etnia
etnìa s. f. – La crisi della sovranità dello Stato-nazione, particolarmente accentuata dalla globalizzazione, ha permesso a comunità locali e gruppi etnici e tribali di guadagnare spazi di autonomia dal potere centrale. Come conseguenza, il tentativo di assorbimento delle differenze culturali da parte dello Stato nei confronti di tutti i corpi e gruppi presenti sul proprio territorio ha segnato una battuta di arresto. I valloni e i fiamminghi, per es., stanno mettendo a dura prova la tenuta della sovranità in Belgio, mentre altri gruppi rivendicano ormai da decenni i propri diritti in Algeria (i berberi) o in Marocco (i saharawi). A volte lo scontro è endemico, come nel caso della Nigeria, e allora le e. arrivano a rendere lo Stato un mero redistributore della ricchezza tra i gruppi, senza alcuna legittimità politica. La Nigeria dimostra come non siano tanto le diversità religiose a causare gli scontri, quanto piuttosto l’irriducibile differenza tra le comunità, che si sono sempre storicamente combattute e poi successivamente ritrovate anche su opposti percorsi di fede. L’erosione della legittimità statale ha particolarmente favorito i gruppi tribali, che soprattutto in Africa hanno guadagnato ampi margini di autonomia dal centro. È il caso della Libia, del Mali e della Somalia. In Libia, l’uscita di scena di Gheddafi è avvenuta con un ribaltamento del potere a favore delle tribù della Cirenaica e a danno di quelle tripolitane. In Mali invece le tribù tuareg hanno dichiarato l’indipendenza della parte settentrionale del Paese, il desertico Azawad, rispetto alla parte meridionale abitata da popolazioni stanziali. Il pericolo di una zona grigia sahariana potenzialmente esplosiva per la sicurezza internazionale ha attivato la risposta dell’Occidente che difende l’intangibilità territoriale dello Stato maliano per impedire che anche la sua sovranità sia messa in discussione dalle attività terroristiche e dai traffici illegali condotti lungo le piste del Sahara.