ERIZZO, Francesco
Doge di Venezia. Nato nel 1566, savio agli ordini (1591-3), sindaco in Dalmazia (1595), provveditore a Salò e capitano della Riviera bresciana (1599), savio di terraferma sette volte, senatore (1603), luogotenente a Udine (1609), censore dei Dieci, inquisitore in Levante e a Crema, provveditore generale della fortezza di Palma (1618), provveditore al campo in Friuli, dove prese parte alla guerra di Gradisca contro l'arciduca Ferdinando, cui ritolse Pontebba, Caporetto e altre terre, commissario e provveditore in terraferma (1617), procuratore de ultra, provveditore generale de mar, provveditore a Verona per l'ispezione della fortezza (1620), ambasciatore all'arciduca Ferdinando assunto all'Impero. Doge nel 1631, in età di 61 anno, poté proclamare, il 28 novembre 1631, la liberazione della cittȧ dalla peste, e iniziarvi, dopo la guerra di successione di Mantova, un breve periodo di tranquillità, sia conservando la neutralità fra l'imperatore e Gustavo Adolfo durante la ripresa della guerra dei Trent'anni, sia intervenendo con una semplice dimostrazione militare, capitanata da Giovanni Pesaro sulle frontiere dello stato pontificio, durante la guerra di Castro, in favore del Farnese contro papa Barberini.
Lui doge, si riaprirono le ostilità coi Turchi per la guerra di Candia. Diresse prima saggiamente le schermaglie politiche fra Venezia e Costantinopoli dopo l'incidente maltese, poi con deliberazione presa il 7 dicembre 1645 nel Maggior Consiglio, lettagli in Collegio il 9, gli fu affidato il comando supremo. Le fatiche e le ansie ne affrettarono la morte (1646). Fu sepolto nel mausoleo che pochi anni prima (1633) s'era fatto costruire dal trentino Mattia Carneri (7) in S. Martino.
Bibl.: v. erizzo: famiglia; S. Romanin, Storia doc. di Venezia, Venezia 1853-61, VII, pp. 307, 316 e 367; G. Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia, Venezia 1855, X, pp. 261, 262; V. Padovan, Il doge E., in Archivio veneto, Venezia 1877, XIV, p. 204.