CAVANI, Francesco
Nacque a Modena il 13 luglio 1853 da Luigi e da Teresa Pradelli, e frequentò nella città natale il liceo, da cui si licenziò nel 1870, poi il biennio matematico, che compì nel 1873. Nell'università modenese non era allora più possibile conseguire il titolo di ingegnere perché il nuovo regno, fin dal settembre 1866, aveva soppresso l'ordinamento preesistente degli studi. Anche per gli atenei di Bologna e Pisa era in corso un analogo provvedimento, con la contemporanea istituzione del primo anno di un nuovo tipo di scuola configurata sul modello di quella torinese. In Italia perciò le sole scuole di applicazione per gli ingegneri si trovavano a Napoli e, appunto, a Torino; ed è in quest'ultima città che il C., nel 1875, classificandosi secondo su ottantadue allievi, conseguì il titolo di ingegnere civile con una tesi, immediatamente pubblicata a Modena, sul progetto di un ponte in legno a travate rettilinee. Il buon esito dei suoi studi gli valse, nel dicembre dello stesso 1875, la nomina ad assistente nella scuola di Torino, dove rimase due anni come aiuto dei professori di geometria descrittiva applicata e di statica grafica.
Nel novembre del 1876, maturatosi il completamento della scuola di applicazione di Bologna e stabilito il relativo organico, il C. fece domanda di trasferimento, in seguito alla quale ebbe la nomina ministeriale ad assistente in quel nuovo istituto, a decorrere dal 1ºnov. 1877, sotto la direzione del prof. C. Razzaboni. Presso l'ateneo bolognese conseguì la libera docenza in geometria pratica, convalidata il 20 apr. 1880, e dal novembre successivo ebbe l'incarico del corso teorico e pratico di celerimensura. Di tale materia divenne professore straordinario dal 1885 e ordinario dal 1889. In seguito ebbe anche la cattedra di geometria pratica, che veniva così a far parte di quell'insegnamento, e cumulò anche l'altro, per incarico, di materie giuridiche. Sempre nell'ambito dell'università di Bologna, dal 1903 il C. fu chiamato a insegnare nella scuola superiore di agraria, di nuova costituzione, della quale divenne direttore. In effetti egli fu l'organizzatore di quei corsi voluti e finanziati dalla locale Cassa di risparmio, e contribuì attivamente a fare di tale scuola la guida del risveglio agricolo nella regione emiliana. Malgrado le relativamente modeste condizioni economiche, il C. nel proprio testamento legò una somma cospicua proprio alla scuola di agraria.
Sindaco per vent'anni di Savignano sul Panaro, il C. sedette inoltre nel Consiglio provinciale di Modena e in quello comunale di Bologna.
Morì a San Martino di Mugnano, nella campagna modenese, il 12 ag. 1923.
Fra le molte istituzioni di cui fece parte, si può citare l'Accademia delle scienze di Bologna, di cui fu accademico onorario dal 27 febbr. 1910, e dove fu commemorato dal Guarducci l'11 nov. 1923; non sembra però che di quell'orazione si sia conservato alcun testo.
Il magistero del C., integrandosi con quello che era stato del Riccardi e affiancandosi a quello di geodesia teoretica, prima di M. Fiorini, e poi, dopo il 1903, di F. Guarducci, ordinari nella facoltà di scienze, contribuì al formarsi, nello Studio bolognese, di una solida tradizione topografica.
Il C., fin dal suo arrivo a Bologna, contribuì all'organizzazione e al potenziamento della nuova scuola di applicazione per gli ingegneri, collaborando sia col direttore, il Razzaboni, professore di idraulica, sia con i colleghi più anziani, fra cui P. Riccardi, F. Ruffini ed S. Canevazzi, ordinari rispettivamente di meccanica razionale, di ponti e di costruzioni idrauliche, usciti, come lui, dalla scuola matematica di Modena.
Dal 1882 affiancò come segretario il Razzaboni, che presiedeva la commissione per la preparazione delle istruzioni per la formazione del catasto delle ex province modenesi (Modena, Reggio e Massa-Carrara), dove al momento dell'annessione erano in atto ben dieci catasti. Il vero e proprio impianto del catasto, che il C. condiresse dal 1884, precedette così i lavori di quello generale del regno, nei quali fu utilizzato un po' dovunque gran parte del personale istruito dal C. sul territorio modenese. In queste mansioni il C . aveva messo a profitto non solo la sua competenza topografica, ma anche quella di docente di materie giuridiche.
Dal 1885, per incarico del competente ministero, prima col Razzaboni, e poi da solo, compì studi e redasse progetti per la nuova legge sull'imposta fondiaria e la formazione del catasto, e dal 1886 fece parte della commissione nazionale per il regolamento catastale. Infine, dal 1911, fu presidente della Giunta tecnica catastale della provincia di Bologna, col delicato incarico di compilare le tariffe d'estimo, da cui dipendeva la giusta perequazione dei tributi.
Tra le opere del C. attinenti il settore catastale, si ricordano: Il nuovo catasto alle esposizioni riunite, Milano 1894; L'azione del possessore dei terreni nella formazione del nuovo catasto, Bologna 1910; Pubblicazione degli atti catastali e Presentazione ... dei reclami, ibid. 1916; altri studi del C. degni di menzione sono le Norme pratiche per il rilevamento col tacheometro, Bologna 1886; Il cannocchiale anallatico del Porro, in Memorie dell'Accademia delle scienze di Bologna, s. 5, III (1892), pp. 371-392; Misurazioni angolari coi goniometri a cannocchiale eccentrico..., in Atti del Collegio d. ingegneri ed architetti di Bologna, XIV (1895), pp. 127-171; I micrometri dei cannocchiali diastimometrici..., in Atti d. Accad. di scienze, lettere ed arti di Modena, s. 2, XII (1896), pp. LXXXV-CXVI; La verticalità della stadia nella misurazione delle distanze..., in Mem. dell'Acc. d. scienze di Bologna, s. 6,VIII (1911), pp. 307-334; La regola della simmetria..., ibid., s. 7, I (1914), pp. 353-357; La verticalità della stadia nelle determinazioni altimetriche, ibid., II(1915), pp. 353-366; La verticalità... nelle operazioni di livellazione, ibid., III (1916), pp. 209-221; Il livello ad acqua, ibid., VI (1919), pp. 173-180; Condizioni di esattezza degli istrumenti di geometria pratica, ibid., VII (1920), pp. 191-196; Collegamenti delle stazioni di celerimensura, ibid., VIII (1921), pp. 121-126; IX (1922), pp. 121-125.
Il C. approfondì infatti con particolare attenzione, rigorose misure e buone ricerche storiche l'argomento relativo alla pendenza e ai piccoli movimenti delle torri, e per tali ricerche è ricordato nella storia della scienza (Un secolo di progresso scientifico italiano, IIRoma 1939, p. 166). Le ricerche sulla stabilità delle principali torri italiane si erano diffuse e incrementate dopo il crollo del campanile di S. Marco a Venezia nel 1902, ma il C., come scrive nella sua prima monografia sull'argomento, aveva iniziato i rilevamenti sulla Ghirlandina di Modena fin dal 1900, per poi proseguirli unitamente a quelli sulla Garisenda e, in un secondo tempo, sulla torre degli Asinelli di Bologna. Le misure relative ai piccoli movimenti giornalieri ed annui condotte da D. Pantanelli alla fine del secolo per la torre di Modena furono estese dal C., con particolare accuratezza, a quelle di Bologna. Di questi lavori riferì in Pendenza, stabilità e movimento delle torri Garisenda di Bologna e Ghirlandina di Modena, Bologna 1903; Pendenza della torre degli Asinelli determinata dal prof. Respighi nel 1856, ibid. 1904; Movimenti della sommità rispetto alla base nella torre Garisenda, in Mem. d. Accad. delle scienze di Bologna, s. 6, VII (1910), pp. 317-29; Pendenza e stabilità della torre Asinelli di Bologna, ibid., IX(1912), pp. 103-166; Movimenti... nella torre Asinelli, ibid., X(1913), pp. 129-141; Pendenza delle principali torri di Bologna, Modena e Pisa, ibid., s. 7, IV (1917), pp. 187-197; Pendenza delle torri, ibid., V (1918), pp. 159-168.
Si deve ancora segnalare la serie di biografie e commemorazioni di maestri e colleghi, ricche di notizie e di particolari sulla cultura e sulla didattica del tempo: Pietro Riccardi, Bologna 1889; Oreste Regnoli, ibid. 1896; Cesare Razzaboni, ibid. 1899; Matteo Fiorini, ibid. 1903; Silvio Canevazzi, in Memorie della Accademia delle scienze di Bologna, cl. di scienze fis., n. s., XXII (1917-18), pp. 85-105.
Bibl.: A. Masetti Zanini, Comm. di F. C. e altri, in Annali della Società agraria di Bologna, LVII(1928-29), pp. 81-112; Società ital. per il progresso delle scienze, Un secolo di progresso scientifico ital., II, Roma 1939, p. 166.