O'Brien, George
Attore cinematografico statunitense, nato a San Francisco il 19 aprile 1900 e morto a Tulsa (Oklahoma) il 4 settembre 1985. Ricoprì con successo, grazie anche al suo fisico atletico e a un volto rassicurante da bravo ragazzo, il ruolo dell'eroe positivo e di bell'aspetto in numerosi film d'azione del cinema muto, a partire da The iron horse (1924; Il cavallo d'acciaio) diretto da John Ford.
Figlio di un poliziotto di origine irlandese divenuto capo della polizia di San Francisco, si distinse presto per le sue doti sportive fino a diventare campione di boxe durante il servizio volontario in marina durante la Grande guerra. Attratto dal cinema, si trasferì a Hollywood all'inizio degli anni Venti e lavorò dapprima con Tom Mix, anche come stuntman, finché con la partecipazione all'epico western The iron horse divenne una star e uno degli attori prediletti da Ford. Diede vita così a diversi personaggi, talvolta quasi autobiografici, del cinema fordiano degli anni Venti: campione di boxe in The fighting heart (1925; Il campione del ring), giovane milionario di buoni sentimenti in Thank you (1925; La nipote parigina), cowboy in Three bad men (1926; I tre furfanti), marinaio in The blue eagle (1926; Aquile azzurre), soldato in Salute (1929; La grande sfida) codiretto con David Butler. In questi film la semplicità del personaggio, positivo e generoso, viene per lo più sottolineata dalle umili origini, ma più di frequente dall'assenza prematura della figura paterna, che può essere all'origine di un desiderio di vendetta, come in The iron horse, o di un bisogno di trasferire sui propri figli l'affetto mai ricevuto, come accade alla fine di Three bad men. In questi ultimi in particolare, la presenza dell'attore risulta subordinata rispetto all'imponente impianto spettacolare. Ma, all'interno di uno schema narrativo in cui l'azione e le vicende romantiche risultano complementari, O'B. riesce a conciliare la prestanza fisica e le doti atletiche con la convincente espressione di innocenza e onestà, tratti comuni a questa prima galleria di caratteri fordiani. Sempre come protagonista, l'attore lavorò ai tempi del muto anche con altri registi: Howard Hawks, che ne ridicolizzò la vistosa e disarmata mascolinità, alle prese con la controparte femminile, in due impertinenti commedie, Fig leaves (1926; Le disgrazie di Adamo) e Paid to love (1927; Il principe senza amore o Passione di principe); Allan Dwan, per cui O'B. fu di nuovo un pugile (e di nuovo alla ricerca di un padre) nel misconosciuto East side, West side (1927; Titanic); Friedrich W. Murnau, che in Sunrise. A song of two humans (1927; Aurora) ne esplorò debolezze e zone d'ombra (O'B. vi interpreta un uomo che non sa sottrarsi alle lusinghe di una donna di città e arriva per lei a progettare l'uxoricidio); Michael Curtiz, che lo volle in un doppio ruolo nella moderna parabola Noah's ark (1928; L'arca di Noè).
Negli anni Trenta interpretò un buon numero di western per lo più modesti, senza rinunciare a un dignitoso livello divistico e commerciale. Prese parte quindi alla Seconda guerra mondiale e, al ritorno, lavorò prevalentemente in televisione. Fu ancora Ford a offrirgli l'occasione di tornare al cinema in ruoli di contorno, specialmente quello dell'anziano ufficiale ricco di umana esperienza, nei primi due capitoli della 'trilogia sulla cavalleria', Fort Apache (1948; Il massacro di Fort Apache) e She wore a yellow ribbon (1949; I cavalieri del Nord-Ovest), e infine nel crepuscolare Cheyenne autumn (1964; Il grande sentiero).