formativo (informativo)
Nella forma volgare, il termine in D. si accompagna sempre al nome ‛ virtù ' e designa quella potenza attiva del seme umano capace di dar vita, nel processo generativo, al sangue materno e quindi al feto, fino a condurlo alla forma sensitiva.
I medici antichi attribuivano al seme umano una διαπλαστιχὴ δύναμις (virtus formativa o formatrix): così Galeno (De Naturalibus facultatibus I 6, 291H). Il seme è il principio agente della generazione, mentre il sanguis menstruus è il principio materiale (II 3, 297F " At quid erat semen? principium animalis efficiens: materiale namque menstruus est sanguis "). Ma essendo il seme proprio sia del maschio che della femmina (Galeno De Semine II 1, 337B), due risultano i principi della generazione. L'azione di essi è così descritta da Galeno: " Cum igitur sub idem tempus una cum mare foemina semen emittit, per utraque haec cornua eiaculatum semen fertur in mediam vulvae cavitatem, simulque et humectat vias, et ad semen usque viri pervenit, cum eoque miscetur: atque ita fit, ut utraque haec semina inter se membranulis copulentur, quas scilicet foemineum propria sua progressione tunc efficit semen, ut totam genituram complexum hunc usum foetui exhiberet, virilique esset alimentum: tenuius nam ipso cum sit et frigidius, accomodatius est ad alimentum praestandum quam quippiam aliud " (I 6, 331A). Sulla base di analoghe affermazioni, nel Medioevo si riconobbe che i medici antichi avevano chiamato ‛ seme ' univocamente quello maschile e quello femminile; ma, insieme, s'individuò una complementarità dei due semi miranti all'unico scopo; si legga Avicenna Canon III, fen XX, I 3, 372A-B " Et apud Galenum, quidem, et medicos masculo et foeminae simul sunt duo semina, de quibus ambobus dicitur nomen spermatis, non communitate nominis tantum, sed univoce. Et in unoquoque duorum seminum est virtus formandi, et virtus recipiendi formam simul. Verum semen masculinum est fortius in virtute a qua est inceptio formationis iussu Dei. Et semen foemininum est plurium in virtute a qua est principium recipiendi formam... Virtus nam formativa in spermate masculi intendit in formando ad similitudinem eius a quo separatum est, nisi sit aliquid, quod impediat, et prohibeat. Et virtus informativa in spermate mulieris intendit in recipiendo formam, ad hoc quod recipiat eam secundum similitudinem eius a quo separatum est ".
Di contro a questa tesi, propria dei medici, dei platonici, degli stoici, di Speusippo (Alb. Magno Animal III II 8, 251a), ma anche di Teofrasto e di Porfirio (252a), che naturalmente è formulata e giustificata diversamente di volta in volta, sta la tesi di Aristotele (Gen. anim. I 20, 720a 9-33) e della scuola peripatetica (Alb. Magno Animal. III II 8, 251b) secondo la quale è impossibile che a produrre lo stesso effetto concorrano due cause allo stesso titolo; così, nella generazione che è passaggio dalla potenza all'atto, basta un solo agente, che è il seme maschile. Questa tesi, accolta nel Medioevo, è anche quella di Dante. Negata la virtù informativa, restò nella terminologia sia latina che volgare, nello stesso autore o in tradizioni culturali differenti, il termine ‛ informativo ' come equivalente di f. (cfr. B. Nardi, L'origine dell'anima umana secondo D., pp. 38-39 n.); così, informativa di Pg XXV 41 è variante dantesca del più comune ‛ formativa '.
Secondo D., il processo della generazione si svolge così (Cv IV XXI 4): E però dico che quando l'umano seme cade nel suo recettaculo, cioè ne la matrice, esso porta seco la vertù de l'anima generativa e la vertù del cielo e la vertù de li elementi legati, cioè la complessione; e matura e dispone la materia a la vertù formativa, la quale diede l'anima del generante; e la vertù formativa prepara li organi a la vertù celestiale, che produce de la potenza del seme l'anima in vita. Il seme paterno, accompagnato dalle tre ‛ virtù ', stilla nella matrice, o utero materno, e quivi si congiunge con la materia, il sanguis menstruus, maturandolo e disponendolo all'azione della virtù f. (la vertà de l'anima generativa e la vertù formativa, la quale diede l'anima del generante sono la stessa cosa: Nardi, op. cit., p. 38). Si ha così l'embrione, nel quale opera la virtù f.: questa lo sviluppa in feto, fornendolo poi di organi, così che in esso la virtù celestiale (la vertù del cielo, causa efficiente o agente nel mondo sublunare) produce l'anima in vita (anima sensitiva, secondo il Nardi, giacché su di essa s'innesta l'intelletto possibile [op. cit., p. 42]; " anima umana, razionale " secondo il Busnelli [L'origine dell'anima razionale, II 397]) dalla potenza del seme (espressione non perspicua, quest'ultima, ché può stare sia per la virtù f. stessa, sia per la potenza attiva - ratio seminalis - insita nella materia; in questo secondo caso la virtù f. non diventerebbe essa stessa anima sensitiva - come si vedrà nel Purgatorio - ma sarebbe, secondo la dottrina del tempo, solo un agente della generazione; cfr. Nardi, op. cit., p. 42, e Sull'origine dell'anima umana, p. 265).
Lo stesso processo è più compiutamente descritto da Sazio in Pg XXV 37 ss. Una parte del sangue perfetto - cioè del sangue pronto all'assimilazione da parte delle membra - ma che non viene bevuta da esse (vv. 38-39 e si rimane / quasi alimento di mensa leve) prende, nel cuore paterno, la virtù di formare un nuovo organismo. Una virtù di cui, del resto, è dotato il sangue che va ad alimentare le membra già formate (vv. 40-42 prende nel core a tutte membra umane / virtute informativa, come quello / ch'a farsi quelle per le vene vane). La virtute informativa di v. 41 (v. 59 la virtù ch'è dal cor del generante) è la virtute attiva di v. 52, che prima si fa anima vegetativa e poi sensitiva (v. 55 tanto ovra poi, che già si move e sente), quindi imprende / ad organar le posse ond'è semente (vv. 56-57). Ciò fatto, Dio (v. 70 motor primo) infonde nel feto capace di vita sensitiva l'intelletto possibile (v. 72 spirito novo, di vertù repleto), il quale assimila a sé ciò che in esso trova attivo, cioè la virtute attiva, o virtù f. divenuta anima sensitiva. Dopo morte l'anima, separatasi dal corpo e giunta all'aldilà, tosto che loco lì la circunscrive, / la virtù formativa raggia intorno / così e quanto ne le membre vive (vv. 88-90): la virtù f., assimilata dall'anima razionale, sopravvive al corpo con essa e, appena l'anima si trova in un luogo, opera sull'aria circostante allo stesso modo e con la stessa intensità con cui operava nel corpo; fornisce così l'anima di un corpo aereo, capace di tutto ciò di cui è capace un corpo umano.
Bibl. - Avicenna (Ibn Sīnā), Canon, Venezia 1555; Galeno, De Naturalibus facultatibus, in Opera, I, Venezia 1586; ID., De Semine, ibid; Alberto Magno, Animalium libri, in Opera, ediz. A. Borgnet, XI, Parigi 1891; G.M. Nardi, Problemi di embriologia umana antica e medioevale, Firenze 1938, 28-45; B. Nardi, Sull' origine dell'anima umana, in D. e la cultura medievale, Bari 19492, 260-283; ID., L'origine dell'anima umana secondo D., in Studi di filosofia medievale, Roma 1960, 9-68; Busnelli-Vandelli, Il Convivio.