fattore di trascrizione NFκB
Famiglia di fattori di trascrizione che svolge un ruolo primario nella regolazione della risposta immunitaria, nell’infiammazione, nella proliferazione cellulare, nell’apoptosi e nel cancro. Il fattore NFκB è stato scoperto in seguito a esperimenti biochimici condotti su linfociti B in cui si era osservato che la trascrizione del gene per la catena leggera κ delle immunoglobuline necessitava di uno specifico fattore di trascrizione: a tale fattore è stato dato il nome di NFκB (Nuclear factor κ chain transcription in B cells). Studi condotti su cellule di Mammiferi e su Drosophila melanogaster hanno permesso di capire come questo fattore di trascrizione venga attivato dai segnali extracellulari. Nei Mammiferi, per es., la stimolazione della risposta immunitaria ne comporta l’attivazione, mentre nel moscerino della frutta intervengono proteine in correlazione con NFκB durante la risposta immunitaria e durante le prime fasi dell’embriogenesi. L’NFκB è un eterodimero composto da due subunità correlate, p65 e p50, rispettivamente di 65kD e 50 kD. Queste subunità condividono una regione omologa a livello dell’estremità N-terminale, necessaria per il legame al DNA e la dimerizzazione. Nelle cellule a riposo, l’NFκB viene traslocato nel nucleo dove si lega a specifici siti del DNA e ne regola la trascrizione. In forma inattiva, l’NFκB viene sequestrato nel citoplasma attraverso un legame diretto a un inibitore, chiamato IκB, che si lega al dominio N-terminale di ogni subunità. In seguito a uno specifico segnale, si assiste alla fosforilazione di due residui di serina N-terminali dell’IκB che, così fosforilato, diviene il bersaglio dell’ubiquitinazione e, quindi, viene degradato nei protesomi. Un ciclo di regolazione a retroazione negativa controlla l’attività dell’inibitore bloccando la trascrizione precoce del gene stesso indotta da NFκB.
→ Proteine. Degradazione delle proteine