ORSINI, Fulvio
Studioso di antichità classiche. Figlio naturale di un Orsini, nacque a Roma l'11 dicembre 1529 e ivi ìl i8 maggio 160o. Fu sepolto in S. Giovanni Laterano. E. Q. Visconti elogiò in lui la sapienza e il discernimento che spiegava nel raccogliere antichità, e, per l'interesse che portava al raccogliere ritratti, lo chiamò "il padre della iconografia antica". Infatti la sua raccolta di Elogia Virorum illustrium conserva tuttora un valore documentario per la identificazione di alcuni ritratti, data la perdita di taluni pezzi ivi pubblicati (v. iconografia).
Incoraggiato dal canonico Delfini e dal vescovo A. Colocci, egli fu collezionista, letterato e bibliofilo.
Dapprima bibliotecario di Ranuccio Farnese, egli, già canonico di S. Giovanni, passò nel 1588, morto Ranuccio, a curare ed integrare le collezioni del fratello di questi, il card. Alessandro. Tra i codici che egli aveva raccolto nella sua biblioteca si trovava anche il codice Virgiliano miniato, poi Vaticanus 3225 (v. illustrazione) da lui acquistato a Padova nel 1579 dal canonico T. Bembo, che lo aveva ereditato nel 1547 dal padre Card. P. Bembo.
Una copia dell'inventario delle sue collezioni, di cui abbiamo notizia dal testamento dell'O. stesso, ci fa noto come egli possedesse pietre incise, disegni, marmi, iscrizioni, in numero rilevante, e per cui spese ingenti somme. Tutto questo materiale andò in parte alla Bibl. Vaticana, di cui l'O. fu, dal 1581, "correttore Greco", e parte ad Odoardo Famese, e quindi al museo di Napoli.
Nel 1577, l'O. rifiutò la cattedra a Vilna, in Lituania. Ci restano, dell'O., oltre a un elogio in versi greci di Benedetto Egio, del 1555 una traduzione di Apollodoro, con testo a fronte, una collezione di Virgilio con passi di scrittori greci, uscita ad Anversa nel 1567; pure ad Anversa, nel 1568, uscirono i Carmina IX illustrium foeminarum, mentre sono del 1570 gli Elogia virorum illustrium, usciti a Roma, e del 1597 i commentari a Columella; fece inoltre edizioni di Cesare (1575), di Festo (1582), e fu sua la prima edizione del De legationibus di Polibio, uscita ad Anversa, nel 1582.
Fu merito dell'O. la conservazione degli Atti degli Arvali, scoperti nel 1570 a Roma, presso Porta Portese; fra i suoi manoscritti vi era il Virgilio, già del Pontano, un Terenzio, del V sec., il canzoniere autografo del Petrarca, il Boerio, trascritto di mano dal Boccaccio, già di P. Bembo. L'abilità dell'O. di riconoscere i falsi fu ammirata dal Baronio; e, certo, per i molteplici interessi e l'erudizione, nonostante talune inesattezze, specie in campo iconografico, si può convenire col giudizio che dell'O. diede il Visconti.
Bibl.: P. de Nolhac, Les collections de F. O., Roma 1884; id., La bibliothèque de F. O., Roma 1887.