gaio
Nel senso di " vago ", " bello ", con tono leggiadro da linguaggio cortese, il termine compare in Vn VIII 4 14, ove si parla di una donna che fu di sì gaia sembianza (già definita dal poeta al § 1 donna giovane e di gentile aspetto molto), e in Rime LXI 12 lasciar le donne e lor gaia sembianza, passi in cui è da ricordare con Benvenuto (a If I 42) che " mulierem vagam solemus appellare gaiam vulgariter ".
A un significato affine a " felice ", " soddisfatto ", ci riconducono le attestazioni di Vn VIII 10 15 in gaia gioventute / distrutta hai l'amorosa leggiadria, e Rime C 33 tutti gli animali che sono gai / di lor natura (ove è da notare la posizione in rima difficile). La comune accezione di " allegro ", impiegata però con sottile figurato a esprimere il gioioso ardore di carità degli spiriti beati, ricorre in Pd XV 60 perch'io paia / più gaudïoso a te, non mi domandi, / che alcun altro in questa turba gaia, e XXVI 102 l'anima primaia / mi facea trasparer per la coverta / quant'ella a compiacermi venia gaìa, " cioè allegra " (Buti).