FILIPPO
. Nome di due personaggi del Nuovo Testamento, ricordati il primo nei Vangeli come uno dei dodici apostoli, il secondo dagli Atti come uno dei sette diaconi eletti dalla comunità di Gerusalemme.
Nel catalogo degli apostoli dato dai Vangeli, F. è costantemente collocato dopo le due coppie di fratelli, Simon Pietro-Andrea, e GiacomoGiovanni. Ma solo il IV Vangelo ci fornisce particolari su di lui. Nativo di Betsaida sul lago di Gennesaret, come Pietro e Andrea, fu da essi condotto a Gesù nel quale riconosce il Messia (Giov., I, 43-45). A suo nome è riferita una frase dal IV Vangelo nel miracolo della moltiplicazione dei pani (VI, 57): insieme con Andrea introdusse a Gesù alcuni gentili che desideravano parlargli (XII, 20-22); infine è F. che nei trattenimenti dell'ultima cena domandò a Gesù: "Signore, mostraci il Padre, e ci basta" (XIV, 8). Questo interesse singolare mostrato dal IV Vangelo per F. può far pensare ch'egli avesse rapporti speciali con l'evangelista: i quali trovano la migliore spiegazione nel dato tradizionale d'una dimora e della morte di F. nell'Asia Minore, patria del IV Vangelo. Questa dimora è messa in dubbio da alcuni. Il F. che dimorò ed ebbe tomba a Jerapoli in Frigia sarebbe non l'apostolo, ma il diacono.
Di F. diacono parla varie volte il libro degli Atti. Scelto a quell'ufficio di tra cristiani "ripieni di Spirito Santo, di sapienza" (V 3-6), predica l'idea cristiana in Samaria (VIII, 5-13), converte e battezza un eunuco etiope, ministro della regina degli Etiopi Candace (VIII, 26-40). Aveva preso stanza in Cesarea con "quattro figlie vergini che avevano spirito profetico" e, presso di lui s'intrattennero Paolo e l'autore degli Atti alcuni giomi (XXI, 8 segg.). In questo passo F. ha il titolo di "evangelista" non quasi scrittore d'un Vangelo, ma espositore, nelle forme native e nei particolari, della vita e degl'insegnamenti di Gesù.
Policrate, vescovo di Efeso, nella lettera scritta verso il 190 a papa Vittore (Eus., Hist. eccl., V, 24, 2), celebra fra gli astri dell'Asia cristiana "F., uno dei dodici apostoli che morì a Ierapoli, insieme con due figlie che invecchiarono nella verginità: una terza che viveva nello Spirito Santo, morì ad Efeso". Questo particolare richiama alla mente le quattro figlie vergini di F. diacono, e parecchi hanno quindi accusato Policrate d'aver confuso i due personaggi. Papia di Ierapoli però (inizî del sec. II), sembra affermare che non il diacono, ma F. l'apostolo con le sue figlie aveva soggiornato a Ierapoli; così almeno l'intese Eusebio (Hist. eccl., III, 39, 9). Di figlie di F. apostolo, non più vergini ma spose, parla anche Clemente Alessandrino (in Eusebio, Hist. eccl., III, 30, 1). L'interesse singolare mostrato dal IV Vangelo verso F. apostolo, e l'essere Policrate di Efeso, dove F. era onorato come uno dei luminari dell'Asia, rendono l'equivoco meno probabile.
Bibl.: M. Lepin, L'origine du quatrième Évangile, Parigi 1907, pp. 100, 146 segg.; J. Chapman, John the Presbyter, Oxford 1911, p. 64 segg. (favorevoli alla dimora in Asia di Filippo apostolo); fra gli oppositori A. Harnack, Die Chronologie der altchristlichen Litteratur, I, Lipsia 1897, p. 669; J. M. Lagrange, Évangile selon St. Jean, Parigi 1925, p. liv seg.