Nome comune delle piante erbacee appartenenti al genere Fragaria, famiglia Rosacee, e del loro frutto. Le f. sono erbe con breve rizoma, generalmente stolonifere, con foglie trifogliate, a foglioline obovate, inciso-dentate. Gli scapi portano un corimbo di pochi fiori, i quali hanno un calicetto di 5 pezzi, 5 sepali, 5 petali generalmente bianchi, molti stami, e numerosi pistilli unicarpellari inseriti su un ricettacolo conico o ovato, accrescente. Il cosiddetto frutto è costituito dal ricettacolo molto ingrossato, globoso, ovoideo, cuoriforme o allungato, rosso, in alcune razze bianco, a polpa succosa e profumata, sul quale stanno i veri frutti, che sono piccole noci, brune, volgarmente ritenuti semi.
Le specie spontanee sono 7 dell’emisfero settentrionale e 1 del Cile: la più nota è Fragaria vesca (v. fig.), dei boschi dell’Eurasia temperata, comune anche in Italia, caratterizzata dai frutti piccoli, staccantisi facilmente dal resto del fiore e da foglioline laterali subsessili. Con la coltura e l’ibridazione si sono ottenute molte razze, che si riuniscono in 2 gruppi principali: a frutto piccolo e a frutto grosso. Le varie razze si distinguono poi per la forma del frutto, per il suo colorito più o meno carico, per differenze nel sapore e nel profumo. I frutti si consumano freschi o servono per marmellate e confetture.