Rommel, Erwin Johannes
Generale tedesco (Heidenheim, Württemberg, 1891-Ulma 1944). Partecipò alla Prima guerra mondiale, segnalandosi nelle campagne di Francia (1914-15), di Romania (1916), d’Italia (1917); aderì fin dall’inizio al Partito nazista e vi divenne membro delle sezioni d’assalto. Le sue moderne teorie sull’impiego dei carri gli valsero il comando della scuola militare di Wiener Neustadt (1938). Nella Seconda guerra mondiale partecipò alla campagna di Polonia come colonnello addetto al quartier generale di A. Hitler; quindi (1940) comandò la 7ª divisione corazzata che, dopo lo sfondamento sulla Mosa, puntò direttamente su Abbeville, dividendo in due l’esercito francese. Inviato in Libia alla testa dell’Afrika Korps (1941), vi si rivelò capo militare di grande talento tattico e audacia, nel corso delle offensive del gennaio e, più ancora, del giugno 1942, quando fulmineamente conquistò Tobruch e portò gli italo-tedeschi a El-‛Alamein, per cui fu nominato feldmaresciallo; ma tale azione determinò, per l’allontanamento dalle basi, uno dei presupposti che, con la superiorità degli uomini e dei mezzi, consentì la vittoriosa controffensiva del maresciallo Montgomery; dopo strenua resistenza (23 ott.-2 nov. 1942), R. dovette abbandonare l’Egitto e la Libia, ma effettuando assai abilmente il ripiegamento fino in Tunisia. Rimpatriato, comandò le truppe che, dopo il 25 luglio 1943, invasero la Valle Padana; nel 1944 fu nominato ispettore del Vallo atlantico, quindi comandante del gruppo d’armate B della battaglia di Normandia, durante la quale, il 17 giugno, fu gravemente ferito. Nel corso della guerra R. era diventato sempre più critico nei confronti della politica di Hitler che, dopo l’invasione della Normandia, sollecitò a una pace separata con gli Alleati occidentali; dopo l’attentato al Führer del 20 luglio 1944, pur trovandosi ancora convalescente in ospedale, fu sospettato di essere coinvolto: costretto a scegliere il suicidio o il processo pubblico, R. si uccise.