FISTOLA o fistula (lat. fistúla)
Tubo usato dagli antichi, e particolarmente dai Romani, per la condottura delle acque (Frontino, De Aquaed.; Vitruvio, De Arch., VIII, 7; Plinio, Nat. Hist., XVI, 81; XXXI, 31, ecc.).
Ordinariamente si considerano come fistule anche i tubi di terracotta usati non solo dai Romani, ma anche dai Greci (p. es. a Pergamo), dagli Etruschi (Marzabotto), dai Cretesi nei loro palazzi e dai popoli dell'Oriente (Nippur e altri luoghi della Mesopotamia); è da segnalare qui il curioso sistema di condottura trovato dal Macalister a Gezer in Palestina a forma di anfore sfondate e incastrate le une nelle altre: sistema che si trova qualche volta usato anche dai Romani. Presso i Romani si sono anche trovati tubi fatti di pietra (ad Arezzo, a Patara in Licia, e in diversi luoghi della Tunisia), e di legno (in Germania, a Vieil-Évreux, ecc.): ma questi condotti, e soprattutto quelli fittili, sono da Vitruvio e da alcune iscrizioni designati col nome di tubuli, mentre le vere fistulae sono quelle di metallo e più particolarmente di piombo; solo eccezionalmente se ne trovano di altri metalli, come quella lanuvina d'argento e quelle di bronzo ricordate in un'iscrizione di Alatri. Le fistole erano fabbricate dai plumbarii: la loro lunghezza era normalmente di dieci piedi; la sezione non era perfettamente circolare ma un poco ad oliva, per la necessità della saldatura. Il diametro variava secondo il calibro che si voleva ottenere: questo nei tempi più antichi era calcolato sulla base unitaria dell'oncia (1/12 di piede = m. 0,024) o del dito (1/16 "di piede = m. 0,018); nell'età imperiale invece era basato spesso sopra una nuova unità, detta quinaria, di cui Frontino dice esser ritenuto inventore da taluni Agrippa e da altri l'architetto Vitruvio, e che era così chiamata a diametro quinque quadrantum.
Interessanti sono le leggende che si trovano sulle fistole, gettate o fuse insieme con esse, specialmente durante il periodo tra il regno di Tiberio e quello di Alessandro Severo; esse recano ora soltanto il nome dell'imperatore, accompagnato talvolta da quello del procurator aquarun o di altri funzionarî imperiali, ora il nome del plumbarius o di un'officina plumbaria, ora un'indicazione topografica relativa alla città o al luogo in cui l'acqua è condotta, ora il nome del concessionario dell'acqua, ora le date consolari, ora cifre numerali riferibili al peso, alla lunghezza o alla capacità della fistula, ora infine più indicazioni insieme.
Bibl.: R. Lanciani, I Commentarii di Frontino, Roma 1880; G. Michon, Fistula, in Daremberg e Saglio, Dict. d. antiq., II, ii, E. De Ruggiero, Dizionario epigrafico, s. v. Aquaria Fistula. V. anche acquedotto.