BRISSON, Eugène-Henri
Uomo di stato francese, nato a Bourges il 31 luglio 1835, morto a Parigi il 13 aprile 1912. Studente a Parigi nei primi anni del secondo impero, e inscritto nel 1859 in quell'ordine degli avvocati, il B. formò il suo pensiero politico alla scuola dei professori dimissionarî dopo il 2 dicembre, scuola di tendenze radicali e massoniche, nella quale gli furono compagni il Pelletan, il Ranc, il Floquet e parecchi altri giovani destinati a costituire di poi lo stato maggiore parlamentare della terza repubblica. Collaborò in quegli anni all'Avenir, primo giornale repubblicano sorto sotto l'Impero, quindi al Temps, segnalandosi per la vivacità della sua opposizione al regime napoleonico. Dopo la giornata del 4 settembre 1870 egli fu nominato aggiunto alla municipalità di Parigi; nel 1871 fu eletto deputato della Senna all'assemblea nazionale, nella quale sedette all'estrema sinistra. Eletto nel 1876 deputato di Parigi, fu relatore della commissione d'inchiesta sulle elezioni dell'ottobre 1877, e come tale propose di mettere in istato d'accusa i ministri del 16 maggio. Grande dignitario della massoneria francese, il B. fu in prima linea nella campagna contro le congregazioni religiose. Dal 1881 al 30 marzo 1885 tenne l'ufficio di presidente della camera e se ne allontanò per formare un nuovo gabinetto dopo la caduta del ministero Ferry. Un atto notevole di quella sua breve amministrazione (si dimise il 29 novembre dello stesso anno) fu la secolarizzazione del Pantheon parigino. Fu nuovamente presidente della camera dal 1894 al 1898, e di nuovo presidente d'un effimero ministero che durò dal luglio al novembre del 1898. Nel 1904 riassunse per la terza volta la presidenza della camera che conservò fino alla morte.
Ebbe fama di uomo austero e di grande probità morale e politica e rimase per tutta la sua lunga carriera politica rigorosamente fedele ai principî del radicalismo francese degli ultimi anni del secondo impero, che aveva per dogma supremo l'intransigenza nell'anticlericalismo.