Regista cinematografico (Praga 1931 - Parigi 1988). Frequentò nel 1956 la facoltà di cinematografia di Praga. Dedicatosi dapprima con successo al documentario (Turista, 1961; Železničáři "I ferrovieri", 1963; Proč "Perché", 1964; Zrcadlení "Il rispecchiamento", 1965; ecc.), realizzò nel 1964 il suo primo lungometraggio, Každý den odvahu ("Il coraggio quotidiano"), fra i più importanti film del nuovo cinema ceco; ugualmente disperato e sconcertante il successivo Návrat ztraceného syna ("Il ritorno del figliol prodigo", 1966), seguito da Pět holek na krku ("Cinque ragazze da marito" 1968), Farářův konec ("La fine del sagrestano", 1969), Den sedmý, osmá noc ("Settimo giorno, ottava notte", 1969). Con la fine della Primavera di Praga, S. lasciò il cinema e si dedicò soprattutto alla regia di opere liriche, dando anche il suo contributo a spettacoli del tipo Laterna magika (v. Radok, Alfréd). Tornò a dirigere nell'anno della morte il film Vlastně se nic nestalo ("Insomma, non è successo nulla", post., 1988).