CAMPO, Estanislao del
Poeta argentino, nato a Buenos Aires nel 1834, morto nel 1880. Svolse la sua attività durante la dittatura del Rosas e il governo del Sarmiento, il periodo più drammatico della storia argentina. Partecipò da soldato e da politico alla vita nazionale. Ma più duratura fu la sua produzione poetica, fortemente legata all'ambiente letterario e alla vita psicologica della sua terra. Di mediocre cultura, superficiale nell'ispirazione seria, ma dotato di vivace immaginazione e di gusto, sviluppò della letteratura argentina i motivi più romantici. Dalla propaganda patriottica del Sarmiento, che col suo Facundo esortava a liberare l'arte dall'imitazione erudita, per attingerla alla schiettezza della natura e alla poesia della vita gauchesca, ai poemi del Gutiérrez e del Mitre, intesi a ritrarre le fantasie e il realismo del cantore gaucho (payador), fino al vero e proprio linguaggio criollo di Hilario Ascasubi, si dispiega una nuova educazione artistica, in cui s'inserisce e si giustifica l'opera del C. Dalle prime poesie (edizione complessiva del 1870), firmate con lo pseudonimo di Anastasio el Pollo, che sulla traccia dell'Ascasubi (Aniceto el Gallo), discutevano con atteggiamento furbesco e popolare avvenimenti politici e sociali, il poeta si libera gradatamente dagli schemi dell'imitazione, per affermarsi con originalità nel Fausto, Impresiones del gaucho Anastasio el Pollo a la representación de esta ópera (1866). Il racconto, che all'amico ritesse il gaucho Laguna, dell'opera di Gounod, è una deformazione ingenua e realistica, ora appassionata e ora leggermente umoristica, di quei grandi ideali che variamente risuonano nel sentimento fresco e credulo del popolo. Nell'adeguarsi al movimento sintattico e alla vivacità immaginifica del popolano, il poeta trova il giusto tono. Quella vita rustica e piena di tonalità, quella psicologia incolta ma ricca di una sua particolare esperienza, si raffigurano con umana simpatia. Nell'intuire un contenuto più lieve e più lirico, contemperandolo con un atteggiamento più veristico, il C. dava all'arte gauchesca l'impronta di un'individuale personalità.