FANINI (o Fannio), Fanino
Uno dei più famosi protestanti italiani nei primordî della Riforma, nato in Faenza verso il 1520. Fornaio di professione, un grande desiderio della cultura, unito a indole ardente e amante di novità, lo portò ad appassionarsi per le questioni religiose del suo tempo; la lettura dei libri eretici, che dal 1534 al 1549 corsero largamente in Italia, e, forse, le conversazioni avute con B. Ochino (v.) non tardarono a fargli abbracciare in pieno la causa della Riforma. Ma la sua opera di propaganda eretica in Faenza (a reprimere la quale s. Ignazio di Loiola mandava nel 1545 uno dei suoi primi compagni, il Broët) non ebbe lunga durata. Processato e riconosciuto eretico nel 1547, abiurò l'eresia, ricuperando la libertà. Ma nel 1549 fu di nuovo imprigionato e, convinto di eresia dall'Inquisizione romana, venne dalla stessa, come recidivo, rimesso al braccio secolare. Nonostante le intercessioni di Renata di Francia e di Lavinia della Rovere, la sentenza dell'Inquisizione fu eseguita, e il F. morì sulla forca a Ferrara il 20 agosto 1550.
Bibl.: F. Lanzoni, La Controriforma nella città di Faenza, Faenza 1925, pp. 89-101. In quest'opera sono criticamente raccolte le notizie dell'erudito faentino M. Valgimigli intorno alla famiglia Fanini, con tutte quelle che del F. si vennero pubblicando sino dal sec. XVI, specialmente dai protestanti, che considerarono il F. martire della chiesa riformata.