ERMANNO (Ormanno) da Sassoferrato
Tipico esponente di quelle famiglie che fornivano nel XIII e XIV secolo magistrati di carriera alle varie città italiane, nacque a Sassoferrato (od. prov. di Ancona) nella prima metà del secolo XIII. Secondo alcuni genealogisti settecenteschi e soprattutto secondo il Morici, che pubblicò uno studio specifico sull'argomento (1899), E. discendeva dalla famiglia dei conti Atti.
Già nel 970 un Atto degli Atti sarebbe stato vescovo di Todi, presunta città d'origine della famiglia divisasi poi in numerosi rami che si sarebbero stabiliti a Foligno, Orvieto, Viterbo e Sassoferrato. In quest'ultima città visse tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo un Ugo, seguito dal figlio Atto, che avrebbe ricoperto cariche pubbliche già intorno al 1225. Il terzo della famiglia ricordato dai documenti sarebbe stato proprio E., figlio a sua volta, secondo il Morici, dello stesso Atto oppure, secondo altri, di un Arnadore di Atto, console a Roccacontrada a più riprese tra il 1260 e il 1270. Le incertezze sulla genealogia della famiglia terminano comunque con E.; dopo di lui infatti ben più numerose e sicure si fanno le notizie sui suoi discendenti diretti, tutti molto attivi nell'espletare incarichi di podestà e capitani del Popolo.
Nel 1278 E. fu chiamato dal Consiglio di Perugia per succedere al capitano del Popolo Anselmo da Alzate. L'arrivo nella città umbra coincise con il culmine del periodo di floridezza sia politica sia economico-militare che aveva permesso ai Perugini di lanciarsi in numerose imprese di notevole rilievo, tra cui spiccavano i lavori per l'acquedotto e la fontana di piazza. Già nell'ottobre del 1277 erano stati iniziati i passi consueti per il contemporaneo rinnovo della carica podestarile e di capitano del Popolo ed erano stati inviati Uguccionello di Giovanni e Raniero di Giovanni quali ambasciatori presso E. affinché accettasse l'investitura "pro anno proximo venturo". Intorno al 10 genn. 1278 i primi documenti attestano l'avvenuta elezione del nuovo capitano, il quale ebbe come collega Matteo da Correggio in veste di podestà, mentre lo scadere del suo mandato, ancora annuale, è da collocarsi, in assenza di qualsiasi registro della sua curia, intorno al 7 dicembre successivo, ultimo giorno segnato m una delle raccolte miscellanee dell'Archivio storico del Comune di Perugia. Già il 23 settembre però erano stati nominati due frati domenicani, Bartolomeo di Bonaventura e Munaldo di Bertramo, quali nunzi speciali della città per recarsi in ambasceria presso Federico de Mediis a comunicargli l'avvenuta elezione a successore di Ermanno.
Grazie alla coincidenza della fine dei lavori della monumentale fonte di piazza con il periodo del suo capitanato, il nome di E. fu immortalato da un'iscrizione posta alla base del capitello che regge la tazza di bronzo, nella quale si informa che la fontana fu fatta "tempore domini Mathaei de Corigia et domini Ermani de Saxoferato". Inoltre E. venne raffigurato in una delle statue della vasca superiore. Egli vi compare tra Euliste, il mitico fondatore della città, la Vittoria e Melchisedec, rivestito con i guanti, il mortaio e la verga, simboli del potere e dell'autorità. La particolare incisività ed espressività dei lineamenti della statua di E., rispetto soprattutto a quella dedicata al podestà, ne hanno fatto attribuire la paternità allo stesso Giovanni Pisano che insieme al padre Nicola fu l'artefice della fontana.
Terminato il suo incarico a Perugia, le stesse fonti cittadine ci informano che E. fu chiamato a ricoprire la carica di capitano del Popolo a Bologna, mentre nel 1283 lo ritroviamo ancora in Umbria ad occupare il posto di podestà a Città di Castello. In questa città, durante il periodo del suo mandato, furono tra l'altro nominati i due procuratori dello schieramento guelfo, fedele alla Chiesa romana, per far lega con Taddeo e Corrado di Montefeltro. Un'ultima attestazione riferita a E., sempre dal Morici, lo vuole due anni dopo, nel 1285, podestà a Cagli.
Non è nota la data di morte. Il figlio Brodaio e il nipote Giovanni lo seguirono nella carriera podestarile.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Perugia, Archivio stor. del Comune di Perugia, Miscellanea, 5, c. 22rv; Ibid., Consiglie riformanze, 176, c. 37r; G. Muzi, Mem. civili diCittà di Castello, II, Città di Castello 1844, p. 209; M. Morici, Dei conti Atti signori di Sassoferrato e ufficiali forastieri nelle maggiori città d'Italia, Castelplanio 1899, pp. 9 s., 83-89; G. Magherini Graziani, Storia di Città di Castello, II, Città di Castello 1910, p. 232; G. Belelli, L'istituto del podestà in Perugia nel secolo XIII, Bologna 1936, p. 53; G. Nicco Fasola, La fontana di Perugia, Roma 1951, pp. 20, 58; F. Cardini, Brodaio da Sassoferrato, in Diz. biogr. degli Italiani, XIV, Roma 1972, pp. 406 s.; M. G. Nico Ottaviani, Ilregistro finanziario del Comune di Perugia "Massari, 3" come fonte storica, in Ricerche su Perugia tra Due e Quattrocento, Perugia 1981, pp. 22 s., 27; F. F. Mancini-G. Casagrande, Perugia. Guida storico-artistica, Bologna 1982, pp. 36, 38.