FORMICHIERE (lat. scientif. Myrmecophaga, Linneo 1758, dal gr. μύρμηξ "formica" e rad. ϕαγ- "mangiare"; fr. fourmilier; sp. oso hormiguero; ted. Ameisenfresser o Ameinsenbär; ingl. ant-eater)
Genere più rappresentativo del gruppo degli Xenartri (v.), pelosi, vermilingui. Sono sdentati, insettivori, con testa allungata, muso tubulare, bocca strettissima, lingua molto estroflettibile e abbondantemente spalmata di saliva viscida, occhi e orecchi piccoli, dito terzo della mano singolarmente robusto e munito di grande unghia scavatrice. Si nutrono esclusivamente di termiti, di formiche e delle lsro larve. Per procurasi questo cibo il formichiere raspa con le unghie scavatrici delle zampe anteriori le collinette e i mucchi di terra in cui tali animali hanno il proptio nido. Scopertolo, il formichiere, vi allunga la lingua sottile, ritirandola bruscamente nella bocca non appena gl'insetti vi sono rimasti invischiati, ripetendo questa operazione fino alla distruzione del nido.
Il gruppo è suddiviso in due famiglie:1. Ciclopedi (lat. scient. Cyclopedidae Pocock 1924) della statura di un ratto, con la mano munita di due soli diti, il terzo e il secondo, e con coda prensile. Unico genere Cyclopes (Gray 1821), con 7 specie e sottospecie (1930), arboricole, nell'America equatoriale e nel Messico: es. il piccolo Formichiere: Cyclopes didactylus L. 2. Formichieri Mirmecofagi (lat. scient. Myrmecophagidae Bonaparte 1838) con mano pentadattile, nella quale però il 5° dito è sprovvisto di unghia. Vi appartengono 2 generi, diffusi dall'America Centrale all'Argentina: il Grande Formichiere, della statura d'un tasso, con coda ornata di lunghi peli, distribuito in 3 specie e sottospecie terricole: es. Myrmecophaga tridactyla L.; la Tamandua (lat. scient. Tamandua Frisch 1775) della statura di un gatto, con coda rivestita di peli brevi, prensile, nuda inferiormente e distalmente, con 8 specie e sottospecie arboricole.
Bibl.: R. Y. Pocock, in Proc. Zool. Soc. (1924).