ERMODORO (‛Ερμόδωρος, Hermodōrus) d'Efeso
Ne parla Eraclito (fr. 121 Diels) biasimando i suoi concittadini che, per principî democratici, non avrebbero voluto accettarne il governo, e l'avrebbero costretto a esulare. La tradizione aggiunge poi che, venuto a Roma, E. avrebbe collaborato coi decemviri alla legislazione delle dodici tavole, e ne avrebbe ottenuto in compenso la dedica di una statua nel comizio. La tradizione doveva quindi trarre origine dalla notizia (risalente forse a Varrone) dell'esistenza di tale statua, a sua volta forse neanche dedicata a Ermodoro, ma a un Ermocrate, di cui altrimenti si sa che fu ambasciatore di Efeso a Roma.
Bibl.: E. Zeller, De Hermodoro Ephesio et de Hermodoro Platonis discipulo, Marburgo 1859; Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, coll. 859-61.