BRUSCHI, Gaspero
Nacque a Firenze nei primissimi anni del sec. XVIII. Allievo dello scultore G. Ticciati, si distinse per alcune opere giovanili, fra le quali un busto del granduca Gian Gastone de' Medici e una statua di macigno che adorna l'arco di trionfo eretto nel 1739 in piazza S. Gallo a Firenze. La sua vita e la sua opera sono legate principalmente alla manifattura di porcellana di Doccia presso Firenze: assunto dal marchese Carlo Ginori in qualità di scultore e capo dei modellatori nell'anno stesso della fondazione (1737), vi rimase fino alla morte.
A lui si debbono tutte le principali realizzazioni plastiche del periodo artisticamente più importante della manifattura, ma talvolta è difficile distinguere l'opera propriamente creativa dall'opera del modellatore e ritoccatore di lavori di altri artisti; nel complesso può dirsi che l'antica manifattura toscana ebbe nel B. uno dei suoi principali artefici e un sensibile artista che seppe adattare la porcellana a una infinità di forme e di soggetti e dare alle sue plastiche una forte impronta personale, non inferiore a quella che altri artisti rinomati dettero a manifatture straniere più note.
Dapprima il B., seguendo i suoi criteri di scultore, tentò di realizzare con la porcellana statue di grandi dimensioni, generalmente utilizzando esempi dell'antichità classica e modellandoli con particolare forza espressiva, quali il Satiro che suona, conservato nel Museo di palazzo Madama a Torino, oppure Lo Scita detto l'Arrotino e la Venere, esposti nel Museo della Società ceramica Richard-Ginori a Sesto Fiorentino. Ben presto egli lasciò questo genere e dedicò la sua operosa attività a gruppi e statue di medie dimensioni di soggetto mitologico o religioso oppure alle piccole statuette soprammobili.
Fra le opere di argomento mitologico ricorderemo la Leda con il cigno (h. cm. 49) e Andromeda con il mostro del Museo Stibbert di Firenze, ambedue da modelli di M. Soldani Benzi, e il Giove con la lanterna (h. cm 64) del Museo di palazzo Madama di Torino, mentre fra quelle a carattere religioso citeremo la grande Pietà con sarcofago ed angeli (h. cm 67) della Hispanic Society of America a New York, la Pietà del British Museum di Londra, ambedue da modelli del Soldani, e infine il gruppo della Flagellazione del Museo dell'Ermitage di Leningrado.
Numerose sono le serie di statuette create dal B. medesimo o elaborate su modelli di altri artisti. Le più note sono quella detta degli Orientali composta di 24 figure, tre serie differenti delle Stagioni - di cui una derivante da modelli in avorio dello scultore tedesco B. Permoser (1651-1732) - diverse maschere, e le più piccole serie dette dei Caramogi, ossia dodici figure di nani, e delle Caccine, formate di dieci gruppetti di animali in lotta fra loro.
Un'opera di maggiore importanza, nella quale il B. mostrò la sua diretta derivazione dai migliori scultori del tardo barocco fiorentino, fu il busto in porcellana di Carlo Ginori (1702-57), nel quale l'artista seppe esprimere le doti di intelligenza e di forte carattere del fondatore della manifattura.
Il B. compose anche numerose opere più elaborate e complesse che rimangono a testimoniare della sua valentia e del suo estro creativo. Fra queste noteremo il Tempietto dedicato alle Glorie della Toscana e delle sue dinastie (h. cm 167), esposto al Museo dell'Accademia etrusca a Cortona, ed il grande Camino (h. cm 310), già presso l'antica manifattura di Doccia e recentemente collocato nel nuovo Museo della Società ceramica Richard-Ginori a Sesto Fiorentino.
Il B. fino dal 1740 era stato iscritto all'Accademia fiorentina del disegno: durante la sua lunga vita ebbe per principali allievi il figlio Giovacchino, il nipote ex fratre Giuseppe, Giuseppe Ettel e il modellatore Pietro Orlandini.
Morì a Doccia nel 1780.
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. Ginori Lisci, Filze Manifattura di Doccia e Corrispondenza 1737-1780; A. Lane, Italian Porcelain, London 1954, p. 33; K. Lankheit, Florentinische Barock Plastik, München 1962, pp. 182, 215 (70), 224; L. Ginori Lisci, La Porcellana di Doccia, Milano 1963; A. Wilson Frothingham, A Pietà in Doccia Porcelain, in The Connoisseur, CXL (1957), nov., pp. 197-202; L. Ginori Lisci, Some little-known porcelain from the Doccia Factory,ibid., CXLIV (1959), nov., pp. 157 s.