Bonnot, Françoise
Montatrice francese, nata a Bois-Colombes (Hauts-de-Seine) il 17 agosto 1939. È diventata famosa per il montaggio dei thriller politici di Constantin Costa-Gavras, ai quali ha saputo imprimere un ritmo serrato, come quello che caratterizza Z (1969; Z ‒ L'orgia del potere), film che le procurò nel 1969 un premio Oscar. Da allora firmò quasi tutti i film di Costa-Gavras, specializzandosi negli intrecci thriller e nella gestione della suspense, diventando ben presto famosa per aver saputo conferire uno stile 'europeo' alla costruzione delle scene d'azione, fino ad allora prerogativa dei montatori statunitensi.
Intraprese la carriera di montatrice al principio degli anni Sessanta con i lungometraggi diretti dal marito Henri Verneuil, per il quale montò film di provenienza letteraria interpretati da star dell'epoca come Anthony Quinn e Jean Gabin. Il miglior lavoro di questo periodo fu il montaggio di La vingt-cinquième heure (1966; La venticinquesima ora), caratterizzato da un incalzante procedere del racconto. Alla fine del decennio la svolta nella sua carriera fu rappresentata dall'incontro con il giovane Costa-Gavras. Dopo aver realizzato Z, che si affermò trionfalmente nei festival e nelle sale d'essai di tutto il mondo, Jean-Pierre Melville la chiamò a montare L'armée des ombres (1969; L'armata degli eroi) e Dario Argento le affidò il montaggio di Quattro mosche di velluto grigio (1971). Al suo gusto del ritmo sospeso si deve attribuire, almeno in parte, l'angosciosa bellezza di Le locataire (1976; L'inquilino del terzo piano) di Roman Polanski. Le sue opere suscitavano sempre l'interesse degli americani e dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, e un altro esordiente francese, ricco di talento, Jean- Jacques Annaud, ottenne l'Oscar per il miglior film straniero grazie a un film da lei montato, Noirs et blancs en couleur (1976; Bianco e nero a colori). La presenza della sua mano nei film di Costa-Gavras è stata costante e riconoscibile, da L'aveu (1970; La confessione) a État de siège (1973; L'amerikano), da Clair de femme (1979; Chiaro di donna) a Missing (1982; Missing ‒ Scomparso), da Hanna K. (1983) a Mad City (1997; Mad City ‒ Assalto alla notizia). Nella seconda metà degli anni Ottanta si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha avuto il compito di gestire la difficile edizione del film che ha segnato la rentrée del fluviale narratore Michael Cimino, Year of the dragon (1985; L'anno del dragone) e del suo successivo The Sicilian (1987; Il siciliano). Ha montato anche i film di Alexandre Gavras, figlio di Costa-Gavras, e di Patrick Malakian, figlio di Verneuil. Tra i montatori europei si è rivelata una delle poche a godere del pieno credito dei produttori statunitensi, che le hanno affidato l'edizione di kolossal come 1492: Conquest of paradise (1992; 1492 ‒ La scoperta del paradiso) di Ridley Scott, e Titus (1999) di Julie Taymor. Fra gli altri registi per i quali ha lavorato, Patrice Chéreau, Volker Schlöndorff, Roland Joffé e Nicole Garcia.
R. Prédal, Le montage: l'expression précise d'une idée. Entretien avec Françoise Bonnot, in "CinémAction", 35, 1985, pp. 106-11.