EVANS, Ian Ernest Gilmore Green, detto Gil
Compositore e pianista di jazz canadese, nato a Toronto il 13 maggio 1912, morto a Los Angeles il 20 marzo 1988. Figlio di emigranti australiani, autodidatta, dopo le prime esperienze giovanili curò gli arrangiamenti dell'orchestra di Cl. Thornhill (1941-48), dove sperimentò nuovi impasti sonori, impiegando i corni francesi e il basso tuba.
Il suono quasi ipnotico, assolutamente privo di vibrato, inventato da E. per la formazione di Thornhill costituì un preciso punto di riferimento per i creatori del cool jazz, come dimostra l'importante album The real birth of the cool. Claude Thornhill Orchestra, featuring Gil Evans' arrangements. Dal 1948 al 1950 lavorò con il gruppo di M. Davis, contribuendo alla realizzazione del notevolissimo Birth of the cool (1949-50). Nel 1953 arrangiò per l'orchestra di Ch. Parker i brani Old folks, In the still of the night e If I love again; quindi collaborò con Don Elliott, T. Charles e Hal McKusick.
Del 1957 è uno dei suoi migliori dischi, Gil Evans plus Ten, in cui gran parte ha il sopranista St. Lacy; nello stesso anno riprese a collaborare intensamente con M. Davis, il solista a lui più congeniale: nacquero così i dischi Miles ahead (1957), Porgy and Bess (1958), Sketches of Spain (1959), At Carnegie Hall (1961) e Quiet nights (1962). Nel frattempo incideva New bottle old wine (1958) e Great jazz standards (1959), interessanti rivisitazioni di classici del jazz, sfruttando al meglio, per il primo, le doti del contraltista C. Adderley e del trombonista Fr. Rehak e per il secondo facendo ancora ricorso a Lacy, oltre che al trombettista J. Coles. Del 1960 è l'album Out of the cool, cui fecero seguito The individualism of Gil Evans (1963-64) e The Gil Evans Orchestra featuring Kenny Burrell & Phil Woods (1964-65).
Verso la fine degli anni Sessanta cominciò a interessarsi alle sonorità del rock jazz e rinnovò l'organico dell'orchestra, inserendo sintetizzatori, bassi elettrici, percussioni, pur mantenendo i corni francesi e il basso tuba; nonostante il successo di pubblico, la produzione del nuovo E., pur di buona qualità, è ben lungi da quella antecedente. La prima testimonianza dell'E. elettrico fu Svengali (1973); successivamente realizzò il discutibile Plays the music of Jimi Hendrix (1974), There comes a time (1976) e Parabola (1978).
Bibl.: N. Hentoff, G. Evans, New York 1960; M. Harrison, A jazz retrospect, Londra-Vancouver 1977; T. Tajiri, G. Evans discography, 1941-1982, Tokyo 1983; R. Horricks, Svengali, or The Orchestra called G. Evans, Turnbridge Wells-New York 1984.