flettere
Verbo presente solo in Pd XXVI 85 Come la fronda che flette la cima / nel transito del vento, e poi si leva / per la propria virtù che la soblima, / fec'io in tanto in quant'ella diceva, ove costituisce uno dei centri di significato di una " pulchra comparatio " (Serravalle).
Il flette riferito alla fronda vale " piega la sua altezza " (Buti), in riferimento alla " similitudine d'un ramo, la cui cima si pieghi per lo vento, e quello passato, per la virtù che l'attrae in su si leva; e così dice che fa elli, che ammirandosi piegò li occhi dello intelletto, li quali poi dirizzati dalla virtù naturale, per la quale ogni uomo desidera di sapere, rassicurato leva il viso " (Ottimo). Per l'immagine, vecchio ‛ tòpos ' classico, basterà rinviare a uno scrittore ben noto a D. come Stazio, che nella Tebaide (VI 854), in un analogo contesto comparativo, nota: " Alpini veluti regina cupressus / verticis urgenti cervicem inclinat in Austro, / vix sese radice tenens, terraeque propinquat, / iamdudum aetherias eadem reditura sub auras: / non secus... ".