MACIÁ, Francisco
Uomo politico catalano, nato a Villanueva y Geltrú il 21 ottobre 1859, morto a Barcellona il 25 dicembre 1933. Ufficiale dell'esereito spagnolo dapprima, poi membro del partito separatista catalano e dal 1907 deputato al parlamento, ebbe parte preminente nella vita politica solo dopo il 1919, quando, fallito dinanzi alle Cortes il progetto Cambo di accordare alla Catalogna un parlamento proprio e una propria amministrazione, si pose alla testa degli elementi più intransigenti (il gruppo della Acciò Catalana), convinti ormai che la sorte della Catalogna sarebbe stata decisa favorevolmente ai loro voti soltanto se fosse radicalmente mutato il regime politico spagnolo. Perciò il nuovo partito fu, ad un tempo, partito autonomista e repubblicano. Costretto a lasciar la Spagna, nel 1924, diresse da Parigi l'attività dei separatisti catalani; imprigionato nel 1926 per aver tentato di organizzare un'insurrezione armata nella Spagna, tornò di nascosto a Barcellona nel settembre 1930, dopo la caduta del governo di Primo de Rivera. Arrestato ed espulso dalla Spagna, ottenne la grazia nel febbraio 1931; e tornato subito a Barcellona alla caduta della monarchia, organizzò il 16 aprile la repubblica catalana, di cui fu il capo. Tuttavia si accordò subito col governo di Madrid, in guisa da evitare la separazione della Catalogna dalla Spagna.