fisicalismo
Indirizzo di pensiero caratteristico del Circolo di Vienna (➔ Vienna, Circolo di), fondato sul programma, affermatosi soprattutto a opera di Neurath e Carnap, di riduzione di tutte le proposizioni scientifiche a enunciati formulabili nel linguaggio della fisica, ossia a designazioni spazio-temporali e a predicati osservativi. Nato dall’esigenza antimetafisica e antidealistica, tipica della matrice machiana dell’empirismo logico, di eliminare dal discorso scientifico tutte le istanze non riconducibili ai dati immediati dell’esperienza, il f. mirava a una ricostruzione unitaria del sapere capace di annullare, a partire dalla conversione in senso antimentalistico e comportamentistico dei concetti e delle metodologie di ricerca psicologica e sociologica, ogni contrapposizione tra «scienze della natura» e «scienze dello spirito», «scienze della realtà» e «scienze normative». Dal programma fisicalista di unificazione delle scienze, che trovò negli Stati Uniti nuovo terreno di sviluppo dopo la diaspora dall’Europa del movimento neopositivista, prese corpo l’ambizioso progetto, mai completato, dell’International encyclopedia of unified science (➔), il cui primo fascicolo fu pubblicato nel 1938 a Chicago da Neurath, Carnap e Morris. Come dottrina ontologica secondo cui tutto ciò che esiste dipende causalmente da fatti o proprietà fisiche, il f. ha esercitato un significativo influsso sul dibattito intorno alla natura della mente e al suo rapporto con il corpo, delineandosi, in seguito alle tesi di Feigl sull’identità di stati mentali e stati cerebrali (The ‘Mental’ and the ‘Physical’, in Minnesota Studies, 1956, 3) ispirate al monismo di Schlick e Russell, come uno dei principali motivi ispiratori delle diverse forme di materialismo e naturalismo cognitivo contemporanei.