CESARI, Gaetano
Nacque a Cremona il 24 giugno 1870 da Ambrogio e da Carolina Bonaretti. Dapprima avviato agli studi, giunto alla terza media dovette interromperli per problemi familiari, ed entrò nell'officina meccanica del padre. Le sue attitudini musicali non avevano ancora avuto modo di imporsi all'attenzione dei familiari e al momento di riprendere gli studi, per desiderio della madre si iscrisse all'istituto tecnico, frequentandovi per qualche tempo i corsi di disegno. La musica tuttavia era al centro dei suoi interessi. Entrato in conservatorio a Milano nel 1887, vi si diplomò in violoncello nel 1891, e intraprese anche lo studio della composizione. Nello stesso anno 1891 entrava nell'orchestra del teatro alla Scala, e cominciava per lui un periodo di attività concertistica che, garantendogli l'indipendenza economica, doveva permettergli di dedicarsi ai suoi studi prediletti. Dal 1894 egli era ad Amburgo, dove suonava in orchestra, e nello stesso tempo attendeva a completare gli studi di composizione.
Nel periodo di Amburgo, ricordato dallo stesso C. in una lettera alla moglie come particolarmente felice e fruttuoso sul piano delle esperienze musicali, ebbe modo di frequentare molti concerti, alcuni dei quali di importanza veramente storica per il prestigio degli esecutori e l'interesse dei programmi. Rimasero indimenticabili per lui le esecuzioni di Wagner e dei grandi classici tedeschi dirette da G. Mahler. Passò quindi in Svizzera, sempre impegnato nell'attività concertistica, e successivamente, Fra il 1904 e il 1907, a Monaco, dove si dedicò ad approfondire lo studio della composizione e del clavicembalo alla Akademie der Tonkunst. A Monaco il C. era giunto non ancora in possesso della licenza liceale che conseguì a Pavia, presso la scuola "Ugo Foscolo", durante una breve interruzione del soggiorno in Germania. Tornato a Monaco, si iscrisse alla facoltà di filosofia per frequentarvi in particolare le lezioni di acustica (tenute dal Groetze), estetica (Lipps), paleografia musicale (Th. Kroyer) e storia della musica (A. Sandberger). La sua tesi di laurea, su di un argomento che in quel periodo si prospettava veramente irto di difficoltà e comportava lo studio di un materiale ancora assai poco esplorato, aveva come titolo Die Entstehung des Madrigals im 16. Jahrhundert.Il riconoscimento per la qualità del suo lavoro - che gli aveva fruttato la laurea magna cum laude -fu unanime, e il C. non tardò ad imporsi come musicologo di livello. L'opera fu poipubblicata anche in italiano, col titolo Le origini del madrigale musicale cinquecentesco, nel 1912, sulla Rivista musicale italiana, XIX, 1, pp. 380-428.
Nel 1908, al suo ritorno in Italia, il C. aveva raccolto un notevole materiale relativo al periodo da lui studiato, e stava già affrontando lo studio della musica monteverdiana. In seguito sarebbe maturato nella sua mente il progetto - da lui sentito quasi con l'urgenza di un obbligo morale - di una edizione nazionale degli opera omnia del suo grande concittadino.
In Italia il C. si impegnò in un'intensa attività di critico - collaborava a periodici italiani (Il Secolo,Il Corriere della Sera,La Rivista musicale italiana)e stranieri (Revue des pays latins,Bulletin de la Société internationale de musicologie)-, di musicologo e di docente.
La professione del musicologo richiedeva in quegli anni un impegno e una dedizione veramente fuori dal comune. Gli studi musicali erano - e sarebbero rimasti ancora per molto tempo - misconosciuti dagli ambienti accademici italiani. Il patrimonio musicale necessitava con urgenza di tutela, studio, schedatura. La musica italiana dei secoli passati era quasi sconosciuta non solo al pubblico ma anche alla maggior parte dei cultori, ed era totalmente estranea ai programmi degli esecutori. Il suo studio, del tutto eccezionale nell'ambito delle università, era impostato nei conservatori con una superficialità scoraggiante, e avulso da ogni rapporto storico e culturale.In questa situazione si trovò ad operare il C., divenuto professore di storia della musica al conservatorio di Milano (dove per diversi anni fu anche bibliotecario), e poi all'università, e alla scuola superiore civica "A. Manzoni". Negli anni del lungo soggiorno milanese il C. svolse un prezioso lavoro di tutela e schedatura del patrimonio musicale locale; studiò i manoscritti di teoria musicale della Biblioteca Ambrosiana, pubblicandone il Catalogo ragionato (1911); nel 1917, per incarico del ministero della Pubblica Istruzione, gli fu affidata la tutela delle partiture originali di Casa Ricordi (collezione di importanti autografi), mentre l'amministrazione della Fabbrica del duomo affidava a lui le musiche dell'archivio della cappella, patrimonio di inestimabile valore, che il C. non solo conservò e protesse dai rischi bellici, ma riordinò compilandone l'inventario.
Nel 1910, ricorrendo il centenario della nascita di Schumann e di Chopin, il C. tenne al conservatorio di Milano una conferenza commemorativa; per incarico del comune curò poi con Alessandro Luzio l'edizione dell'epistolario verdiano (I copialettere di G. Verdi, Milano 1913); sempre per incarico del comune pubblicò a Torino nel 1917 una esemplare monografia sul musicista milanese Giorgio Giulini, nel secondo centenario della nascita, in cui studiava a fondo l'ambiente musicale lombardo verso la metà del sec. XVIII.
A lui inoltre furono affidati numerosi incarichi dal ministero della Pubblica Istruzione e da istituzioni ed enti culturali: fu commissario nel concorso per bibliotecario al conservatorio di Napoli, membro effettivo e permanente della commissione governativa per la libera docenza in storia della musica, commissario del Museo teatrale alla Scala, membro del consiglio della Fabbrica del duomo di Milano, e rappresentante del teatro alla Scala.
Al primo congresso internazionale di musicologia (Torino 1921) parlò sul tema "Le funzioni, i metodi, gli scopi della critica musicale" e, col consueto rigore intellettuale, definì i compiti e le motivazioni del lavoro critico e musicologico come egli lo intendeva.
Tra i lavori di maggior impegno progettati dal C. c'è la serie delle Istituzioni e monumenti dell'arte musicale in Italia, pubblicati a Milano dall'editore Ricordi tra il 1931 e il 1956, in collaborazione con altri studiosi. Sua è la prefazione al secondo volume Origini della canzone strumentale detta alla francese (1932), mentre altri volumi furono portati a termine, dopo la sua morte, da alcuni collaboratori, sulla base del materiale - diversi appunti, trascrizioni - da lui lasciato.
Al già fecondo filone di studi sulla cultura musicale milanese e lombarda appartengono inoltre Musica e musicisti alla corte sforzesca, Torino 1922 (sulla base di documenti d'archivio della cappella metropolitana di Milano); l'edizione anastatica della Theoria Musicae di Gafurio (Roma 1934), per incarico della Accademia d'Italia, e Amilcare Ponchielli nell'arte del suo tempo. Ricordi e carteggi (Cremona 1934).
Ma il progetto di gran lunga più importante da lui avviato negli ultimi anni di vita - pensato, desiderato e concepito sin dal 1907 - fu l'edizione delle opere complete di Monteverdi. Un tale progetto - arrestatosi al primo volume, postumo nel 1939 (La musica in Cremona nella seconda metà del sec. XVIe i primordi dell'arte monteverdiana...), edito a cura di G. Pannain, su appunti del C., a Milano - se da un lato rispondeva ad un interesse radicato in lui sin dai lontani anni della sua tesi di laurea (e si ricordi anche la sua relazione Die Entwicklung der Monteverdischen Kammermusik al congresso di musicologia tenuto a Vienna nel 1909), era anche motivato dalla volontà di fornire, con una edizione moderna, i mezzi necessari alla diffusione e conoscenza del primo Seicento musicale italiano, quasi del tutto ignoto o mai noto al pubblico come pure ai musicisti.
Altre iniziative notevoli del C. furono la traduzione del testo della bachiana Passione secondo Matteo, in collaborazione col Boito, per darne una adeguata versione italiana, e la traduzione della Storia della musica attraverso l'immagine di G. Kinsky, corredata di una sua introduzione (Milano 1930). Un altro lavoro degno di nota per la sua utilità didattica fu il volumetto delle Lezionidi storia della musica..., corredato da esempi musicali, che riprendeva gli argomenti da lui trattati nei suoi corsi universitari.
Morì nella sua casa di Sale Marasino (Brescia) il 21 ott. 1934.
Tra gli scritti più importanti del C. vanno inoltre ricordati: Die Entwicklung der Monteverdischen Kammermusik, in III. Kongress der Intern. Musik-Gesellschaft,Wien 1909, Wien1909 pp. 153-156; L'Orfeo di C. Monteverdi all'Associazione di amici della musica di Milano, in Riv. music. ital., XVII(1910), pp. 132-178; Catalogo delle opere musicali, s. 3, Catalogo delle opere musicali esistenti nella città di Milano, I, Biblioteca Ambrosiana, Parma 1911; Prefazione a G. Benvenuti, A. e G. Gabrieli e la musica strumentale in S. Marco, in Istituzioni e monum. dell'arte musicale in Italia, Milano 1932; Lezioni di storia della musica tenute da G. Cesari nella R. Univ. di Milano. Riassunte e corredate da una appendice di esempi musicali e di figure. I periodi. Dal canto monodico solistico e corale dagli inizi della melopea liturgica cristiana a tutto il Medioevo, ibid. 1931; La musica in Cremona nella seconda metà del sec. XVI e i primordi dell'arte monteverdiana. Madrigali a 4 e a 5 voci di M. A. Ingegneri. "Sacrae Cantiunculae" e Canzonette di C. Monteverdi a cura di G. Pannain su appunti di G. Cesari, in Istituzioni e monumenti dell'arte musicale in Italia, VI, Milano 1939; traduzione di J. B. Beck, Le melodie dei trovatori, ibid. 1939; Le Frottole nella edizione principe di O. Petrucci,testo e musiche pubblicate in trascrizione integrale, I, Libri I-III nella trascrizione di G. Cesari, Cremona 1954; una raccolta di Scritti inediti èstata curata da F. Abbiati, Milano 1937.
Bibl.: I. Pizzetti, G. C., Milano 1935; A. Galletti, Il pensiero umanistico in G. C., Milano 1935; G. C. nei discorsi commemor. di I. Pizzetti eA. Galletti, Milano 1937; R. Monterosso, Guida alla Biblioteca di G. C., Cremona 1949; Enc. della Musica Ricordi, I, p. 451; La Musica,Diz., I, p. 382; Die Musik inGesch. und Gegenwart, II, coll. 982 s.