PARENT, Eugenio Pietro
– Nacque a Chambéry l’11 aprile 1845 da Nicolò e Benedetta Berthet.
Nel 1860 entrò come allievo nella Regia Scuola di Marina di Genova e nel 1864 divenne guardiamarina. Fra il 2 febbraio 1866 e il 28 marzo 1868 prese parte al viaggio di circumnavigazione intorno al globo della pirocorvetta «Magenta» della Marina italiana comandata dal capitano di fregata Vittorio Arminjon che, partita da Montevideo, passò cinquecento miglia a Sud del Capo di Buona Speranza, raggiunse Batavia, Singapore, Saigon, il Giappone, la Cina, Giava e l’Australia, Valparaiso, e superato lo stretto di Magellano, fece ritorno a Montevideo per attraversare l’Atlantico, passare lo stretto di Gibilterra e giungere, infine, a Napoli.
Quando nel 1872 Cristoforo Negri, impegnato a promuovere anche in Italia l’interesse per le spedizioni polari, chiese ad Adolf Erik Nils Nordenskjöld di accogliere nella spedizione verso i territori polari che stava preparando un ufficiale della Marina italiana con il ruolo di idrografo o meteorologo, grazie all’interessamento congiunto del ministero della Marina e della Società geografica italiana, venne designato Parent, che si era offerto volontario. Gli vennero trasmesse una serie di istruzioni e alcuni quesiti relativi a osservazioni di fisica terrestre e gli fu affidato l’incarico ufficiale di rappresentare la Società geografica italiana non solo presso il capo di spedizione svedese, ma anche presso la Società delle scienze di Stoccolma e gli altri istituti scientifici scandinavi.
Diventato luogotenente di vascello di seconda classe, Parent lasciò l’Italia il 16 giugno 1872 per aggregarsi alla spedizione che partì da Göteborg il 4 luglio a bordo del «Polhem», un vapore delle poste svedesi costruito appositamente per la navigazione tra i ghiacci, mentre altre due navi, che trasportavano la baracca, i viveri e il combustibile necessari per lo svernamento nell’isola Parry, la maggiore dell’arcipelago delle Sette Isole, avevano l’ordine di tornare indietro. La marcia in slitta verso il Polo era prevista per il marzo successivo, mentre nell’estate sarebbero state organizzate delle esplorazioni sulla costa nord-orientale dello Spitzbergen, ancora poco conosciuta. Oltre agli studi geografici e scientifici, il programma prevedeva anche osservazioni astronomiche, magnetiche e di gravità.
Dopo aver toccato Straranger, Alesunde e Bojdo, il 13 luglio 1872 la nave giunse a Tromsö e il 6 agosto all’isola Norway, dove la spedizione dovette attendere la fine del mese perché i ghiacci si sciogliessero. Pochi giorni dopo la ripartenza, il viaggio fu di nuovo fermato dai ghiacci sulla costa della terra di Nord-Est. Persa la speranza di svernare, come previsto, all’isola di Parry, la spedizione ripiegò sulla Baia di Mossel, alla latitudine Nord di 79°54’. Qui l’equipaggio dovette fermarsi più del previsto in un’isoletta del diametro di duecento metri situata nei pressi della costa settentrionale della baia, con il conseguente razionamento dei viveri, a causa delle condizioni atmosferiche particolarmente avverse che contribuirono ad aumentare sempre di più la cinta di ghiaccio al largo della baia.
In attesa di poter ripartire in direzione del Polo, per verificare la funzionalità delle slitte e dell’equipaggiamento, Nordenskjöld volle organizzare, il 17 aprile 1873, una breve escursione di tre giorni a Verlengen Hook, alla quale prese parte anche Parent, che non poté, invece, partire con la spedizione destinata al Nord e fu aggregato a un’altra esplorazione organizzata, nello stesso periodo, dal luogotenente Von Krusenstjern. Partito il 20 maggio per visitare tutta la costa tra Mossel Bay e l’isola Norway, il contingente giunse presso il fiordo Wijde, ma dovette fare rientro alla Baia di Mossel per le notevoli catene di hummock che ostacolavano la navigazione.
L’intera spedizione rientrò a Tromsö nell’agosto 1873 con una preziosa messe di risultati scientifici: Parent fece dono al Museo di fisica e storia naturale di Firenze di una collezione botanica da lui raccolta durante le sue escursioni.
Nel resoconto di quell’esperienza inviato al ministero della Marina – Breve rapporto sui procedimenti della spedizione polare artica svedese dall’agosto 1872, in Rivista marittima, VI (1873), 7, pp. 217-264 –, oltre alla cronistoria dettagliata della spedizione, delle tante difficoltà incontrate e dei numerosi problemi affrontati, Parent riportò anche i risultati delle sue osservazioni idrografiche e meteorologiche, con particolare riguardo all’evoluzione delle condizioni climatiche e alle straordinarie variazioni, sia in grandezza sia in rapidità, di pressione e temperatura determinate dai venti di scirocco e di mezzogiorno che facevano sì che anche in pieno inverno, e nonostante gli 80° di latitudine Nord, la temperatura fosse diverse volte vicina allo zero. Interessanti considerazioni egli svolse anche sul movimento dei ghiacci che, se erano capricciosi nei loro movimenti giornalieri, risultavano invece molto regolari rispetto al periodo in cui si scioglievano. Parent resocontò, inoltre, su alcune esperienze svolte dal botanico Frans Reinhold Kjellman, il quale poté osservare come a grande profondità, dove l’azione della luce solare era pressoché inesistente, la vita vegetale non risultava spenta: le alghe non apparivano per nulla impedite nella loro crescita e diffusione né dalla notte polare, né dalla bassa temperatura delle acque marine. Riguardo alla fauna marina, durante tutto il periodo invernale venne dragato quotidianamente il fondale sia sotto i ghiacci sia nel mare libero: le draghe raccolsero abbondanza di esemplari, in particolare anellidi e crostacei, da cui si dedusse che la vita animale non era affatto sospesa, ma altrettanto abbondante come nel periodo estivo. Al contrario, sulla terra, che risentiva maggiormente delle escursioni termiche, la vita nei mesi invernali sembrava completamente spenta. Alla fine di maggio, tuttavia, gli studiosi della spedizioni poterono constatare che, con l’aumentare della temperatura, cominciava a germogliare la cochlearis, già in fioritura all’inizio di giugno, e dimostrare che, avendo la vegetazione artica un breve periodo di vita, il suo sviluppo era tanto rapido quanto il suo tempo risultava limitato. L’avventura, in larga parte sfortunata, fu in seguito raccontata da Parent anche in una ‘straordinaria adunanza’ della Societé de géographie di Parigi (Esplorazioni polari, in Bollettino della Società geografica italiana, XII, 1875, p. 426).
Grazie alle conoscenze e all’esperienza acquisite durante quella spedizione, in previsione del secondo congresso geografico internazionale che si sarebbe svolto a Parigi nell’estate del 1875, Parent fu inserito, assieme a Cristoforo Negri e a Francesco Miniscalchi Erizzo, in una delle otto sottocommissioni di studio (precisamente quella sulla storia dei viaggi nelle regioni artiche) nominate dalla Società geografica italiana per preparare i lavori da presentare al congresso.
Dopo essere stato promosso nel 1875 luogotenente di vascello e nel 1881 capitano di corvetta, nel 1884 Parent prese parte a una campagna idrografica nel Mar Rosso con la nave «Vedetta» comandata dal capitano Salvatore Buonocore, distinguendosi nel rilevamento della baia di Assab. Nella primavera del 1885, promosso capitano di fregata, partecipò alle operazioni di occupazione del villaggio di Arkiko, rimorchiando a Massaua tre torpediniere (il «Procione», il «Sirio» e il «Sagittario») con la nave da trasporto «Conte di Cavour».
Colpito da febbri violente, morì a bordo di quell’imbarcazione, sul Mar Rosso, il 13 maggio 1885.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico della Società geografica italiana, Fondo amministrativo, Presidenza Cristoforo Negri, Corrispondenza 1868 - 2° semestre, f. 94; Presidenza Cesare Correnti, Corrispondenza 1873, f. 97; Presidenza Onorato Caetani di Sermoneta, Corrispondenza 1880, f. 91; Fondo storico, b. 51, cart. Spedizione artica Nordenskjöld-Parent; Ibid., Ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Documenti concernenti l’attività politica, militare e bellica nell’Africa a nord del Sahara, Algeria e Tunisia, 110/1, Relazione del luogotenente di vascello E. P. sulla sua missione a Tolone e in varie località dell’Algeria e della Tunisia (1878); Milano, Museo del Risorgimento, Fondo Cesare Correnti, carteggio Cristoforo Negri-Cesare Correnti. Due lettere inviate da Parent alla Società geografica italiana, rispettivamente da Göteborg il 1° luglio e da Tromsö il 15 luglio 1872, sono state pubblicate in Bollettino della Società geografica italiana, VIII, 1872, pp. 124-135. Inoltre: G. Cora, Viaggio nello Spitzberg di E. P., in Cosmos. Comunicazioni sui progressi più recenti e notevoli della geografia e delle scienze affini, II, 1874, pp. 263 s.; C. Negri, I regi ufficiali di Marina P. e Bove, in L’Esploratore, 1879, vol. 3, pp. 173 s.; O. Po - L. Ferrando, L’opera della R. Marina in Eritrea e Somalia, Roma 1929, p. 89; M. Carazzi, La Società geografica italiana e l’esplorazione coloniale in Africa (1867-1900), Firenze 1972, ad ind.; S. Zavatti, L’Italia e le regioni polari, Ancona 1981, pp. 89-108; N. Fusco - C. Cerreti, Il silenzio degli indecenti. Viaggi e racconti rimossi di pecore nere, in Alla fine del viaggio, a cura di L. Rossi - D. Papotti, Reggio Emilia 2006, pp. 94-98.