Poeta latino del 1º sec. a. C., che Orazio ricorda (Sat. I 10, 36-37, II 5, 40-41) come autore di turgidi versi su Memnone e sul Reno e le Alpi, cioè, secondo i commentatori antichi di Orazio, di un poema su Memnone (verosimilmente una Aethiopis) e di un altro dal titolo Pragmatia (altrimenti Annales) belli Gallici, sulle imprese galliche di Cesare. L'identificazione con Furio Bibaculo, ricorrente negli antichi commenti oraziani, è messa generalmente in dubbio dai moderni, ai quali né l'argomento né lo stile dei poemi di F. A. sembrano potersi accordare con l'appartenenza di Bibaculo al gruppo dei poetae novi.