia e Romagna, Milano 1932, pp. 438-442; F. Vatielli, La Stampa musicale, ibid., pp. 623-634; L. Gottardi, La stampa musicale in Bologna dagli inizi fino al 1700, tesi di laurea, Univ. degli studi di Bologna, a.a. 1950-51; O. Mischiati, Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze 1984, p. 25; C. Sartori, Dizionario degli editori musicali italiani, tipografi, incisori, librai-editori, Firenze 1958, pp. 104 s.; A. Schnoebelen, M., G., in The new Grove dictionary of music and musicians, XII, London 2001, p. 538; B. Cipollone, I Monti e la stampa della musica a Bologna nel secondo Seicento, in Fonti musicali italiane, XV (2010), pp. 61-139.