TRINCHERA, Francesco Antonio
– Nacque a Ostuni, in Terra d’Otranto, il 9 giugno 1841 da don Pietro Luigi, avvocato, già civile e ricco proprietario, e da Tullia Zaccaria, gentildonna, entrambi di Ostuni.
Discendeva da una famiglia di tradizioni patriottiche e liberali: suo padre aveva animato la cospirazione locale, divenendo sindaco di Ostuni dopo l’unificazione, e suo zio era il noto patriota e intellettuale Francesco Paolo Trinchera (v. la voce in questo Dizionario).
Francesco Antonio crebbe all’interno di un contesto familiare e parentale che usufruì di numerosi impieghi statali, tra cui quello di verificatore dei pesi e misure che per diversi anni egli stesso esercitò. Educato e istruito in casa dell’insigne zio, seminarista da adolescente, fu poi allievo del giurista Enrico Pessina, a sua volta formatosi presso la Scuola privata di diritto ed economia fondata a Napoli proprio da Francesco Paolo Trinchera. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza a Napoli, dove nel 1862 pubblicò una memoria, approvata dalla facoltà di giurisprudenza dell’Ateneo partenopeo, dal titolo La donna secondo il diritto dei popoli antichi e la presente legislazione napolitana, Francesco Antonio ottenne presso la stessa Università, giovanissimo, la libera docenza in diritto internazionale, e divenne presto professore pareggiato.
Solido studioso delle dottrine giuridiche ed economiche, fu autore di pregevoli lavori di diritto pubblico e di scienze sociali, tra cui Della genesi filosofica e storica del diritto e dei suoi fondamenti, edito nel 1863 per partecipare a un concorso alla cattedra di filosofia del diritto e diritto internazionale presso l’Università di Cagliari; Il sistema dell’equilibrio politico discusso secondo le dottrine del diritto internazionale (1866); il discorso proemiale alle lezioni di diritto pubblico internazionale Nazionalità e umanità (1869); Il trattato di commercio tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America (1872). I temi principali che affrontò furono l’insufficienza di un’idea di equilibrio tra le nazioni inteso esclusivamente in senso politico, l’importanza della dimensione umanitaria nel principio del progresso, la centralità del diritto in tutte le forme sociali e individuali della vita umana, il rispetto della proprietà privata fra gli Stati belligeranti.
Il 3 settembre 1869 – il 12 agosto nell’Ufficio dello stato civile di Napoli – si sposò con Filomena Carissimo, una gentildonna di Ostuni con la quale non ebbe figli.
Allo studio e all’insegnamento abbinò un’intensa attività giornalistica e pubblicistica, proseguendo in questo la tradizione sia dell’illustre zio sia del padre, presidente dell’Associazione della stampa leccese e direttore del giornale politico-letterario del capoluogo salentino La lotta. Si distinse in particolare per la direzione, a Napoli, della Rivista critica di scienze, lettere ed arti e – dopo essersi avvicinato a Giovanni Nicotera, del quale fu un convinto e fedele sostenitore – per quella del quotidiano salentino Il Progresso, organo di stampa di tendenza nicoterina. Collaborò inoltre ad altre riviste, tra cui il Paese, il Nomade, il Giornale di Napoli, il Piccolo e il Pungolo.
Nel frattempo, svolse anche attività politica. Fu un tipico esponente di quella borghesia intellettuale meridionale gravitante nelle file della Sinistra giovane che, più che rivendicare un allargamento del suffragio elettorale e un maggiore decentramento per una più ampia democratizzazione dello Stato, propendeva per un alleggerimento del regime fiscale e per maggiori finanziamenti per il Mezzogiorno.
Dopo avere frequentato gli ambienti politici moderati – Trinchera era socio fondatore dell’Unione liberale, promossa a Napoli da suo zio nel 1867 per favorire la nascita di un grande partito nazionale moderato, e dell’Associazione unitaria meridionale di Napoli, anch’essa di tendenza temperata – e aver intrattenuto una serie di scambi con Giuseppe Pisanelli nel tentativo di candidarsi nelle file della Destra, diventò presto un uomo di punta della Sinistra meridionale, critico come Nicotera di quella parificazione burocratica tributaria venutasi a creare per effetto dell’accentramento che non teneva in alcuna considerazione le differenti situazioni regionali, danneggiando le zone più povere, più arretrate e meno conosciute, come quelle meridionali. Incise presumibilmente su ciò anche la collaborazione, avvenuta nel 1872, all’Italia economica, organo della Camera di commercio di Napoli che, seppure espressione di un’alleanza organica dei moderati con gli autonomisti napoletani, si era mostrato sensibile verso gli interessi regionali meridionali.
Sicché, Trinchera animò a Ostuni un forte movimento politico di orientamento nicoterino detto trincheriano, che rivendicava per l’area salentina porti e attrezzature infrastrutturali di fatto mai realizzate dalle forze moderate. Un movimento che avrebbe contrassegnato le sorti dell’amministrazione comunale ostunese per molti anni e che sarebbe stato storico e agguerrito avversario dell’altro importante raggruppamento politico locale – il ‘marescano’ – guidato dell’onorevole Eugenio Maresca, vicino alla Destra liberale.
Candidatosi nel 1874 tra le file della Sinistra storica nel collegio di Brindisi e inseritosi in un clima in cui la forza d’urto del regionalismo meridionale spingeva verso la meridionalizzazione della vita politica italiana, Trinchera fece della battaglia contro l’eccessivo fiscalismo della Destra – un problema molto sentito in Terra d’Otranto – il punto cardine del suo programma elettorale, difendendo un’idea di libertà che, a suo avviso, non poteva essere disgiunta dall’ordine e dalla prosperità economica. Propose inoltre progetti di legge a favore del progresso dello Stato, dell’obbligatorietà dell’istruzione pubblica, dell’emancipazione della Chiesa dallo Stato, del miglioramento delle condizioni della città di Brindisi e delle relazioni con l’estero.
Nel 1874 Trinchera fu attaccato dalla Gazzetta di Terra d’Otranto – giornale di orientamento ministeriale – che lamentò i numerosi vantaggi impiegatizi ottenuti dalla sua famiglia, oltre alla sua volubilità e alle sue repentine metamorfosi politiche. Influì forse in questa campagna di stampa anche il coinvolgimento di Trinchera in vicende giudiziarie poco limpide, come l’imputazione per minacce elettorali e compera di voti avvenute nei comuni di Ostuni, San Vito dei Normanni e Ceglie Messapico (nel Brindisino) durante la campagna elettorale del 1874 – procedimento conclusosi comunque con un non luogo a procedere per insufficienza d’indizi – e la precedente condanna all’ammenda per porto d’armi decisa con sentenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 1865.
Deputato per il collegio di Brindisi nel 1876 e nel 1880, poi ancora nel 1882 e nel 1886 per la circoscrizione plurinominale di Lecce I, e, infine, per altre tre legislature in rappresentanza di quello di Ostuni, Trinchera sedette alla Camera a sinistra, segnatamente nel gruppo di Nicotera. Avversò per lungo tempo Agostino Depretis – accusato di aver disgregato la Sinistra e di fiacchezza in politica estera –, poi anche Benedetto Cairoli – ritenuto un acceso antimeridionale e colpevole anch’egli della ‘scissura’ della Sinistra. Sostenne, invece, con convinzione la Pentarchia, schieramento contrario all’accordo trasformistico dei progressisti con la Destra di Marco Minghetti e propenso al ritorno al programma originario della Sinistra, oltre che al riavvicinamento al gruppo radicale.
La sua partecipazione alle discussioni parlamentari fu molto attiva, con pronunciamenti frequenti su importanti disegni di legge, vari discorsi e un impegno alacre e autorevole quale membro di diverse commissioni e giunte parlamentari. Spiccò per i suoi interventi sui rapporti tra lo Stato e la Chiesa, ispirati al principio della difesa della laicità dello Stato e della non ingerenza di quest’ultimo nella religione; per l’appoggio alla riapertura di molti seminari chiusi; per la richiesta di una serie di opere infrastrutturali – nel porto di Brindisi in primis – resesi ancor più necessarie in Terra d’Otranto dopo la crisi agraria del 1887; per la difesa del diritto marittimo internazionale, l’attenzione alle scuole tecniche e l’opposizione agli eccessi della magistratura.
Alcuni interventi di mediazione compiuti nel suo paese d’origine lo portarono ad assicurarsi, verso la fine degli anni Novanta, l’appoggio elettorale del vicario generale della diocesi di Ostuni, monsignor Nicola Matone, per essersi Trinchera adoperato a favore del riscatto dal governo del locale seminario, ceduto in fitto al vescovo, nel 1895, dal Comune. Una serie di scontri invece intercorsero con i ‘marescani’, che gli rimproverarono, tra l’altro, di aver sobillato a Ostuni, nel 1895, alcuni tumulti popolari contro le nuove tariffe daziarie, oltre alla scarsa attenzione, sull’onda di un disinteresse più generale imputato a Nicotera, verso i bisogni locali, fra cui la statizzazione del liceo comunale e l’assegnazione a Ostuni, piuttosto che al comune di Francavilla, del penitenziario e del reclusorio militari.
Inoltre, così come aveva fatto suo padre – tra gli anni Ottanta e Novanta più volte consigliere provinciale per il mandamento di Ostuni –, Trinchera ricoprì a Napoli diversi incarichi municipali, tra cui quelli di consigliere comunale (tra il 1876 e il 1877 e poi ancora nel 1887), assessore all’Istruzione, assessore delegato (fra maggio del 1884 e ottobre del 1889), assessore anziano facente funzioni di sindaco (dal 10 al 26 giugno 1891) e consigliere provinciale per il mandamento di Montecalvario.
La sua carriera fu coronata da importanti riconoscimenti, come la nomina il 14 giugno 1900 a senatore del Regno – anche se, a causa della salute da molti anni malferma, non poté attendere assiduamente ai lavori della Camera Alta – e quella a commendatore dell’ordine della Corona d’Italia.
Dal 1869 fu inoltre socio della Società geografica italiana, fece parte dell’Associazione pel progresso delle scienze sociali e per oltre trent’anni fu membro dell’Arciconfraternita dell’Immacolata di Ostuni.
Morì a Ostuni, in ristrettezze finanziarie e malato di gotta, il 29 marzo 1923.
Scritti e discorsi. Oltre ai testi citati, si segnala: IV Centenario dei difensori di Otranto. Discorso di Francesco Trinchera deputato al Parlamento, Roma 1880.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Brindisi, Stato civile, Comune di Ostuni, Atti di nascita, anno 1841, b. 24, vol. 37; Atti di morte, reg. 35, anno 1923, b. 246; Archivio di Stato di Lecce, Tribunale di Terra d’Otranto, Giudicato d’Istruzione, Processi, processo n. 473; Lecce, Prefettura, Gabinetto, cat. XXVII, Deputati - affari particolari (1864-1948), b. 247, f. 2600, 1877; b. 247, f. 2602, 1882; L’Avvenire di Brindisi, 12 ottobre 1874; La Gazzetta di Terra d’Otranto, 15 ottobre, 18 ottobre e 1° novembre 1874; necr., La morte del senatore Trinchera, in La Gazzetta delle Puglie, 1° aprile 1923; Francesco Trinchera, in Lo Scudo, 22 aprile 1923.
P. Palumbo, L’on. Gaetano Brunetti e i suoi tempi. 1829-1900, Lecce 1915, passim; G. Carocci, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino 1956, ad ind.; A. Capone, L’opposizione meridionale nell’età della Destra, Roma 1970, ad ind; F. Grassi Orsini, Il tramonto dell’età giolittiana nel Salento, Roma 1973, ad ind.; O. Pellegrino Confessore, L’opposizione alla Destra in Terra d’Otranto. Le elezioni del 1874, Lecce 1976, ad ind.; Cassa rurale e artigiana di Ostuni, Omaggio a Ostuni, Ostuni 1988, ad ind.; M. De Giorgi, Per una storia delle amministrazioni provinciali pugliesi. La provincia di Terra d’Otranto (1861-1923), Manduria 1994, ad ind.; A. Minna, La biblioteca pubblica nell’Alto Salento. Documenti per la storia della biblioteca Trinchera di Ostuni, Galatina 2000, ad ind.; A. Sozzi, Ostuni. Città turistica e d’arte. Iconografia su sant’Oronzo. Personaggi ostunesi, Ostuni 2000, ad ind.; S. Massari, All’ultima fatica elettorale dell’on. T. fa da sponda l’attivismo religioso e politico del vicario Matone, in Lo Scudo, 6 aprile 2012; Camera dei deputati, Portale storico, https://storia.camera.it/deputato/ francesco-trinchera-18410608#nav; Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, s.v., http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/T_l2? OpenPage.