ANTONINI, Giacomo
Nato a Prato Sesia (Novara) il 29 ottobre 1792, servì negli eserciti napoleonici dal 1811 al 1814, in Dalmazia, in Russia e in Germania. Secondo notizie che vanno accolte con qualche riserva, avrebbe partecipato alle battaglie di Lützen e di Hanau e, prigioniero più volte, sarebbe sempre riuscito a fuggire. Verso la fine del 1816 abbandonò la patria per recarsi in Polonia, dove, accasatosi, entrò nell'esercito (1824). Nel 1830 fu tra gl'insorti: poi dovette peregrinare per l'Europa. Nel 1834 prese parte al tentativo mazziniano contro la Savoia, e nel 1839 fece un viaggio in Egitto per cercarvi, invano, fortuna. Ridottosi di nuovo in Francia, accorse nel 1844 in Sicilia, fu arrestato a Messina come complice dei Bandiera, liberato indi a poco e consegnato al governo francese, che lo confinò a Nantes. Nel 1848, caduto Luigi Filippo, comparve a Parigi, s'iscrisse all'Associazione nazionale, a cui presiedeva il Mazzini, e, con 500 uomini di varie nazioni, venne in Italia per combattere la guerra d'indipendenza. A Genova, il 24 aprile, fu accolto poco cordialmente dalle autorità sarde, che temevano i sentimenti repubblicani dei suoi legionarî: a Milano, per il medesimo motivo, il Governo provvisorio si liberò di lui alla lesta, inviandolo nel Veneto. Il 5 maggio era a Padova: il 12, a Venezia, fu preposto alla difesa della città. Il 21, a Vicenza, volle assalire gli Austriaci che si ritiravano, e nella località detta dell'Olmo fu gravemente ferito. Erano venuti con lui a Vicenza, per incoraggiare i difensori, il Manin e il Tommaseo. L'A., perduto un braccio, fu trasportato a Venezia, donde, il 6 luglio, andò a Bologna e poi a Milano. Il 4 agosto ebbe l'incarico di difendere le porte Tosa e Vercellina, ma, dopo la ritirata di Carlo Alberto, si affrettò, la mattina del 5, a partire verso Novara insieme con la principessa di Belgioioso. Nel 1849 si recò a Palermo per assumervi il comando delle truppe siciliane, ma gli fu preferito il polacco Mieroslawski. Tornato in patria, vi ebbe il grado di maggior generale a riposo. Fu deputato, nella prima legislatura, per il collegio di Cigliano, in sostituzione di Giovanni Durando; poi, nella seconda, terza e quarta legislatura rappresentò il collegio di Borgosesia. Morì a Torino il 5 novembre 1854. Nel 1891 Varallo gl'innalzò un monumento.
Bibl.: A. Grober, Discorso pronunciato il 23 agosto 1891 nell'atto in cui inauguravasi in Varallo il monumento al gen. G. Antonini, Varallo 1891; I. Marcenò, Il gen. Antonini. Memorie della parte da lui presa nella guerra dell'indipendenza italiana, Torino 1853; G. Fantoni, Il braccio del gen. Antonini, in Riv. st. del Ris. italiano, 1898. V. in genere le storie della rivoluzione e della guerra del 1848, specialmente: C. Fabris, Gli avvenimenti militari del 1848-1849, Torino 1898-1905, II, p. 296 e passim.