Teologo e filosofo (Pietroburgo 1837 - Basilea 1905), prof. di storia della Chiesa nell'univ. di Basilea (1870-97). Muovendo da una critica mordente della contemporanea teologia protestante, tanto "liberale" quanto "apologetica", O. approdò a una totale negazione della teologia in quanto "Satana della religione", in nome di quell'autentico cristianesimo delle origini che dai Padri della Chiesa in poi aveva sperimentato un continuo processo di decadenza. Spirito "religioso" alla maniera di Nietzsche, al quale fu legato da un'intima amicizia, tentò nei suoi scritti della seconda fase (postumi: Das Johannesevangelium, 1911; Vorgeschichte und Jugend der mittelalterlichen Scholastik, 1917; Christentum und Kultur, 1919) una "storia profana della Chiesa", dove il cristianesimo è tutto riassunto nella negazione del mondo e della carne, nell'attesa apocalittica.