eritropoietina
Fattore di crescita emopoietico a meccanismo ormonale che regola la proliferazione, la differenziazione e la maturazione degli emocitoblasti (progenitori eritroidi del midollo osseo) in relazione al fabbisogno di ossigeno. Ha quindi il ruolo fisiologico di regolatore della produzione di globuli rossi.
Tra le funzioni dell’e. vi è quella di reclutare i progenitori immaturi e di orientarli verso la maturazione eritroide, di garantirne la sopravvivenza evitando la morte programmata (apoptosi) e di stimolare la differenziazione in eritrociti maturi. La produzione di e. (glicoproteina di 38.000 Da) avviene a livello delle cellule renali del tubulo prossimale, nelle cellule endoteliali degli spazi peritubulari e, in minore misura, nel fegato. Le cellule che producono e. sono dotate di una molecola proteica con gruppo eminico che funziona come sensore della quantità di ossigeno. La produzione di e. è funzione delle condizioni di ridotta pressione parziale di ossigeno nel sangue (ipossia), come nel caso di: anemia, difetti di ventilazione respiratoria e di perfusione, riduzione del flusso ematico o diminuzione della tensione di ossigeno nell’ambiente. L’ipossia stimola la produzione in breve tempo del fattore di crescita, con rapida comparsa di un picco plasmatico. La sintesi di e. può essere inibita anche in condizioni non fisiologiche, per es. in presenza di deficit della funzione renale, nelle infiammazioni, infezioni o tumori, in cui vi è una ridotta risposta all’ipossia tessutale. Una volta legata al recettore, presente solo sui progenitori eritroidi e non sull’eritrocita maturo, l’e. passa nel citoplasma determinando un incremento della divisione cellulare eritroide, della sintesi emoglobinica e di altre proteine di membrana. Il dosaggio sierico dell’e. endogena viene espresso in unità internazionali e normalmente è compreso tra 10 e 30 mU/ml.
L’e. viene utilizzata in tutte quelle forme di anemia in cui la risposta eritropoietinica non è adeguata al grado di ipossia tessutale, come nei pazienti dializzati per insufficienza renale cronica, o in quelli affetti da patologie tumorali o post-chemioterapiche. È inoltre utilizzata per procedure di autotrasfusione e predeposito di globuli rossi per gli interventi chirurgici. I principali effetti collaterali legati al trattamento con e. possono essere l’aumentato rischio di sviluppare fenomeni trombo-embolici, per eventuale inibizione dei fattori della coagulazione o per aumento dell’ematocrito per emoconcentrazione, l’aumento delle resistenze vascolari a livello cerebrale, con conseguente invecchiamento precoce, e l’ipertensione.