SCARPELLI, Filiberto
– Figlio di Francesco e di Giulia Palumbo, nacque a Napoli il 29 giugno 1870, ultimo di undici fratelli, uno dei quali, Tancredi (1866-1937), fu popolare illustratore.
Studiò all’Istituto di belle arti di Napoli e, rimasto orfano, si trasferì a Roma, dove avviò una prima collaborazione con il settimanale dialettale Orazio Còccola (1894-96). Assunto presso la Società editrice Dante Alighieri, venne impiegato come cronista al Corriere d’Italia e come illustratore di libri scolastici.
Chiamato da Gabriele Galantara, entrò nella redazione dell’Asino, importante rivista socialista e anticlericale fondata nel 1892 dallo stesso Galantara e da Guido Podrecca, alla quale collaborò fino al 1917 con testi e disegni.
Da Galantara derivò il tratto deciso e la linea deformata, elementi arricchiti dal cloisonnisme dei francesi di Gil Blas e L’assiette au beurre e dall’espressionismo dei tedeschi di Fliegende Blätter e Simplicissimus.
Riferimento per i giovani bohémiennes che si raccoglievano intorno all’Asino era il giornalista Tito Livio Cianchettini, fondatore, nel 1869, del giornale Il travaso delle idee. Scarpelli acquistò da Cianchettini la testata e, con gli amici Carlo Montani, che ne sarebbe stato direttore, Enrico Novelli, Arnaldo Tolomei e Giuseppe Martellotti, la resuscitò. Continuò a lavorare senza interruzione per questo giornale di ampia diffusione, del quale sarebbe stato anche direttore dal 1925 fino al 1° aprile 1928, quando fu costretto ad abbandonarlo a causa dell’«imminente trasformazione [...] che importa un nuovo programma, il cui svolgimento è opportuno sia affidato ad altri» (Scarpelli, 1928, p. 3). Fondò allora una nuova rivista, Il Cianchettini, che ebbe scarso successo e vita brevissima (1928-29).
Nel frattempo Scarpelli era divenuto esponente rilevante della scapigliatura romana che si ritrovava presso il cenacolo della Purificazione; successe al giornalista Luigi Barzini sulle pagine del Fanfulla con lo pseudonimo di Conte Flik (1899); fece parte del gruppo dei filosofi di Farfa, insieme a Giuseppe Sergi, Erminio Troilo, Giovanni Cena e Sem Benelli; collaborò con la rivista anarchica Il pensiero, per la quale realizzò la copertina (1903); lavorò al settimanale satirico romano Contropelo, a Il Pasquino, L’Avanti della domenica, Primavera, La domenica dei fanciulli, Il pupazzetto, La casa, Ma chi è?, La tribuna illustrata, La vita.
Senza mai abbandonare l’illustrazione satirica, e anzi trattenendone modalità e spirito, avviò, dal 1906, una lunga collaborazione con Vamba (Luigi Bertelli) e Il giornalino della domenica (1906-11, 1918-20, 1923). Ironizzando con la lunga tradizione militare della propria famiglia paterna e materna, divenne il «colonnello» delle truppe della Confederazione giornalinesca.
Su queste pagine, diede vita a una ricca sperimentazione stilistica, alternando l’ampio uso del colore, talvolta senza linee di contorno, a una bicromia forzata, o al puro monocromo, con esiti talvolta grotteschi, altre volte caricaturali, e sempre di estrema eleganza formale. Per Il giornalino creò il personaggio di Pertichino (1908) – protofumetto surreale e sognante ripreso a colori, con variazioni, nel Corriere dei piccoli (1917-18) – e le storie sequenziali di Ghigo Cetriolini (1919).
Fu autore di libri per l’infanzia, prediligendo racconti d’avventura e un tono allegro – La veglia degli straccioni (1908), Guerra! Guerra!! (1909, ristampato con il titolo La banda di Ciuffo Rosso, 1923), Nella terra dei pupazzetti (1911, apparso sulle pagine di Primavera l’anno precedente), Cuore di fantocci (1919), Pupi di carta (1919), Il paese dell’allegria (1923), L’innamorato della luna (1924), Le memorie di Tom (1929). Per adulti, invece, scrisse sempre con un fondo di amara malinconia – Un ragazzo di 57 anni (1926), Tito Livio Cianchettini e le sue memorie metafisiche e materiali (1926), 47, morto che parla (1928), Giornalismo allegro (1932), Un uomo in un fosso (1939).
Partecipò al movimento futurista con evidenti rifrazioni anche sullo stile, e collaborò al Popolo d’Italia (1915-19), chiamato da Benito Mussolini: «il mio sapere caricaturale [...] si era spontaneamente rivoluzionato in un genere di linee, audaci e sprezzanti d’ogni norma usuale, che si iniziò e si chiuse (e volli che si chiudesse) nel periodo che appartenni al vecchio Popolo d’Italia» (Scarpelli, 1932, p. 49).
Nel 1910 sposò Maria Marinari, detta anche Marietta e Manetta, fiorentina, conosciuta diciassettenne tra le lettrici del Giornalino, poi collaboratrice del Corriere dei piccoli (1915-16) e autrice per l’infanzia. Ebbero tre figli, Marco, Furio (v. la voce in questo Dizionario) e Manlio.
Nella sua multiforme attività, Scarpelli realizzò copertine di edizioni musicali (1912), cartoline per prestiti di guerra (1917-18), manifesti cinematografici (come quelli attribuibili a Il sogno di Don Chisciotte, 1915, del regista Amleto Palermi, figlio della sorella di Filiberto, Emilia). Negli anni precedenti la prima guerra mondiale e durante il conflitto, fu responsabile, insieme a Golia (Eugenio Colmo), delle campagne antiaustriache di Numero (1914-18). Collaborò a Il giornale del soldato, La giberna, Lacerba, Epoca, Il Paese, Il corriere dei piccoli, La tribuna, L’ambrosiano, Caro Lei, L’ABC, Domando la parola, Matamoro, Noi e il mondo, Contropelo. Nel 1913 partecipò, aprendola con una conferenza inaugurale, all’Esposizione d’arte umoristica di Bergamo, con Adriana Bisi Fabbri; nel 1916 espose a Londra, con Enrico Sacchetti, alla mostra Italian artists and the war, Leicester Galleries; e nel 1918 venne allestita a Roma, al Salone dell’Epoca, una sua personale che ne mostrava anche l’attività di pittore.
Negli anni Venti fu vicino al fascismo, pur mantenendo un’impostazione profondamente polemica e anarchica che lo portò all’allontanamento dal Travaso; realizzò tra l’altro il manifesto per le elezioni politiche del 1924 e collaborò a periodici di regime come il Corriere della serva o Il taglione.
Ebbe un’esistenza randagia, divisa tra Roma, Firenze, Napoli e Bergamo, fino alla morte, avvenuta l’8 agosto 1933 per un colpo di rivoltella esploso da un oste ubriaco, suo creditore.
Scarpelli fu soprattutto giornalista – il suo ‘giornalismo pupazzettato’ fu un elemento fondamentale nella storia dell’editoria periodica del primo Novecento –, e raggiunse le vette più alte nell’immediatezza del rapporto con i suoi lettori, sempre pervaso dall’ironia che trapela anche nella sua firma-rebus. Visivamente onnivoro, aggiornato sugli sviluppi internazionali dell’illustrazione e della satira, rielaborò questi apporti in chiave personale ed eterodossa, traducendoli nella sua grafia popolare e vivace.
Fonti e Bibl.: L. Rasi, La caricatura e i comici italiani, Firenze 1907, pp. 183-190; G. Brigante Colonna, Il travaso delle idee, in L’Italia che scrive, III (1920), 8, p. 118; F. Scarpelli, Avviso, in Il travaso delle idee, 1° aprile 1928; Id., Giornalismo allegro, Milano 1932; Necrologio, in Il Corriere della sera, 9 agosto 1933; Necrologio, in Il travaso delle idee, 20 agosto 1933, p. 3; F. Scarpelli, Un uomo in un fosso. Vaniloquio senza capo né coda, Milano 1938; R. Marchetti, Mezzo secolo. Ricordi di un giornalista caricaturista, Roma 1940; E. Gianeri, La donna, la moda, l’amore in tre secoli di caricatura, Milano 1942, pp. 88, 91-94, 186; A. Briganti, Intellettuali e cultura tra Ottocento e Novecento. Nascita e storia della terza pagina, Padova 1972, p. 110; A. Faeti, Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia, Torino 1972, pp. 252-256; A. Viviani, Giubbe rosse. Il caffè fiorentino dei futuristi negli anni incendiari 1913-1915, a cura di P. Perrone Burali d’Arezzo, Firenze 1983, p. 189; G. Mosca, La signora Teresa, Milano 1986, pp. 35-37; A. Chiesa, La satira politica in Italia, Bari-Roma 1990, pp. 19, 130, 142; Quarant’anni nell’arte del libro. Editalia, 1952-1992, Roma 1992, pp. 93 s.; P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana. Libri e periodici a figure dal XV al XX secolo, Bologna 1998; L. Pacifici, F. S. e Il giornalino della domenica, in Artista, 2002, pp. 148-171; L. Fabbri, Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935), a cura di R. Giulianelli, Pisa 2005, pp. 54 s.; Il giornalino della domenica. Antologie di fiabe, novelle, poesie, racconti e storie disegnate, a cura di C. Gallo - G. Bonomi, Milano 2007, pp. 23 s.; L’irripetibile stagione de Il giornalino della domenica (catal.), a cura di P. Pallottino, Bologna 2008; Il Piave mormorava... I giornali satirici di trincea e delle retrovie durante la prima guerra mondiale (catal.), a cura di C. Bibolotti - F.A. Calotti, Forte dei Marmi 2010, pp. 36, 98-103; A. Accardo - C. Giacobelli - F. Govoni, Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo, Recco 2012, pp. 19-23; R. Della Torre, Invito al cinema. Le origini del manifesto cinematografico italiano (1895-1930), Milano 2014, pp. 90 s.; La danza macabra della Grande Guerra... (catal., Forte dei Marmi), a cura di C. Bibolotti - F.A. Calotti - L. Gorgoni Gufoni, Ospedaletto 2014, pp. 102-119.