BENINTENDI (Benintentus Belgiarinus, de Benintendis, Benintento alias Sbalzarino), Gerolamo
Incerta è la data della nascita, da collocare ad ogni modo nel primo quarto del sec. XVI. Non si hanno notizie della famiglia di lui, nella città di Ferrara, dove sembra sia nato e dove visse insegnandovi per lunghi anni.
Un altro dei Benintendi, Antonio Maria, aveva partecipato nella seconda metà del sec. XV alla vita dell'università ferrarese. Il Borsetti ne dette una laconica notizia (Historia, II, p. 70) relativa al solo anno 1473: in realtà, il nome di Antonio Maria si trova registrato nella rubrica dei dottori (Pardi, Titoli dottorali, pp. 28, 32) a due riprese, 20 febbr. 1455 e 31 genn. 1458, rispettivamente per la laurea in artes e in artes et medicina. Antonio Maria figura molto presto tra i "promotori" dei dottorati: che sia stato anche "lettore" affermano il Foucard (Documenti storici, p. 28) e il Pardi (Studio di Ferrara, p. 138) sulla base dei documenti consultati, con una probabile interruzione di qualche anno, prima del 1471. La morte dové interrompere, nel 1497, la sua lunga attività professionale.
Il B. segue anch'egli la carriera delle artes. Riceve il titolo dottorale in artes et medicina il13 genn. 1545 (Pardi, Titoli dottorali, p. 138), ma le rubriche ordinate dal Pardi sono per il B. singolarmente vuote. Il Borsetti (Historia, II, p. 165) lo registra come "lettore" dall'anno 1546, e né il Guarini (Supplementum)né il Pardi (Studio di Ferrara) hanno trovato di che correggere o segnalare in aggiunta. La serie dei "rotuli" dello Studio, molto lacunosa, permette di seguire per grandi linee la carriera universitaria del Benintendi. "Lettore" di logica nell'anno 1552-53, nel 1554-55, ed ancora nel 1561-62, il B. è ordinario di filosofia "naturale" insero dall'anno 1565-66, con stipendio inferiore, tra gli "artisti", a quello solo del Canani: è un indice questo della buona posizione universitaria raggiunta.
Gli anni successivi segnano la rapida fortuna di Antonio Montecatini, legata al favore della corte estense cui il B. sembra essere rimasto sempre estraneo. Nel 1575 il B. è a fianco del Montecatini con stipendio nettamente inferiore. Nell'anno 1583 competitore del B. nell'insegnamento serale è Cesare Cremonini: con la sua presenza, e la comparsa nei "rotuli" del Gianini e del Pocaterra, che coincide con gli ultimi anni dell'insegnamento ferrarese di Francesco Patrizi ("ad lecturam philosophiae platonicae"), si copre quasi per intero il panorama della cultura filosofica ferrarese del declinante Cinquecento: in essa il B. si muove quasi senza lasciare traccia di sé. Un elenco dei "lettori" del 19 dic. 1586 costituisce per noi l'ultima notizia sul B., relativamente almeno all'insegnamento universitario. Il nome scompare dai "rotuli" con l'anno 1587-88: risulta al suo posto il Cremonini, con Antonio Maria Brasavola. Non conosciamo la data di morte del Benintendi.
La presenza del B. nella cultura ferrarese è debolmente attestata. Lilio Gregorio Giraldi lo rammenta tra i ferraresi che validamente avrebbero potuto applicarsi alla poesia nel secondo dei Dialogi duo de poetis nostrorum temporum (Operum quae extant omnium... tomi duo...., Basilea 1580, p. 421). Si ricorda anche del Giraldi la dedica al B. del XV dialogismo (Suarum quarundam adnotationum dialogismi XXX, Venezia 1553, pp. 103-104: una sottile questione filologica su un luogo di Comelio Celso). Tali testimonianze sembrano indicare, per gli anni del primo insegnamento universitario del B., una generale considerazione goduta negli ambienti ferraresi. Per il periodo della maturità non troviamo in Ferrara menzioni importanti dell'insegnamento del Benintendi. L'ultimo documento che lo riguarda è una epistola a lui diretta da Paolo Sacrati nel 1580, affettuosa ed elogiativa secondo il costume dell'uomo (Epistolarum P.S. libri sex, Ferrara 1580, p. 371). Il Sacrati afferma il valore dell'insegna, mento filosofico del B., e ricorda esplicitamente (sia pure nei termini della mutata situazione culturale) la duplice componente di quella tradizione medico-filosofica, tesa tra "retorica" e filosofia, tra gli "studi umani" e l'esercizio delle artes. Al Superbi, che per primo riferisce del B., dobbiamo l'elenco delle opere ora perdute, generico e poi sempre ripetuto (Apparato, p. 85): Theoremata philosophica, Opus Super I et II Posteriorum Aristotelis, Lecturam in Anima, [Lectiones] de Coelo et Mundo.
Bibl.: F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii in duas Partes divisa, Ferrariae 1735, parte II, p. 165; A. Superbi, Apparato de gli huomini illustri della città di Ferrara, Ferrara 1620, p. 85; C. Foucard, Documenti storici spettanti alla chirurgia, medicina e farmaceutica. Modena 1883; A. Solerti, Doc. riguardanti lo Studio di Ferrara nei secc. XV e XVI, in Atti della Deputaz. Ferrarese di storia patria, IV (1892), fasc. 2, pp. 28-3, 32, 35, 38, 41, 44; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei secc. XV e XVI, Lucca 1901, p. 138; Id., Lo Studio di Ferrara nei secc. XV e XVI con doc. ined., in Atti della Deputaz. Ferrarese di storia patria, XIV (1903), pp. 138, 229, 231-246; A. Visconti, La storia dell'Università di Ferrara (1391-1950), Bologna 1950, pp. 69 s. Indispensabile per un retto orientamento nella cultura ferrarese E. Garin, La Filosofia, II, Milano 1947, p. 61. Cfr. inoltre: V. Rossi, Per la cronologia e il testo dei dialoghi "de poetis nostrorum temporum"di L. G. Giraldi, in Giorn. stor. della lett. ital., XXXVII (1901), pp.: 246-277.