EURIPONTIDI (Εὐρυποντίδαι, Eurypontĭdae)
Nome di una delle due dinastie spartane (v. agiadi), che si richiamava a un capostipite Euriponte, ritenuto figlio di Procle, discendente di Ercole. Sul valore da attribuirsi a questa genealogia e sui rapporti tra le due dinastie, v. agiadi e diarchia. Secondo una lista conosciuta da autori recenti, ma che può riflettere antiche incertezze nella costruzione della genealogia, tra Procle e Euriponte era intercalato Soo. La lista della genealogia, non già della successione al regno, conosciuta da Erodoto, è la seguente, prescindendo dai predecessori di Procle che si fa direttamente figlio di Aristodemo, fino a Leotichida, il vincitore di Micale nel 479: Procle, Euriponte, Pritani, Polidecte, Eunomo, Carillo o Carilao, Nicandro, Teopompo, Anassandrida, Archidamo, Anassilao, Leotichida, Ippocratida, Agesilao, Menare, Leotichida. La lista di Pausania è un po' diversa: a Teopompo seguono Archidamo, premorto al padre, Zeussidamo, Anassidamo, Archidamo I, Ippocratida, Agasicle, Menare, Leotichida.
I primi Euripontidi di cui si può assegnare approssimativamente la data sono Teopompo, che combatté al tempo della prima guerra messenica, nell'ultimo ventennio del sec. VIII, e Leotichida I, il quale combatté nella seconda che terminò intorno al 600.
I predecessori di Teopompo, Nicandro e Carillo, possono bene essere figure storiche: difficilmente si possono ritenere storiche quelle di Eunomo, Polidecte e Pritani. Nella dinastia degli Euripontidi dovettero non essere infrequenti le discordie: il caso di Leotichida II che cospira con Cleomene per rovesciare Demarato è molto istruttivo, perché giova a spiegare le anomalie nella successione.
Dopo la catastrofe di Cleomene III nel 221, regnò Licurgo come re Euripontida, quantunque si contestasse la sua pertinenza alla dinastia, secondo una tradizione, per essere stati guadagnati gli efori con la corruzione. Ma probabilmente Licurgo apparteneva ad un ramo laterale degli Euripontidi, e fu per qualche tempo collega dall'Agiade Agesipolide, ma lo detronizzò e regnò solo. Con Licurgo Euripontida comincia a Sparta un non lungo periodo di reggimento monarchico anziché diarchico. Figlio di Licurgo sembra essere stato Pelope che da alcune parole di Flaminino a Nabide sembrerebbe essere stato re, almeno nominalmente. Poi regnarono Macanida e Nabide, ambedue chiamati tiranni, quantunque per Nabide sia molto probabile che la sua origine regia, essendo figlio di un Demarato, possa derivare da Demarato detronizzato da Leotichida al tempo delle guerre persiane. Con Nabide termina, se non la dinastia degli Euripontidi, il potere regio di Sparta, essendo questa stata annessa alla lega achea per opera di Filopemene.
Degli Euripontidi vanno ricordati soprattutto Leotichida II che sconfisse i Persiani a Micale; il figlio di lui Archidamo che represse la ribellione degl'Iloti dopo il terremoto del 465 e fece ripetute spedizioni nell'Attica nel primo periodo della guerra del Peloponneso. Più nota la figura di Agesilao (v.) e del pari interessante la personalità di Agide IV (v.), il famoso riformatore sociale.
La dinastia degli Euripont; di acquistò in varî periodi maggiore importanza di quella degli Agiadi: l'essere stato trasferito il personaggio mitico Licurgo dalla dinastia degli Agiadi, in cui sarebbe stato tutore del re Labota, in quella degli Euripontidi, in cui sarebbe stato tutore del re Carillo, mostra un aumento di prestigio nella dinastia degli Euripontidi rispetto a quella degli Agiadi.
Bibl.: K. F. Hermann e H. Blümner, Lehrbuch der griech. Antiquitäten., I, III, 6ª ed., Tubinga 1913, pp. 129 segg.; 158 e 268-69; U. Kahrstedt, Griechisches Staatsrecht, I, p. 119; J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., I, ii, pp. 179-189, 262; inoltre: E. Schwartz, in Hermes, XXXIV (1899), p. 429 e J. Beloch, ibid., XXXV (1900), p. 254; L. Pareti, in Atti dell'Acc. delle Scienze di Torino, XLVI (1911), p. 615 segg.