Estonia
Stato dell’Europa settentrionale. Gli esti, menzionati da Tacito, si affacciarono sul Baltico forse già prima del 1° sec. d.C. Attraverso il loro territorio passava nel 9° sec. la via dei variaghi verso Novgorod e Kiev, e nel 1030 il principe russo Jaroslav fondò sul luogo dell’insediamento estone di Tartu la fortezza di Jur′ev. Nel 1217 l’E. merid. cadde nelle mani dell’ordine dei Portaspada, fondato nel 1202, sostenuto da Alberto vescovo di Riga, alleatosi poi con Valdemaro II di Danimarca per la conquista del Paese. Nel 1237 i Portaspada si fusero con l’ordine dei Cavalieri teutonici, che nel 1346 acquistò dalla Danimarca i diritti sovrani sull’E. settentrionale. Entrate le città baltiche nell’orbita della Hansa, si andò formando anche in E. uno strato dominante tedesco, composto di una classe mercantile cittadina e di una sempre più forte nobiltà terriera. Con la secolarizzazione dell’ordine teutonico (1525) ebbe inizio la penetrazione luterana; ma in Livonia si mantenne in vita un ramo del vecchio ordine cavalleresco fino al 1561, quando l’E. settentrionale passò sotto la sovranità svedese e sulla costa baltica si aprì un lungo periodo di lotte fra Polonia, Russia, Svezia. Quest’ultima nel 1660 ebbe anche la sovranità sull’E. meridionale. Nel 1721 la Svezia cedette a Pietro il Grande le province baltiche; i successivi due secoli furono caratterizzati dalla preponderanza dei baroni balto-tedeschi, che ridussero la popolazione agricola estone nelle più dure condizioni di servitù. Solo nella seconda metà del 19° sec. si andò sviluppando un movimento di emancipazione dei contadini. La lotta contro il germanesimo e il russismo continuò fino alla fine della Prima guerra mondiale. Con il crollo russo (1917) un Consiglio nazionale estone assunse il governo del Paese; nel 1920, dopo la Pace di Tartu, la Russia ne riconobbe l’indipendenza. Nel ventennio fra le due guerre mondiali, l’E., rafforzata all’interno dalla riforma agraria che colpì duramente la nobiltà balto-tedesca, affidò alla Società delle nazioni, nonché a una politica di stretta neutralità fra Mosca e Berlino, il mantenimento della propria indipendenza. Nel 1934 entrò nell’Intesa baltica con la Lituania e la Lettonia; dopo l’accostamento russo-tedesco del 1939, i tre Paesi finirono nella sfera d’influenza sovietica. All’installazione delle prime basi militari dell’Armata rossa seguì la formazione di un governo fantoccio, la firma di un patto di reciproca assistenza con la Russia e l’inglobamento tra le repubbliche socialiste sovietiche (1940). Dopo un periodo di occupazione tedesca (1941-44), l’E. tornò poi a far parte dell’URSS fino al 1991, quando questa ne riconobbe l’indipendenza. Anche se Mosca ha continuato a essere uno dei principali partner commerciali del Paese, la volontà di sottrarsi all’influenza russa ha alimentato la tendenza a una rapida integrazione in senso occidentale: l’E. è membro del Consiglio degli Stati del Mar Baltico dal 1992 e del Consiglio d’Europa dal 1993; nel 2004 è entrata nell’Unione Europea e nella NATO; dal 2007 è inclusa nell’area Schengen. Dalle prime elezioni politiche successive all’indipendenza, al governo si sono alternate coalizioni di centrodestra e di centro. L. Meri è stato il primo presidente della Repubblica (1992-2001), seguito da A. Ruutel (2001-06) e da T.H. Ilves dal 2006.