CRUGNOLA, Gaetano
Nacque a Induno Olona (Varese) il 5 marzo 1850 da Antonio e Amalia Ghiringhelli. Compiuti gli studi liceali presso il liceo "Beccaria" di Milano, si iscrisse all'università di Pavia; dopo il primo anno di studi di ingegneria, passò al politecnico di Zurigo, ove si diplomò ingegnere civile nel 1873. Nello stesso anno cominciò la professione in Svizzera, nelle ferrovie della Svizzera Occidentale, occupandosi della costruzione della linea Friburgo-Payerne-Yverdon e di quella Palesieux-Lyss. Presso le ferrovie svizzere rimase sino al 1879, raggiungendo la qualifica di ingegnere caposezione; successivamente si trasferì in Francia, al servizio di una società che stava costruendo la linea ferroviaria Clermont-Ferrand Tulle. attraverso il Massiccio Centrale. Presso la società francese, nei tre anni di permanenza, divenne capo di tutto il servizio; nel 1882 ritornò in Italia, a Teramo, per occupare il posto di ingegnere capo dell'Ufficio tecnico provinciale, vinto in seguito a concorso. Nella città abruzzese il C. rimase per quasi ventotto anni, anche se la sua intensa attività professionale, che richiedeva la sua presenza in varie località italiane ed estere, lo tenne lontano per periodi di tempo più o meno lunghi.
Le prime opere a carattere tecnico del C. risalgono al tempo della sua permanenza in Svizzera; continuò la sua opera di pubblicista per tutto il periodo passato a Teramo, su argomenti abbraccianti un vastissimo panorama (idraulica e costruzioni idrauliche, costruzioni stradali e ferroviarie, ponti, navigazione fluviale, critica letteraria, botanica, archeologia e storia dell'arte), mostrando in ogni campo grande competenza. Ben presto la sua fama si estese superando i confini nazionali: da ogni parte d'Italia fu invitato a far parte di commissioni per dirimere vertenze o esprimere pareri, a svolgere perizie per conto di tribunali e di società pubbliche e private. Per tre volte fu chiamato alla cattedra universitaria: nel 1888, presso la scuola di applicazione di Torino, per occupare, come vincitore di concorso, la cattedra di costruzioni idrauliche e stradali; nel 1901, presso la scuola degli ingegneri di Roma, per assumere la cattedra di costruzioni idrauliche, su invito del prof. L. Cremona; nel 1907, presso il politecnico di Milano, per occupare il posto di professore ordinario di costruzioni stradali e ferroviarie, su invito del rettore sen. G. Colombo. Rifiutò tutti questi incarichi sia per le insistenze dell'amministrazione provinciale di Teramo, che non voleva perdere la sua collaborazione, sia per le manifestazioni d'affetto della gente abruzzese, sia per motivi familiari (le sue due figlie si erano sposate a Teramo).
Nel 1907, nominato consigliere d'amministrazione delle Ferrovie dello Stato, presentò le dimissioni da capo dell'Ufficio tecnico provinciale di Teramo; anche in questa occasione le commoventi e unanimi insistenze lo costrinsero a rimanere. Per partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione dovette sottoporsi a frequenti viaggi tra l'Abruzzo e Roma; questi viaggi, fatti in ore notturne per ridurre il tempo sottratto al lavoro. più che l'intensa attività, minarono il suo fisico.
Nell'estate del 1910 si ritirò nella sua villa di Induno Olona per un periodo di riposo e di cure; qui lo colse la morte il 6 settembre dello stesso anno.
Nonostante la molteplicità dei suoi interessi e i suoi frequenti viaggi, il C. riuscì a non trascurare il suo lavoro a Teramo. Diede, infatti, un notevole impulso allo sviluppo della rete stradale della provincia (portata da meno di 300 km a 500); curò la progettazione e l'esecuzione di importanti opere pubbliche come la ferrovia Montesilvano-Penne, il porto-canale Pescara-Castellammare Adriatico, il rimboschimento dei bacini montani e le canalizzazioni per la navigazione interna. La ferrovia a scartamento ridotto Montesilvano-Penne, di 27km, realizzata dopo la morte del C., e il miglioramento qualitativo e quantitativo della viabilità consentirono di ridurre le secolari difficoltà di spostamento delle popolazioni dell'Abruzzo teramano. Per l'opera instancabile del C., la provincia di Teramo fu per lunghi anni tra le prime in Italia per le opere pubbliche.
Gli scritti del C. ammontano (tra libri, saggi, recensioni, ecc.) a diverse centinaia. Cominciò l'attività di pubblicista poco dopo aver conseguito il diploma di ingegnere a Zurigo; è infatti del 1874l'opera Metodo grafico per il calcolo dei movimenti di terra, pubblicata a Torino; nella stessa città dette alle stampe, nel 1879, la traduzione dal tedesco di un libro di J. Weyrauch sulla Stabilità delle costruzioni inferro ed in acciaio e calcolo delle loro dimensioni (ediz. orig., Lipsia 1876). Nel 1880pubblicò a Torino l'opera teoricopratica Sulla spinta delle terre e sui muri di sostegno, poiampliata nel 1883con l'altra Sui muri di sostegno delle terre e sulle traverse dei serbatoi d'acqua: in queste pubblicazioni il C. espose semplici formule per il calcolo dello spessore dei muri curvi, con particolare riferimento ai serbatoi contenenti acqua, illustrò con dovizia di particolari i metodi grafici sostitutivi del calcolo analitico e, per la prima volta in Italia, eseguì la determinazione dello spessore dei muri di sostegno tenendo conto anche della resistenza alla trazione; dette opere, le sue più note, furono tradotte in varie lingue.
Nello stesso anno 1883, sempre a Torino, il C. diede alle stampe, per i tipi dell'editore Negro, il Dizionario tecnico di ingegneria e architettura, compreso scienze, arti e materie affini. Quest'opera rappresenta il primo tentativo in Italia di dare forma sistematica a quel complesso di nozioni tecnico-scientifiche che cominciavano, in quel periodo, ad entrare nel linguaggio corrente e che dovevano far parte dei patrimonio culturale delle persone colte; in essa, che si compone di cinque volumi, tutti i vocaboli temici sono descritti nel loro significato e, per ognuno, è data la traduzione in inglese, francese e tedesco. Il Dizionario, pur privo di fotografie, schemi e disegni, è di facile. lettura, sia per l'accurata veste tipografica sia per il contenuto, esposto in forma piana senza pedanterie.
Altre opere da ricordare sono: Dei ponti girevoli in generale e di quello recentemente costruito per l'Arsenale di Taranto, Torino 1885; Sistema orografico, idrografico e archeologia preistorica della provincia di Teramo, Teramo 1892; La viabilità della provincia di Teramo, ibid. 1893. In quest'ultima pubblicazione è particolarmente interessante il "quadro poliometrico", tabella che fornisce tutte le distanze, verificate in gran parte dall'autore, fra i comuni della provincia, misurate sulle strade di collegamento, comprese le mulattiere.
Il C. fu anche un appassionato ed esperto conoscitore dei mondo vegetale; membro della Società botanica italiana, pubblicò numerosi articoli sul Nuovo Giornale botanico italiano, con interesse particolare alla geografia botanica. Ne è prova la ricerca che egli fece delle analogie tra specie vegetali presenti in Italia e nell'Africa della zona del Capo (cfr. Analogie fra la flora italiana e quella dell'Affica meridionale, in Nuovo Giorn. botan. ital., n. s., VI [1899], pp. 81-130), analogie che attribuì alle condizioni geologiche primitive della terra, più che alla somiglianza, invero scarsa, di terreni e climi nelle due regioni. Anche nel saggio La vegetazione del Gran Sasso d'Italia, Teramo 1894, preceduto da Le Genziane (ibid. 1889) e Le Pedicolari (ibid. 1891), ove sono elencate le specie vegetali osservate nel Teramano, il C. dedicava alcune pagine alla ricerca dell'origine della flora alpina.
In Un caso di atavismo nelle Orobanche (in NuovoGiorn. botan. ital., n. s., VI [1899], pp. 368-383) il C. cerca parentele ed analogie tra specie, per una più precisa ricostruzione tassonomica, sulla base d'anomalie, che egli attribuisce non già a fenomeni teratologici, ma ad atavismo.
Per quanto riguarda gli scritti brevi, cioè articoli su varie questioni, recensioni, relazioni, ecc., ne pubblicò un numero elevato, dal 1892al 1910, principalmente su L'Ingegneria civile e le arti industriali, Il Politecnico, Rivista abruzzese di scienze, lettere e arti, Il Monitore tecnico, La Rassegna, Il Nuovo Giorn. botan. ital., Annali della Soc. ingegneri e architetti ital., Rend. del R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Del R. Istituto lombardo il C. era socio corrispondente nella classe di scienze matematiche e naturali fin dall'aprile 1902.
Tra gli articoli più interessanti ricordiamo La conduttura d'acqua di Scutari e di Kadikoi (pubblicato su L'Ingegneria civile e le arti industriali, XXV [1899], 15, pp. 125-28); Nuovi studi intrapresi in Germania per ricercare la causa delle inondazioni e i provvedimenti atti a scemarle (ibid., XXV [1899], 12, pp. 101-108); Il gotico del duomo di Milano e la certosa di Pavia (ibid., XXV [1899], 43 pp. 40-47); L'esercizio governativo delle strade ferrate (ibid., XIX [1893], 10, pp. 156-159) in cui il C. si dichiarò favorevole alla gestione privata delle ferrovie ed al ribasso del prezzo dei biglietti, al fine di aumentare, attraverso l'incremento del numero dei viaggiatori, le entrate. Gran parte degli scritti brevi sono recensioni di opere straniere, soprattutto tedesche, che egli leggeva nelle lingue originali (conosceva perfettamente il francese, il tedesco e l'inglese); ogni sei mesi infatti il C. pubblicava in italiano una rassegna di argomenti tratti dallo Zeitschrift fur Bauwesen, periodico tedesco diretto dal suo amico E. Keller, consigliere imperiale dei Lavori pubblici.
È infine da ricordare un'importante ricerca, che non vide la stampa, svolta quando il C. faceva parte del consiglio d'amministrazione delle Ferrovie dello Stato, su alcune specie arboree che avrebbero dovuto sostituire la quercia nella fabbricazione delle traversine ferroviarie.
Il C. fu, tra l'altro, membro delle commissioni per il riordinamento dei porti di Genova e Napoli, di quella per l'inchiesta sul palazzo di giustizia di Roma, per lasistemazione del Tevere, per i danni al porto di Civitavecchia, per l'acquedotto pugliese, per l'utilizzazione delle sorgenti del Piano della Mussa (Torino); arbitro in numerose vertenze tra il ministero dei Lavori Pubblici e ditte appaltatrici di lavori di tronchi ferroviari in varie parti d'Italia.
Bibl.: Necr. in Cronaca prealpina (Varese), 8 sett. 1910; Bull. della Soc. bot. ital., VII (1910), 9, pp. 123 ss.; L'Italia centrale, 8 sett. 1910, p. 1320; Il Monitore tecnico, XVI (1910), 25, p. 35; Rivista abruzzese di scienze, lettere e arti, XXV (1910), pp. 637-643.