MINKOWSKI, Eugène
Psichiatra, nato a Pietroburgo il 17 aprile 1885, da famiglia polacca, morto a Zurigo il 20 luglio 1972. Studia medicina a Varsavia (1905), laureandosi a Monaco nel 1909. In seguito si dedica agli studi filosofici, finché, scoppiata la guerra e rifugiatosi in Svizzera, diventa assistente di E. Bleuler. Nel 1915 si arruola volontario nell'esercito francese. Presa la cittadinanza francese alla fine del conflitto, opera come psichiatra e ricercatore con l'aiuto della moglie F. Minkowska Brokman (morta nel 1950).
Tra i fondatori dell'attuale psicopatologia fenomenologica, è presidente della rivista L'évolution psychiatrique, che riflette la sua impostazione. In M. l'intuizionismo di Bergson, mediato da Husserl, dà origine a una concezione fenomenologica e strutturalista della persona umana in cui s'integrano la condizione normale e quella patologica. In La schizophrénie (1927,19512), frutto dell'insegnamento di Bleuler e della propria esperienza clinica, la malattia è inserita in un quadro fenomenologico globale, che tiene conto dei vari modi di essere nel mondo. Ne Le temps vécu (1933) difende la dimensione del "profondo", interpretando il tempo vissuto come spessore del conscio e i fenomeni come modo di rapportarsi con esso. Accentuatamente metafisiche le opere Vers une cosmologie (1951) e il Traité de psychopathologie (1966), in cui l'indagine psicopatologica, l'attività psichiatrica e la riflessione filosofica si pongono sul piano antropologico in una dimensione atemporale. Negli ultimi anni approfondisce la sua riflessione nella prospettiva di una fenomenologia semantica delineando una "semantica esistenziale", che evidenzia la portata vitale dell'espressione linguistica, la cui struttura rivela la maggiore o minore ricchezza del "vissuto".