FASCINO (dal lat. fascĭnum)
Si chiama così, comunemente, la malefica influenza che si crede promani dallo sguardo degl'invidiosi, degli adulatori e degli affetti da qualche morbo. Si ritiene che i più esposti a subirne le conseguenze siano i fanciulli, gli uomini collerici e sanguigni, gli animali domestici. Antidoti sono gli amuleti, i carmi, i suffumigi e altre pratiche. Il pregiudizio è antichissimo. I Romani chiamavano fascinum, quasi fustigatore del maleficio, Priapo; e la parola passò a denotare l'attributo sessuale del dio (v. anche iettatura).
Bibl.: L. Vairo, De fascino, Venezia 1589; G. B. Della Porta, De fascinatione et fascinationis amul., Francoforte 1597. Per il folklore italiano, v. A. Morselli, in Scena illustrata, XXXV (1899), n. 286; G. Romeo, in La scintilla, I (1929), n. 5; C. Pigorini-Beri, In Calabria, stregonerie, Roma 1883.