etica medica
Insieme di principi e valori che presiedono alla pratica medica, con specifico riferimento alla legittimità e alla ‘giustezza’ di ogni atto medico. Elemento centrale dell’e. m., nella gestione di qualsiasi condizione di malattia, è la valutazione del rapporto tra rischio e beneficio di ogni azione, inteso come capacità di discernere tra ciò che è tecnicamente possibile e ciò che è professionalmente ed umanamente prospettabile nell’ottica dell’interesse del malato e della comunità. Ciò include anche la valutazione del rapporto tra costi e benefici, inteso come estensione dell’interesse per la salute del malato all’intera comunità, nell’ambito di sistemi sanitari a risorse limitate. Nel solco del rapporto rischio-beneficio si pongono i due principi cardine dell’e. m., quello di beneficialità e quello di non maleficità. Il primo prescrive di prevenire le malattie e di curare il malato promuovendo attivamente il suo bene, mentre il secondo, complementare al principio di beneficialità, prescrive che la prima preoccupazione di ogni professionista sanitario debba essere quella di non nuocere (primum non nocere). Le questioni morali sollevate dalle innovazioni tecnologiche rispetto alle modalità di cura, ai temi della nascita e della morte, e alla ricerca biomedica sono di pertinenza, più propriamente, della bioetica (➔).