Vedi FREJUS dell'anno: 1960 - 1994
FRÉJUS (Colonia Octavanorum Pacensis Classica Forum Iulii)
Antica città portuale della Garna Narbonense, che non sembra essere stata utilizzata dalla Marsiglia greca, i cui porti più vicini erano Saint-Tropez (Athenopolis) e Cavalaire (Heraclea Caccabaria). Fu creata da Cesare o dai triumviri.
Aveva un ruolo strategico, terrestre e marittimo nello stesso tempo: dominava la strada della Spagna che, attraverso la vallata dell'Argens fra i Maures e l'Estérel, penetra nel retroterra in direzione di Aix; e la sua rada costituiva un porto di 22 ettari, ben difeso. Esso fu oggetto di lavori di sistemazione sotto il Triumvirato: Ottaviano e Agrippa costruirono uno degli arsenali in collegamento con quello che avevano creato al lago Lucrino, presso Baia, destinato a soppiantare Marsiglia, distrutta da Cesare nel 49 a. C. Fu utilizzato durante le guerre contro Pompeo, che era padrone della Sicilia e aveva contatti con Marsiglia. Ottaviano vinse successivamente Pompeo nel 36 a. C. presso Messina, e Antonio nel 31 ad Azio. La flotta di Antonio, forte di 3oo galere, fu trasferita a F., che divenne la principale base militare del Mediterraneo occidentale, alla pari con Miseno e con Ravenna; ma questa funzione di porto di guerra ebbe breve durata e il porto decadde dall'età di Augusto in poi.
La città comprende due parti distinte: il porto coll'accampamento militare, le terme, l'arsenale con i cantieri di costruzione navale; e la colonia della viii Legione. Il porto, che preannuncia quello di Ostia, era stato creato con la sistemazione di una laguna nella quale un canale di derivazione dell'Argens serviva di scarico per impedirne l'interramento. Era circondato da una cinta di mura e protetto da due cittadelle: a N-E la "Piattaforma" col Praetorium e il colle Saint-Antoine a S-O. L'entrata del porto, larga 8o m, era difesa da due torri fra le quali veniva tesa una catena: a S rimane ancora una di queste torri, la "lanterna di Augusto"; in fondo al porto un faro a tre piani, di cui si vede ancora la base, serviva alle segnalazioni, sul tipo dei fari di Ostia, di Ravenna e di Boulogne.
La colonia circondata da un bastione con torri rotonde, che andava da una cittadella all'altra, aveva un tracciato regolare; rimangono le porte ad arco del decumanus (porte di Roma e delle Gallie) e resti delle porte del cardo. Nell'interno sorgeva il teatro, la cui platea di pietra sembra sostenesse delle scalinate lignee; fuori della cinta, l'anfiteatro e le terme con palestra. Si vedono ancora rovine notevoli dell'acquedotto che alimentava il castello d'acqua. Nell'epoca barbarica le dimensioni del castrum si ridussero (villa di Riculfo) al riparo della cinta del porto.
La città fu sede di un vescovato che pare sia stato costituito nel 374, al Concilio di Valenza. Della chiesa primitiva rimane il battistero ottagonale sormontato da una cupola, con piscina centrale, sul tipo del battistero di Albenga. La cattedrale, con un chiostro di gallerie a due piani, e la canonica risalgono al periodo romanico.
Bibl.: Ihm, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 69, s. v. Forum Julii; A. Donnadieu, La Pompei de la Provence. Fréjus, Parigi 1927; id., Le Fouilles de Forum Julii, in Congrès arch. de France, Aix et Nice, 1932, pp. 264-276; id., Fréjus. Le port militaire de Forum Julii, Parigi 1935; id., Le canal de dérivation de l'Arges dans le port de Fréjus, in Bull. Soc. d'Études de Draguignan, 1938; id., Les portes du Decumanus maximus, ibid., 1939; id., Le Baptistère de Fréjus,in Compt. rend. de l'Ac. des Inscr., 1944, p. 277-291; J. Formigé, Fréjus, Le Baptistère, in Congrès arch. de France, Aix et Nice, 1932, pp. 244-277; id., Le Baptistère, in Compt. rend. de l'Ac. des Inscr., 1945, pp. 302-313; Forma Orbis Romani, II, Var., 1932, n. 4.