Lomonaco, Francesco
Letterato e politico (nato a Montalbano Ionico, Lucania, nel 1772 - morto suicida nelle acque del Ticino, nel 1810); allievo e amico a Napoli di M. Pagano e di D. Cirillo, prese parte alla rivoluzione partenopea del 1799; esule, fu poi professore di storia e geografia nella Scuola Militare di Pavia.
Fra le sue opere spiccano le Vite degli eccellenti italiani, pubblicate nel 1802, fra le quali trova posto quella di D., la quale, come tutte le altre, ha un fine spiccatamente patriottico. Il L. accosta infatti D. a Eschilo e Sofocle, lo chiama l'" Omero toscano ", e scrive che l'Alighieri intitolò la sua opera Commedia, " non già perché usa una locuzione bassa, come il volgo degli eruditi ha creduto, ma solo perché schernisce e proverbia non meno i costumi de' laici che que' dei chierici ". La Vita piacque al Rovani, che l'inserì nella sua Storia delle Lettere e delle Arti in Italia (Milano 1855), e ispirò a suo tempo il sonetto al L. del giovanissimo Manzoni. Il L. esalta D. anche nei suoi Discorsi letterari e filosofici (Milano 1809) per la sua originalità, chiamandolo " uno dei più grandi pittori della natura ", e lodandone la " sublimità metafisica " dell'eloquio, specie del Paradiso.