FANELLI, Francesco
Nacque a Livorno l'8 marzo 1869 da Adamo ed Emilia Marchetti, entrambi di origine senese. Si trasferì nel febbraio 1879 a Castelnuovo Garfagnana. Conclusi gli studi elementari, ricevette i primi insegnamenti artistici nell'istituto d'arte "A. Passaglia" di Lucca, che frequentò dall'83 all'87 sotto la guida di L. Norfini e M. Marcucci. Per la particolare propensione al disegno ottenne la medaglia di bronzo nello studio dal gesso (I postmacchiaioli, 1991). Come molti giovani concittadini, entrò nell'orbita di Silvestro Lega e partecipò, dopo la chiusura della mostra livornese dell'86, alle riunioni della trattoria del Volturno a Firenze, dove si dibatteva il problema della mutazione della "macchia" in senso impressionista. Nonostante la sua attiva partecipazione a tali problematiche e l'influenza esercitata sul gruppo da Lega e da A. Müller, il F. mantenne il suo linguaggio pittorico tardomacchiaiolo, come dimostrano alcuni Studi dal vero presenti nelle Promotrici fiorentine del 1889 e del 1891-92.
Nel gennaio 1892 si iscrisse alla scuola libera del nudo presso l'Accademia di belle arti di Firenze, che frequentò fino al '95 e poi nuovamente tra il 1902 e il 1905. Diventò amico fraterno di Ferruccio Pagni, suo compagno di studi; il sodalizio con questo artista fu determinante per l'evolversi della sua pittura. Infatti proprio tramite Pagni scoprì Torre del Lago, sulle sponde del lago di Massaciuccoli, il cui paesaggio rappresentò per lui la maggiore fonte di ispirazione. Il suo primo insediamento risale all'epoca della mostra estiva allestita a Viareggio nel '93, per iniziativa sua e di Pagni. Le opere inviate alle Promotrici di Firenze già a partire dal '94-'95, In capanna e Palude di Massaciuccoli, testimoniano la sua attenzione per gli aspetti più suggestivi di quei luoghi tranquilli. Nel 1896 partecipò a Torino alla I Esposizione triennale d'arte con In campagna e Inverno. A Firenze, in occasione della festa dell'arte e dei fiori del 1896-97, espose le opere Rami secchi, Palude e L'appello. Fu presente a Milano nel 1897 alla III Esposizione triennale d'arte con due Studi e di nuovo a Torino l'anno successivo all'Esposizione nazionale d'arte con Contadina toscana.
In questi anni Pagni, il F., R. Gambogi, P. Nomellini e i fratelli Angiolo e Lodovico Tommasi fondarono il club "La Bohème" sulle rive di Torre del Lago, dove si era trasferito da poco Giacomo Puccini, divenuto l'ospite d'onore e il punto di riferimento per tutti.
La lontananza del F. da Livorno e dai luoghi storici della "macchia" provocò un cambiamento nel suo stile, che, pur conservando qualche traccia della formazione macchiaiola, si avvicinò all'impressionismo. Alcune vedute del lago dipinte verso la fine del secolo dimostrano la sua ricerca appassionata degli effetti del sole, che riuscì a rendere con tecnica sapiente e arditi colori, come nell'opera di grandi dimensioni Due fanciulle sul lago (cfr. I postmacchiaioli, 1993, fig. 50), esposta alla Promotrice fiorentina del 1899-1900 insieme con La sera e Ritorno dal lavoro. Per la villa Orlando a Torre del Lago e per la villa Ginori alla Piaggetta, eseguì alcuni dipinti a tempera di carattere decorativo (tuttora conservati), tramutando in raffinati grafismi il motivo ricorrente delle erbe e delle canne lacustri.
Il F. continuò ad esporre in varie città d'Italia, ripetendo insistentemente gli stessi titoli e motivi. Nel 1900 partecipò a Genova alla mostra della Società di belle arti con Acque morte e L'autunno nei boschi e nello stesso anno a Milano alla IV Esposizione triennale d'arte con le opere Nel lago e In campagna. Nel 1901 inviò alla III Esposizione d'arte di Livorno Plenilunio e Sera. L'anno successivo prese parte alla I Esposizione quadriennale d'arte di Torino con le opere In caccia, La notte e Alba lunare. La sua regolare partecipazione alle Promotrici fiorentine è registrata negli anni 1889, 1891-92, 1892-93, 1894-95, 1899-1900, 1901, 1902, 1903, 1904, 1905 e 1915. Intervenne all'Esposizione della Società di belle arti di Milano del 1904 con il dipinto La nube. Fu nuovamente presente a Firenze nel 1905-06 alla I Esposizione dell'Associazione degli artisti italiani con Verso sera e l'acquarello Paese; nel 1911 partecipò all'Esposizione retrospettiva italiana e regionale toscana, sempre a Firenze, con Pesca notturna al chiaro di luna e i due pastelli Chiaro di luna sul molo di Viareggio e Notte sul lago. In questi anni, come si può notare dai titoli delle opere, dipinse prevalentemente paesaggi di Torre del Lago e della darsena di Viareggio. Si cimentò anche nel ritratto, genere di cui restano scarse testimonianze, tra cui il bellissimo Autoritratto (cfr. Fra il Tirreno..., 1990, fig. 6), dedicato "All'amico Franceschi", riferibile al primo decennio del secolo.
Nel 1912 il F. si trasferì a Viareggio, inserendosi attivamente nella vita culturale della cittadina. Partecipò alla nascita di nuovi cenacoli culturali, quali il club "Gianni Schicchi", fondato nel 1919 in onore di Puccini, e "L'Accademia dei Zeteti", dove strinse amicizia con E. Pea, M. Levy e il poeta E. Jenco. Nel 1913 espose a Livorno alla II Mostra d'arte livornese la xilografia L'ulivo morto, la litografia Il fatto, il disegno colorato Impressione senese ed alcune acqueforti. Nel 1914-15, in occasione della I Esposizione toscana svoltasi a Firenze, inviò quattro pastelli dai titoli: Baracche sulla spiaggia, Fortezza vecchia di Livorno, Bragozzi dopo la pesca e Verso sera in darsena. Nel 1915-16 intervenne alla II Esposizione invernale toscana di Firenze con I primi lumi della darsena, La spiaggia di Viareggio d'inverno e Banchine sul mare. Prese parte nel 1922 alla Fiorentina primaverile con Ritratto Tiburzi e Tacchino.
Morì durante un soggiorno a Bagno a Ripoli (Firenze) il 16 luglio 1924.
Sebbene dotato di notevoli qualità coloristiche e disegnative, il F. non riuscì ad emergere e visse quasi solitario sulle rive del lago di Massaciuccoli, dedito a riprodurre la natura soleggiata di quei luoghi incontaminati con particolare aderenza al vero. Le sue numerose opere sono conservate essenzialmente in collezioni private. Presso il Museo "G. Fattori" di Livorno si trovano Becolini (olio su tavola) e Massaie (olio su tela).
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle esposizioni citate, si vedano: La Fiorentina primaverile (catal.), Firenze 1922, pp. 92 s.; E. Jenco, Profilo di artisti: F.F., in Il Sagittario (Viareggio), 1923, n. 1, pp. 15 ss.; A. Franchi, Arte e artisti toscani dal 1850 ad oggi, Firenze 1902, p. 192; A. Franchi, I macchiaioli toscani Milano 1945, p. 256; Puccini e i pittori (catal.), a cura di S. Puccini, Milano 1982, pp. 37-46; I macchiaioli e l'800 in Toscana. Quotazioni e prezzi dei pittori... dal 1800 al 1899 (catal.), a cura di T. Paloscia, Milano 1985, p. 42; Asta di dipinti del XIX secolo (catal. di vendita Finarte), Milano, 19 ott. 1989, n. 68; R. Monti, I pittori di Puccini, in Art e dossier, luglio-agosto 1989, pp. 37-40; Fra il Tirreno e le Apuane. Arte e cultura tra Otto e Novecento (catal. Lucca), Firenze 1990, pp. 230, 234, figg. 6-9, pp. 110 s.; I postmacchiaioli (catal.), a cura di R. Monti - G. Matteucci, Milano 1991, pp. 69-72, 86, 185 s., figg. 87, 92, 95 s., 98; R. Monti, I Postmacchiaioli. Appunti per uno scritto in fieri, in 500italiano, Firenze, 1991, pp. 22-27; G. Uzzani, in La pittura in Italia. Il Novecento 1900-1945, a cura di C. Pirovano, Milano 1992, pp. 384, 878; I postmacchiaioli (catal.), a cura di R. Monti-G. Matteucci, Roma 1993, pp. 79-81, 152, figg. 50-52; A. Ponente, in Museo d'Arte italiana di Lima, Venezia 1994, pp. 110 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 248; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori, II, Milano 1971, pp. 1142 s.; Dizionario encicl. Bolaffi dei pittori e degli incisori ital., IV, p. 297.