ERICA (dal lat. erĭca, gr. ἐρίκη; ital. erica, scopa, brugo; fr. brityère; sp. brezo da escobas, bruch, bruguera; ted. echte Heide, Heidekraut; ingl. heather)
Genere che ha dato il nome alla famiglia Ericacee (Linneo, 1735). È costituito da piccoli suffrutici, da alberetti o più raramente da alberi (E. arborea, in alcune regioni) assai ramosi, glabri o pelosi. Le foglie sono minute, aghiformi, coi margini ripiegati o anche quasi piane, verticillate, più di rado opposte o alterne, persistenti; i fiori numerosi, piccoli, a volte grandetti, ascellari o terminali, solitarî o verticillati costituenti grappoli, corimbi e qualche volta quasi capitati, a peduncoli 2-3 bratteolati. Hanno calice a 4 divisioni, corolla tubolosa persistente a 4 lobi, stami ipogini 8 con antere deiscenti all'alto per un foro o fessura, munite o no di due appendici in basso, inserite sul filamento per il dorso o per la base, ovario 4-loculare con ovuli numerosi. Il frutto è una capsula a deiscenza loculicida.
Compongono questo genere circa 400 specie, la maggior parte confinate nell'Africa meridionale, soprattutto occidentale; poche, ma assai diffuse nei territorî mediterranei litoranei e nel retroterra, fin dove sono tracce di flora termofila (E. arborea), ancora meno nelle coste europeo-atlantiche e nelle Macaronesie (isole Canarie).
In Italia crescono sette specie di questo numeroso genere: le più diffuse sono E. scoparia L. ed E. arborea L. specialmente nei territorî silicei, e l'E. multiflora L. che entrano come normali costituenti della macchia mediterranea e ne caratterizzano una delle sue facies (ericeto); è un elemento alpino molto isolato l'E. carnea L. diffusa in tutte le Alpi e anche nell'Appennino settentrionale e centrale.