fungo
Organismo eucariote filamentoso, che trae il proprio nutrimento da altri organismi, vivi o in decomposizione. I f. possono assumere aspetto macroscopico oppure essere di dimensioni microscopiche. I filamenti (micelio) che i f. producono sugli organismi animali o vegetali sono detti muffe. Molti f. contengono sostanze tossiche per l’uomo o producono spore contenenti potenti tossine (micotossine). F. patogeni: detti anche miceti, microrganismi responsabili delle varie forme di micosi. ● In patologia, per somiglianza morfologica, appellativo di formazioni tissutali. F. articolare: tessuto di reazione che prolifera nei recessi sinoviali delle articolazioni colpite da tubercolosi. F. ombelicale: il tessuto granulomatoso (granuloma ombelicale), non epitelizzato, secernente sierosità ematica, che residua talora al punto di distacco dal cordone ombelicale: può rappresentare l’ingresso di infezioni settiche (flemmoni, eresipela, tetano); si cura con detersione accurata (alcol, acqua ossigenata), aspersione di allume polverizzato, causticazione con nitrato d’argento, protezione con medicazione sterile.
I casi più noti di avvelenamento vengono causati dall’ingestione di f. come alimento; tra questi i più gravi sono provocati da due micotossine di Amanita phalloides, la falloidina che causa la rottura degli epatociti, e l’amanitina che attacca le cellule della mucosa gastrica e intestinale. Gravi avvelenamenti sono causati dalle aflatossine (➔), prodotte da Aspergillus flavus, f. che cresce sui cereali e le derrate alimentari; le aflatossine si inseriscono nella struttura degli acidi nucleici, agendo come mutageni e cancerogeni. La loro attività si esplica soprattutto nel fegato, dove vengono metabolizzate e trasformate in composti instabili fortemente reattivi. Anche i f. del genere Fusarium, saprofiti del mais, producono tossine pericolose, dette fumonisine (➔). Altre specie di f. tossici appartengono al genere Claviceps (la più nota è C. purpurea, agente della segale cornuta) che producono ergotina (acido d-lisergico), un allucinogeno da cui deriva l’LSD. L’ingestione di ergotina può provocare allucinazioni, processi cancrenosi, spasmi, convulsioni, aborto; oltre all’ergotina, C. purpurea produce l’acido secalonico D, un agente teratogeno.