fotografia satellitare
fotografìa satellitare locuz. sost. f. – Fotografia aerea eseguita da satellite artificiale. Sperimentata per la prima volta nel 1959 dagli Stati Uniti, in principio è stata utilizzata in ambiti strettamente specialistici, come quello spaziale e militare, per poi trovare applicazioni in numerosi settori (meteorologia, geologia, conservazione della biodiversità, pianificazione territoriale, educazione, intelligence). Con l'inizio del nuovo millennio è entrata nell'uso quotidiano degli utenti della rete quando compagnie private hanno lanciato in orbita satelliti artificiali di tipo commerciale (GeoEye-1, WorldView-1, IKONOS e QuickBird) ed elaborato appropriati software (Google Earth, Google maps, Bing maps platform). Google Earth, lanciato da Google nel 2004, consente di generare immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari ottenute con tecnica di telerilevamento, fotografie aeree e dati topografici. L'utente può visitare virtualmente la Terra (luoghi preferiti, attività commerciali, indicazioni stradali), la Luna (luoghi delle missioni Apollo), Marte (immagini NASA), esplorare il Sistema solare, immergersi nell'oceano. Google maps, nato nel 2005, permette di visualizzare mappe (e relativi servizi connessi con le località di gran parte del pianeta Terra) nel browser web in uso e, grazie all’integrazione con Google street view (basato su fotografie eseguite con automezzi dotate di fotocamere), consente di esplorare i luoghi con immagini a livello stradale a 360°, passando da una visione bidimensionale zenitale a una tridimensionale orizzontale. Meno successo ha ottenuto Bing maps platform, la piattaforma di mappatura geospaziale sviluppata da Microsoft nel 2010. La popolarità delle immagini satellitari coinvolge anche il mondo dell’arte. Numerosi artisti utilizzano come fonte di ispirazione delle loro opere fotogrammi ricavati dai software dedicati (Iñigo Manglano-Ovalle), mentre nell’edizione 2011 del World press photo ha suscitato forti polemiche l’assegnazione di una menzione speciale al fotografo Michael Wolf per A series of unfortunate events, basato su istantanee estrapolate da Google street view.