CORTESI, Fabrizio
Nacque a Roma l'8 giugno 1879 da Enrico e Agnese Busiri Vici. L'inclinazione alla botanica si rivelò molto precocemente: studente liceale già possedeva un erbario che, insieme al raccolto di successive erborizzazioni, gli fu utile per uno studio fioristico su monte Cavo e sulla flora ruderale di Roma. Iscritto al corso di laurea in scienze naturali a Roma, nel 1898, divenne allievo interno dell'istituto e orto botanico diretto da R. Pirotta, e si laureò nel 1902 con una tesi sperimentale sulle micorrize delle Orchidee.
Fin dal 1904 fu presso l'istituto botanico di Roma come conservatore, e continuò le sue ricerche sulle Orchidee della provincia di Roma; ne raccolse un cospicuo numero che conservò in formalina o in essiccati, ed utilizzò per studi critici, raccolti in una serie di monografie, con figure, pubblicate tra il 1903 e il 1916; ne studiò la genetica e la sistematica e, adottando originali criteri, riuscì a trovare alcuni nuovi ibridi del genere Ophris ed Orchis, accettati nei lavori di G.E. Camus, il quale nella prefazione alla Monographie des Orchidées (Paris 1908) ricordò il C., che ebbe "l'amabilité de nous envoyer ses notes très documentées sur la flore italienne".
Dal Pirotta, di cui nel 1909 era divenuto assistente (ed al quale dedicava una specie nuova, la Bonetea Pirottae) gli fu affidato lo studio delle Orchidee dell'Eritrea; si occupò di queste specie, anche dal punto di vista fisiologico come quando individuò il processo digestivo che avviene nelle cellule della pianta ospite di funghi micorrizogeni. Paragonò la micorriza endotrofica alla simbiosi esistente nei tubercoli radicali tra piante leguminose e microrganismi: tale punto di vista fu pienamente accettato da studiosi dell'università di Würzburg come H. Burgeff.
Le ricerche sulle Orchidee furono arricchite con le osservazioni fatte durante le escursioni al monte Terminillo e nell'Appennino centrale; pubblicò studi critici su quella flora nel 1908 e nel 1917con considerazioni morfologiche, sistematiche e geografiche. Contributi simili portò alla flora delle isole Tremiti, airicchendola con la segnalazione di ben trecentoquaranta entità fioristiche, grazie al materiale raccolto in parte da G. Negri e da C. Mucciarelli, medico della colonia penale. Nel 1915 segnalava sedici specie di Orchidee provenienti dai dintorni di Nardò (Lecce), e descriveva un ibrido e due forme nuove per la flora italiana.
Oltre alle Orchidee il C. studiò, in collaborazione con E. Chiovenda, le Angiosperme raccolte dalla spedizione del duca degli Abruzzi sul Ruvenzori: l'opera tratta ventisei famiglie e rappresenta la prima segnalazione, corredata con numerose illustrazioni fotografiche, di specie di Alchemilla, Rubia, Sedum e Parietaria.
Col Pirotta poi continuò l'esame della raccolta del duca degli Abruzzi sul Karakorum, nella Relazione sulle piante raccolte nel Karakorum dalla spedizione di S.A.R. il duca degli Abruzzi (Bologna 1912).
Ancora il Pirotta spinse il C. verso un tema da lui stesso prediletto, la storia della botanica. In questo ambito il C. eseguì la revisione dell'erbario di Cesare Borgia (1776-1837), che conteneva millecentocinquantatré specie e da cui trasse lo spunto per notazioni teratologiche che riprese più tardi, con lo studio di anomalie in Anemone nemorosa.
In base alla segnalazione del religioso L. Cossa del materiale storico esistente nell'Archivio dell'Ospizio degli orfani di Roma, il C. iniziò le sue ricerche su G. B. Faber, primo segretario dell'Accademia dei Lincei e pubblicò una serie di lavori, tra il 1908ed il 1935, che mettevano in nuova luce la vita ed il valore delle opere di molti dei primi accademici lincei, dai quali fu tanto influenzato il pensiero moderno all'inizio del XVII secolo.Già da qualche tempo aveva esteso il suo interessamento alle questioni botanico-agrarie coloniali; nel 1908 egli aveva pubblicato a Milano il manuale Botanica agraria, ove esprimeva con molta semplicità e chiarezza i concetti scientifici moderni in un testo divulgativo; a questo faceva seguire uno studio sull'organizzazione agricola coloniale ed alcune relazioni sul caucciù, sull'hennà e sulle piante aromatiche. Gli studi sul cotone furono eseguiti per conto dell'Istituto internazionale di agricoltura.
Fra i temi trattati dal C. il più ricco di pubblicazioni è lo studio delle piante medicinali ed aromatiche. L'attività didattica del C. in questo campo fu notevole: dal 1900 ottenne l'incarico del corso ufficiale di botanica farmaceutica all'istituto botanico di Roma, che gli fu confermato ogni anno fino al 1936, quando venne chiamato alla facoltà di agraria dell'università di Perugia come incaricato dei corsi di botanica generale e sistematica e della direzione dell'istituto botanico; divenne professore ordinario nel 1939.
Partecipò dal 1916 ai congressi della Società italiana per il progresso delle scienze con comunicazioni a carattere scientifico, economico ed agrario con le quali richiamava l'attenzione sulla crisi delle piante medicinali, comprese le coloniali.
Il C. ebbe vari incarichi nei quali sfruttò le sue conoscenze di piante medicinali: dal 1915 al 1927 fece parte della Commissione consultiva per le piante officinali della Federazione "Pro montibus"; nel 1930 fu membro della Commissione per lo studio del progetto di legge sulle piante officinali. Nel 1931venne invitato dal Consiglio provinciale dell'economia corporativa di Sassari ad eseguire un rilevamento delle piante medicinali della Sardegna. I risultati delle sue escursioni furono pubblicati nel 1934 a Sassari con il titolo Manuale dell'erboristeria sarda. Dall'Accademia d'Italia, nel 1933, ricevette un premio per recarsi in Austria e in Ungheria a compiere studi su esemplari da erbario del genere Digitalis e sulle istituzioni per ricerche sulle piante officinali di questi paesi.
Fu redattore per la botanica dell'Enciclopedia Italiana.
Morì in Roma il 29 giugno 1949.
Tra le pubblicazioni del C., oltre a quelle citate, si segnalano: Escursione a monte Cavo, in Riv. mensile del Club alpino italiano, XIV (1895), pp. 171-174; in coll. con L. Senni, Contributo alla flora ruderale di Roma, in Bull. d. Soc. bot. it., V (1896), pp. 98-102; Studi critici sulle Orchidacee romane, I, Le specie deigen. Orchis, in Annali di bot. (Roma), I (1903), 1a sez., pp. 143-197; Orchidacee, in R. Pirotta, Flora della Colonia Eritrea, in Annuariodel R. Ist. bot. di Roma, VIII (1903), pp. 268-275; Una nuova Ophrys ibrida: Ophrys Granipinii (O. aranifera tenthredinifera), in Annalidi botanica, II (1904), 2a sez., pp. 359 ss.; Una nuova Orchidacea della Colonia Eritrea, ibid., III (1905), pp. 363-366; Intorno a due casi teratologici trovati nell'erbario Borgia, ibid., pp. 359-362; Illustrazione dell'erbario Borgia, ibid., IV (1906), pp. 217-267; Alcune lettere ined. di Ferrante Imperato, ibid., VI (1908), pp. 121-130; Alchemilla ducis Aprutii et Rubia Ruwenzoriensis sp. nov., ibid., p. 152; Per la storia dei primi Lincei. Prima pubblicazione, ibid., pp. 153-160; Studi critici sulla flora del monte Terminillo e dell'Appennino centrale. Prima pubblicazione, ibid.., pp. 381-385; Una lettera inedita di T. Aldini a G. B. Faber, ibid., pp. 403 ss.; Contribuzione alla flora delle isole Tremiti, ibid., VII (1909), pp. 489-502; in coll. con E. Chiovenda, Angiosperme del Ruwenzori, in Luigi Amedeo di Savoia-F. De Filippi, Il Ruwenzori. Relazioni scientifiche, I, Zoologiae botanica, Milano 1909, pp. 433-474; Nuovac ontribuzione alla flora delle isole Tremiti, in Annali di botanica, VIII (1910), pp. 239-242; Sulle micorrize endotrofiche con particolare riguardo a quelle delle Orchidacee, in Atti della Società italiana per il progresso d. scienze, 5a riunione, Roma 1911, Roma 1912, pp. 860-864; Dei prodotti coloniali in rapporto ai bisogni della madrepatria, Roma 1911; Alcune anomalie dell'Anemone nemorosa L., in Annali di botanica, X (1912), pp. 379-381; Orchidacee nuove o critichedi Nardò (Lecce), ibid., XIII (1915), pp. 237-250; in coll. con G. Tomasi, L'Henna. Ricerche botaniche e chimiche, ibid., XIV (1916), pp. 1 -27; Su alcune forme di Orchidacee romane, ibid., pp. 41 s.; Il problema dellaproduzione in Italia delle piante medicinali, in Atti della Società italiana per il progressod. scienze, 8a riunione, (1916), pp. 501-515; Studi critici sulla flora del monte Terminillo e dell'Appennino centrale, in Annali di botanica, XIV (1917), pp. 163-177; La crisi delle piante medicinali in conseguenza della guerra e le nostre colonie africane, Roma 1919; Memoria sulle droghe e piante medicinali e sulle gomme resine e gommoresine, ibid. 1918; Il problema delle piante medicinali e l'opera del Comitato nazionale istituito dalla pro Montibus, in Atti della Società italiana per il progresso delle scienze, 10a riunione, (1919), pp. 359-369; Osservazioni sistematiche su alcune specie del genere Convolvulus, in Annali di botanica, XVI (1923), pp. 139-153; Codiceper il riconoscimento ed il controllo delle Piante medicinali, I, Roma 1925; Censimento delle piante medicinali, Milano 1930; Piante medicinali e aromatiche della Sardegna, ibid. 1931; in coll. con R. Rovesti, Per la protezione della flora alpina, Roma 1932; Il luppolo, in Riv. ital. di essenze e profumi, XIV (1932), pp. 10-15; Manuale dell'erboristeria sarda, Sassari 1934; Stazioni sperimentali per le piante officinali in Austria e in Ungheria, in Riv. it. di essenze e profumi, XVI (1934), pp. 16-19; Per la storia dei primi Lincei. Quinta pubblicazione, in Atti d. III Congr. naz. di studi romani, Bologna 1935, pp. 105-112; Ricerche sperimentali sulle piante officinali eseguite nel R. Istituto e Orto botanico di Roma, in Riv. it. essenze e Profumi, XVII (1935), pp. 266-269; P. R. Pirotta, ibid., XVIII (1936), pp. 234 s.; Piante officinali delle provincie di Roma e di Littoria, Roma 1937; Le piante medicinali, ibid. 1942.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Ann. d. fac. di agraria dell'univ. di Perugia, VI (1949), pp. 140-151; F. C., in Ann, di bot., XXIII(1950), pp. 374-383; P. A. Saccardo, La botanica in Italia, II, Venezia 1901, pp. 120 s.; G. Rodio, Rievocazione, F. C. 1949, in Boll. d. Ist. bot. d. univ. di Catania, I (1954), pp. 192 s.; G. Lusina, Bibliografia botanica del Lazio (secc. XIX e XX), in Ann. di bot., XXV (1955-56), pp. 144-417; G. Lusina-B. Anzalone, Bibliografia botanica del Lazio (secc. XIX e XX). Rettifiche, aggiunte e continuazioni, in Ann. di bot., XXVIII (1966), pp. 568 s.