ESTESIOMETRIA (dal gr. αἴσϑησις "sensazione" e μέτρον "misura")
Metodo che nella fisiologia degli organi di senso (estesiologia) serve per l'analisi funzionale e la graduazione dell'intensità degli stimoli adeguati che provocano le sensazioni elementari, specialmente nel campo dei sensi cutanei (tattile e di pressione meccanica; termico: per il caldo e per il freddo; dolorifico).
L'estesiometro a capello, consiste in un pelo animale montato all'estremo d'un piccolo cilindro metallico scorrevole nell'interno d'un tubo metallico, in modo da poter graduare in millimetri il tratto che viene a sporgere dalla guaina. La pressione (che si può misurare direttamente con la bilanciaj esercitata dal pelo scoperto è tanto maggiore quanto minore è il tratto scoperto. Serve per l'esplorazione dei punti tattili e per la determinazione del loro grado di sensibilità. Può servire parimenti per l'esame dei punti dolorifici cutanei sostituendo il pelo flessibile con una setola o pelo più rigido, o anche con filo sottilissimo di vetro o di metallo. Per l'esame dei punti cutanei che reagiscono agli stimoli termici (del caldo e del freddo) serve il termoestesiometro. Consiste in una capsula metallica cilindroconica, munita d'un piccolo termometro, in cui si fa circolare acqua di diversa temperatura. L'estremo inferiore, che termina a punta più o meno smussata, si porta a contatto coi varî tratti della superficie cutanea, per stabilire i punti capaci di reagire allo stimolo termico. Il compasso di Weber serve a stabilire la distanza minima fra due punte che, poste sulla cute, diano una sensazione doppia, misurando in tal guisa l'ampiezza dei "cerchi di sensazione".